dal nostro inviato a Barcellona
In questa prima giornata del Godò, nel quale ancora i calibri pesanti non scendono in pista, fa capolino in sala stampa Stefanos Tsitisipas che ha condiviso il proprio punto di vista, come sempre mai banale.
D: Benvenuto Stefanos, innanzitutto raccontaci come ti senti in questi giorni.
R: “Il mio livello non è stato perfetto ultimamente ma venire a Barcellona è sempre una buona idea (Barcellona è il torneo che l’ha fatto conoscere al grande pubblico nel 2018 e nel quale arrivò a match point nella finale del 2021 persa contro Nadal, ndr). Sono venuto qua in anticipo e ho potuto allenarmi con calma per due/tre giorni. Questo sport è come correre una maratona, è un continuo di tornei e di partite e bisogna trovare il tempo anche per rifiatare. Rispetto agli altri anni sto cercando di lavorare ancora più duramente e di essere ancora più focalizzato. In generale poi rispetto al livello degli avversari posso dire che il livello è molto elevato, ma a me piacciono le difficoltà e voglio scontrarmi contro i migliori. Forse sono un po’ masochista ma i traguardi raggiunti soffrendo sono quelli che danno più soddisfazione”.
D: Parlando di avversari, nella tua parte di tabellone c’è Sinner, cosa ci puoi dire sull’italiano?
R: “Sinner è migliorato tantissimo, rispetto a due/tre anni fa. Ha sicuramente lavorato duramente con il suo team e i risultati si vedono. Negli ultimi mesi è diventato molto più aggressivo e consistente. E tuttavia nel suo essere aggressivo lo fa con giudizio senza prendere rischi eccessivi e questa secondo me è la ragione per cui riesce ad ottenere risultati così buoni”.
D: A proposito di Sinner, adesso sta emergendo questa rivalità con Alcaraz…
R: “Si sta sviluppando una bella rivalità, per certi versi ricorda un po’ quella fra Nadal e Federer di tanti anni fa, ho perso il conto… era un decennio fa? Però sono due giovani che stanno facendo benissimo e quelli che pensavano che con l’uscita di scena di Federer, Nadal che oramai va verso la fine della carriera – anche se poi lui torna e ogni anno vince il Roland Garros – il livello di gioco non sarebbe stato più lo stesso è stato smentito. Adesso il livello è più alto che mai e Sinner e Alcaraz hanno raggiunto un grande livello. Si muovono in un modo incredibile, che a prima vista mi fa pensare che non sia normale e che rischiano l’integrità fisica; ma loro lo fanno sembrare così naturale che mi hanno spinto a migliorare; il livello ormai è così alto che devo abbassare la testa e pensare a lavorare. Il fatto che adesso si parli tanto di loro non mi infastidisce, io ho le rivalità con i giocatori della mia generazione come Zverev (ndr: curiosamente il greco non ha citato Medevedev con cui pare ci sono state partite infuocate)”.
D: Il tuo obbiettivo ultimo è sempre uno Slam, come ti vedi?
R: “Sì certo, alla fine quello che voglio davvero è vincere un torneo dello Slam, ci sono arrivato vicino due volte ma ho sempre trovato la strada sbarrata. Ma penso che alla fine sia questione di dettagli, come ad esempio la capacità di recuperare le energie prima del match decisivo. In generale se vado a vedere le mie performance nelle finali penso che avrei potuto ottenere risultati migliori, ma in ogni modo penso che sia un viaggio lungo; devo solo continuare ad essere consistente e mettermi nelle condizioni di competere ai massimi livelli. Penso che se riuscirò a darmi qualche altre chance di arrivare a giocarmi titoli importanti poi riuscirò a sistemare quei dettagli necessari per poter vincere”.