[7] H. Rune b. [6] J. Sinner 1-6 7-5 7-5
Un’altalena di emozioni. Si sapeva che la partita tra Jannik Sinner e Holger Rune, da molti definita una finale anticipata del Rolex Monte-Carlo Open, sarebbe stata senza esclusione di colpi, e le attese sono state rispettate. A spuntarla, al termine di una battaglia durata quasi 3 ore nella quale i due giocatori si sono sfidati in una condizione climatica per larghi tratti al limite – tra vento, interruzioni per pioggia e umidità – è il tennista danese, da lunedì almeno n° 7 al mondo, in grado di uscire alla distanza dopo un primo set nel quale era stato letteralmente dominato dall’altoatesino e di trionfare con il punteggio di 1-6 7-5 7-5.
Un match giocato più sui nervi, con un Rune capace di esaltarsi nei momenti di difficoltà provocando un pubblico che lo voleva per la maggior parte sconfitto, che sull’aspetto tecnico-tattico e in cui alla fine anche la maggiore freschezza fisica del danese, reduce da una partita in meno di Jannik grazie al ritiro per noie muscolari di Berrettini, ha finito per prevalere, nonostante un Sinner bravo trascinare la partita più a lungo di quanto a un certo punto ci si potesse aspettare e di innalzare comunque il proprio livello in alcuni momenti decisivi del terzo parziale.
[Elite_video_player id=”1″]
Il primo set è di Sinner: 6-1 in poco più di mezz’ora
Sinner impiega tre game a prendere confidenza con le condizioni difficili – data la pioggia intermittente e il vento costante del pomeriggio monegasco – con le quali i due rivali devono fare i conti. Dopo due giochi tenuti a -15 da entrambi al servizio, il primo momento di difficoltà è proprio per l’altoatesino, costretto ai vantaggi sull’1-1 ma in grado di rimanere sempre con il naso avanti, senza dover fronteggiare palle-break. La sua tattica di gioco, nonostante qualche errore iniziale in spinta, dovuto principalmente alle folate che spostano una pallina impazzita, è chiara: non lasciare mai l’iniziativa all’avversario e prendere il sopravvento il prima possibile, senza disdegnare qualche discesa a rete a chiudere gli scambi. Ottenuto il 2-1, il n° 1 italiano cambia marcia e vince i successivi quattro game senza particolari problemi. Il break del 3-1 giunge dopo che Rune si salva da 15-40, ma il vincitore di Bercy 2022 capitola pochi secondi dopo con un errore di dritto in uscita dal servizio e un doppio fallo.
Il nativo di San Candido allunga sul 4-1 in un lampo e strappa nuovamente il servizio al danese, pressando come un forsennato da fondocampo. Rune, dal canto suo, non sembra aver capito esattamente come gestire il vento, pare nervoso e va rapido tra un punto e l’altro, mostrando quell’inesperienza nella gestione dei momenti di difficoltà che non è così inusuale per un ragazzo che ancora deve compiere 20 anni. Giovane età che per Sinner, al contrario, sembra poco influente. Glaciale, l’attuale n° 3 della race, è protagonista di un primo parziale in totale controllo e chiuso per 6-1 in 31 minuti, nonostante le prime gocce di pioggia inizino a scendere sulla terra, già umida, del campo Rainier III.
Rune vince il secondo set 7-5 dopo l’interruzione
Ipotizzare che l’italiano potesse tenere un ritmo così alto senza praticamente mai sbagliare per tutta la partita era difficile, e infatti all’alba del secondo parziale il match cambia rotta. Sinner fatica a prendere il campo soprattutto con il diritto e, dopo che Rune aveva tenuto il servizio a “30” nel primo gioco, subisce il break alla quarta chance concessa al danese con un lungolinea che esce di un soffio in corridoio. Ma nel momento in cui l’attuale n° 9 del mondo sembra aver ripreso il controllo della partita, aver confermato il break ed essersi portato sul 3-0, ecco che arriva la pioggia, questa volta più copiosa, che rende scivolose le righe e costringe alla sospensione dell’incontro sul punteggio di 6-1, 0-3.
Sinner ha tempo per riordinare le idee e la ripresa, dopo una quarantina di minuti, sembra promettente, con un turno di battuto a zero, mentre Rune pare aver riperso le sicurezze accumulate prima dell’interruzione. Ma dopo che il danese riesce a salvare una palla break (stecca di dritto in difesa dell’italiano) e a confermare il gap issandosi sul 4-1, ecco che per Sinner tornano gli errori. Ne segue un momento non esaltante di partita, costituito da pochi winner e un Rune che si ritrova, senza aver fatto nulla di spettacolare, se non cambiando tattica cercando di alzare un po’ di più le traiettorie, a servire per il set sul 5-3. Da quel momento, è un’altalena di emozioni: Rune perde la battuta senza conquistare neanche un punto, ma poi si procura due palle set sul servizio del rivale. Sinner le annulla entrambe – sulla seconda con un fenomenale diritto vincente – e sale 5-5, prima di cedere due game consecutivi ripiombando in qualche errore di troppo, forse anche deconcentrato da un atteggiamento provocatorio del danese nei confronti del pubblico di fede azzurra. Ma, fatto sta, si va al terzo: 7-5 Rune.
Terzo set: Rune sfrutta la maggiore brillantezza fisica e vince alla distanza
Come spesso accade tra due giocatori di così alto livello, la qualità del tennis si alza proprio quando conta di più. Gli scambi e i game si allungano, soprattutto sui turni di battuta di Sinner, che sembra fisicamente più scarico dell’avversario, e si vede costretto ad annullare ben cinque palle break tra il quarto e l’ottavo gioco. L’altoatesino – e diversi indizi fanno una prova, vedasi i vari match point annullati in carriera – non è tipo da sentire la pressione nei momenti importanti, e le annulla tutte, senza mai tremare. Si prosegue così, seppur a fatica, on serve, tra tensione palpabile e colpi di classe. Per citarne uno, da rimarcare un passante di rovescio vincente spalle alla rete giocato dall’italiano, dopo essere stato scavalcato da un lob.
La resistenza di Sinner sembra però sempre più flebile, e le occasioni per Rune si moltiplicano. Quest’ultimo, sul 5-4 in suo favore, arriva per due volte a due punti dal match. L’italiano resiste e cerca di portare l’incontro al tie-break, dove tutto può succedere, ma sul 6-5 Rune, subisce un parziale di 4 punti consecutivi dell’avversario dal 30-0 ed esce sconfitto dopo 2 ore e 46 minuti di battaglia.
Sinner perde così l’occasione di centrare un’altra finale 1000, dopo quella persa con Medvedev a Miami, e il settimo posto in classifica ATP proprio a discapito di Rune, che lo sopravanzerà da lunedì mentre domani si giocherà il titolo con Rublev alle 14:30. I precedenti tra i due dicono 1-1, con il danese vincitore lo scorso anno nella cavalcata che lo ha portato a trionfare a Bercy, mentre il russo si è imposto per 11 punti a 9 al tie-break decisivo di una delle partite più lottate degli ultimi Australian Open.
(a cura di Federico Martegani)