Wimbledon e i tornei LTA 2022 potrebbero non rimanere un caso isolato nel mondo del tennis. In quell’occasione, infatti, i tornei britannici avevano scelto di escludere russi e bielorussi dalle competizioni, ritornando però sui loro passi alcuni mesi più tardi. Quella decisione è finora rimasta un caso isolato, dato che i giocatori di nazionalità russa e bielorussa hanno sempre regolarmente partecipato a tutti gli altri tornei organizzati da ATP e WTA (che, non a caso, si erano opposti alla scelta dei Championships non assegnando punti).
Nei prossimi mesi, tuttavia, ci si potrebbe nuovamente imbattere in un caso simile. Nancy Faeser, Ministro degli Interni della Germania, ha annunciato di voler impedire a tutti gli atleti russi e bielorussi di partecipare alle competizioni internazionali. “I paesi che ospitano i maggiori eventi sportivi al mondo non sono privi di potere, possono controllare l’ingresso nei loro stati di atleti russi e bielorussi richiedendo visti“ – ha spiegato Faeser al giornale tedesco Funke Media Group.
“Possiamo decidere di escludere russi e bielorussi dalle nostre competizioni, agiremo sempre mantenendo una posizione chiara” – ha dichiarato ancora il Ministro degli Interni tedesco. Gli sport equestri e le gare di atletica o arrampicata hanno confermato che russi e bielorussi non potranno ancora scendere in pista. Al contrario, altre attività come il tennis da tavolo, il taekwondo e il wrestling hanno sposato la causa del CIO (Comitato Olimpico Internazionale), che sostiene l’integrazione di russi e bielorussi in ogni attività sportiva, a patto che non supportino l’invasione in Ucraina.
“Far giocare russi e bielorussi sarebbe uno schiaffo agli atleti ucraini“ – ha poi sentenziato Faeser. Ma qual è la situazione nel tennis? E quanti giocatori rischiano davvero? Dando un’occhiata ai due calendari tennistici principali, ossia quelli ATP e WTA, in totale sono otto i tornei che si giocano in Germania, equamente divisi. A livello maschile ci sono due ATP250 e due ATP500:
Stesso discorso a livello femminile:
La questione appare quantomeno spinosa. Essendo la Germania in area Schengen, infatti, la concessione del visto per la Germania vuole dire di fatto la concessione di un visto per tutta la zona Schengen. Le norme del trattato firmato da 27 Paesi Europei prevedono che i non cittadini che intendano visitare l’area Schengen chiedano il visto al Paese nel quale intendono arrivare da un territorio esterno, e questo visto viene poi considerato valido per la visita anche di altri Paesi della Zona. Quindi o la Germania riesce a fare accettare questo principio a tutti i Paesi dell’accordo, oppure si pone un problema del funzionamento stesso dell’accordo.
Esiste la possibilità da parte dei Paesi firmatari di sospendere temporaneamente l’accordo di Schengen per periodi determinati (è stato fatto in occasione del G7 o di grandi eventi sportivi per controllare meglio gli arrivi e le partenze), ma sarebbe complicato prevedere una sospensione indeterminata legata alla durata della guerra in Ucraina.
Senza poi tenere presente che ci sono parecchi tennisti russi o bielorussi che risiedono stabilmente all’interno della Zona Scheghen, come accade per esempio a quelli che risiedono a Monaco. Il Principato, nonostante non faccia formalmente parte dell’Unione Europea, ha comunque un accordo di confini aperti con la Francia, Paese dell’UE e firmatario dell’Accordo di Schengen, e quindi è de-facto parte della Zona Schengen, quindi i suoi residenti non hanno alcun bisogno di visti per andare in Germania.
E se vogliamo considerare i tennisti russi o bielorussi che già non risiedono nella Zona Schenghen, come per esempio Khachanov che abita a Dubai, tutti loro sono certamente già in possesso di un visto Schengen per ingressi multipli che dovrebbe essere cancellato, impedendo loro l’ingresso in tutti i Paesi dell’accordo, creando un incidente internazionale di dimensioni notevoli.
Insomma, per quanto volenterosa o ingegnosa possa essere considerata l’idea del Ministro tedesco Faeser, ci sono indubbiamente diversi problemi relativi all’applicabilità, soprattutto per quel che riguarda il mondo del tennis che con ogni probabilità sorvolerebbe queste restrizioni senza troppi problemi.