Francesco Passaro al Challenger 75 di Madrid (terra battuta) ha provato a rimettere in carreggiata una stagione che finora non gli aveva regalato grandi soddisfazioni, a parte l’acuto all’ATP 250 di Marrakech contro un Aslan Karatsev in chiara fase calante. Sui campi del ‘Club de Campo Villa de Madrid’ il 22enne perugino, accreditato della terza testa di serie, dopo aver lasciato otto giochi in totale allo statunitense Emilio Nava e al norvegese Viktor Durasovic, ha dovuto faticare un po’ di più contro lo spagnolo Nicolas Moreno De Alboran (n.213 ATP), che si è arreso 6-1 7-6. La corsa del perugino sembrava inarrestabile quando in semifinale contro il russo Alexander Shevchenko (n.107 ATP) vinceva a zero il primo set. Poi, in maniera inspiegabile, scompariva dal campo lasciando strada al 22enne di Rostov col punteggio di 0-6 6-2 6-3 in poco meno di due ore di gioco. Shevchenko, sulle ali dell’entusiasmo regolava 6-4 6-3 l’argentino Pedro Cachin (n.69 ATP) in una finale a senso unico che gli regalava il terzo successo a livello Challenger (Bratislava 2022 e Tenerife 2023 i precedenti) oltre all’ingresso, per la prima volta in carriera, in top 100, precisamente al n.97 ATP. E probabilmente non è finita qui perché recentemente Shevchenko ha dichiarato che un obiettivo realistico per questa stagione è arrivare attorno alla 60esima posizione.
Eliminati al secondo turno Raul Brancaccio (6-7 7-6 6-3 dal serbo Miljan Zekic, 34 anni e un’onesta carriera alle spalle) e Lorenzo Giustino che si arrende al terzo set (6-2 3-6 6-2) all’argentino Andrea Collarini. Peggio è andata a Riccardo Bonadio che non ha nemmeno fatto in tempo a disfare le valigie prima di essere rispedito a casa sempre da Miljan Zekic.
Il torneo più importante si giocava in Florida a Sarasota (Challenger 125, terra battuta), una cittadina di 50.000 abitanti, famosa soprattutto perché l’11 settembre, il giorno dell’attacco alle Torri, ospitava il presidente George W.Bush in visita ad una scuola elementare.
L’unico italiano in gara era Luca Potenza che ha intrapreso il lungo viaggio per andare a sgomitare nel tabellone di qualificazione, dove con la sua attuale classifica (n.496 ATP) è già difficile entrare. Il 22enne siciliano, che ha alle spalle una bella storia di fatica e di dedizione (qui raccontata in un’intervista esclusiva del 2021), non ha esitato a prendere quell’aereo e i risultati l’hanno premiato. Infatti nel tabellone cadetto si è fatto largo a spallate battendo prima il 27enne padrone di casa Strong Kirchheimer (n.395 ATP e settima testa di serie) col punteggio di 7-6(6) 6-3, e poi l’argentino Guido Andreozzi (n.305 e quarta testa di serie) che è stato rimontato 2-6 6-4 6-3. All’esordio nel tabellone principale sarebbe servita un’altra impresa contro il belga Zizou Bergs (n.165), impresa che purtroppo non c’è stata, anche se in realtà non è che Luca ci sia andato troppo lontano. Infatti nel secondo set, rispondendo sul 5-2, ha avuto due set point che però non ha trasformato, probabilmente disturbato dal vento che soffiava ad intermittenza ma con raffiche fortissime. Vento che si trasformava rapidamente in tempesta, costringendo gli organizzatori ad aggiornare tutti gli incontri al giorno successivo. E al rientro in campo l’azzurro scopriva di aver esaurito ogni energia nervosa, finendo per perdere 6-3 7-5. Il torneo poi ha finito per vincerlo Daniel Altmaier che in finale ha avuto la meglio sul colombiano Daniel Elahi Galan (n.92 ATP) col punteggio di 7-6(1) 6-1. Per il 24enne tedesco di Kempen è il settimo successo Challenger, dopo i tre del 2021 e gli altri tre dell’anno scorso, che gli consente di rientrare in top 100, lontano comunque da quel n.53 che toccò nel maggio 2022.
Al Challenger 75 di Spalato (terra battuta) non si può certo dire che gli italiani abbiano fatto un figurone: il solo Francesco Maestrelli ha superato un turno, prima di farsi eliminare 6-2 1-6 6-2 dal magiaro Mate Valkusz (n.271). Mattia Bellucci e Flavio Cobolli escono all’esordio rispettivamente contro Arthur Cazaux (n.199) e Norbert Gombos (n.142). Non esattamente quello che si saremmo aspettati dai nostri giovani talenti, pur consapevoli che il loro percorso non possa essere esente da ripetuti up and down. Chi invece si dimostra sempre regolare al suo ottimo livello è Zsombor Piros che ha vinto il torneo (già l’anno scorso era arrivato in finale), battendo al termine di un combattutissimo match, risolto con un doppio tie-break, lo slovacco Norbert Gombos (n.142 ATP). Con questo successo il 23enne magiaro migliora il proprio best alla posizione n.134, terzo ungherese in classifica.