A. Vavassori b. A. Murray 6-2 7-6(7)
Dal nostro inviato a Madrid
Chissà se se l’era sognato così l’esordio in un Masters 1000 Andrea Vavassori: su un prestigioso campo centrale, il Manolo Santana di Madrid, trovandosi di fronte un ex n. 1 del mondo e campione Slam, Andy Murray. Ed ovviamente vincendo, con un tie-break finale per cuori forti. Vittoria meritata quella del 27enne torinese, che per gran parte del match è stato letteralmente ingiocabile al servizio e ha sfruttato, specie nella prima frazione, la giornata non particolarmente ispirata di Murray, apparso molto falloso. Con orgoglio ed esperienza lo scozzese ha cercato di riagguantare un match che sembrava ormai andato e giocarsi tutto al tie-break del secondo set. Ma dopo aver sfruttato gli errori di Vavassori per recuperare una situazione che sembrava irrimediabilmente compromessa sul 3-6, è stato proprio lui a consegnarsi all’avversario con un paio di brutti errori a rete. Una vittoria prestigiosa per il tennista italiano, che gli regalerà molto probabilmente l’ingresso per la prima volta nei top 150 da lunedì.
Come accennato, il primo set è stato praticamente un monologo del tennista azzurro, che sfruttava le difficoltà di carburazione di un Murray molto falloso sin dal primo quindici ma ci metteva molto del suo grazie ad un servizio che gli portava una quantità industriale di punti. L’azzurro strappava subito per due volte il servizio all’ex n. 1 del mondo e si involava sul 4-0. Murray doveva annullare una palla break anche nel quinto gioco prima di ingranare un pochino, alzando finalmente la percentuale di prime e riducendo un po’ gli errori, e muovere così la casella dei game fatti. Ma Vavassori continuava ad imperversare con il servizio e chiudeva 6-2 in mezz’ora di gioco.
Il boato con cui il (non folto) pubblico accoglieva il punto dell’1-0 Murray ad inizio del secondo parziale, faceva capire che le tribune della Caja Magica erano in larga maggioranza dalla parte del vincitore dell’edizione 2015. Ma Vavassori – che prima di oggi contava tre vittorie a livello ATP, di cui una a fine 2021 e due ad inizio aprile a Marrakech, dove è arrivato ai quarti – era imperturbabile e continuava a bombardare con il servizio, e quando non bastava a chiudere con il dritto il colpo successivo. Ma non era solo la combinazione servizio-dritto il gioco del n. 164 del mondo. Il torinese infatti giocava in modo molto ordinato gli scambi prolungati, con palle profonde e liftate al centro, per non dare a Murray angoli e peso a cui appoggiarsi . E appena aveva l’occasione spingeva con il dritto o veniva a rete per chiudere al volo da gran doppista qual è. Il tre volte campione Slam invece tornava a sbagliare da fondo e cedeva nuovamente il servizio al terzo gioco. L’autorità con cui Vavassori saliva 3-1 sembrava far presagire un finale di partita non troppo complicato. Invece già nel turno di battuta successivo la pressione del traguardo che si avvicinava si faceva sentire e rischiava qualcosa – con Murray che non sfruttava la possibilità di giocare un buon passante per andare 15-40 – ma poi si salvava grazie anche a due pregevoli ricami a rete con la volèe bassa di rovescio. Ma lo scozzese era salito di livello adesso: nei suoi turni di battuta spingeva bene con il servizio e non aveva più alcuna difficoltà a gestire le risposte in back di Vavassori, magari ricordandosi che per anni aveva affrontato quelle di un certo Roger Federer. Vavassori invece era un pochino più contratto ed ora era lui il primo a sbagliare. Tanto da incartarsi nell’ottavo gioco, quando da 30-0, tra errori di esecuzione e scelte tattiche non felici (due attacchi a rete un po’ telefonati), consentiva allo scozzese di cogliere l’attimo e recuperare il break. Il pubblico continuava a spingere Murray, che ora era molto più solido. Per fortuna di Vavassori il servizio tornava ad assisterlo e si arrivava senza ulteriori sussulti al tie-break. Anche perché sarebbe stato proprio il tie-break a darne…
Succedeva infatti un po’ di tutto nel tredicesimo game. All’inizio a farla da padrone era il dritto dell’italiano che infilava tre bellissimi vincenti, inframmezzati da un paio di errori di un Murray spentosi improvvisamente di nuovo, che gli consentivano di salire 5-1. Il n. 52 del mondo aveva un sussulto d’orgoglio e accorciava sul 3-5. Ma il back di rovescio di Vavassori che passava a fil di rete (con un “ohhh” del pubblico a seguire la traiettoria) e la seguente smorzata in rete dello scozzese sembravano voler confermare che il fato era tricolore oggi. Sembrava, perché invece sul più bello l’azzurro giocava un paio di punti orribili: prima un doppio fallo e poi un serve & volley alla garibaldina con la volée di rovescio che non raggiungeva neanche la rete sulla solida risposta avversaria. Il servizio vincente del 35enne di Dunblane per il 6 pari sembrava certificare che la partita stava girando a suo favore, ed invece lo scozzese combinava l’incredibile patatrac: su una palla che bastava appoggiare oltre la rete, volendo esagerare con il tocco di fino finiva per metterla clamorosamente in rete. Il punto dopo, al quarto match point, Vavassori non aveva il coraggio di spingere a tutta un paio di dritti e alla fine di uno scambio prolungato doveva capitolare. Ma ancora Murray, con un serve & volley tatticamente simile a quello del torinese di poco prima, gli dava un’altra occasione. Ed era quella giusta, ancora grazie al contributo dello scozzese che affondava in rete una volèe di dritto non complicata: alla quinta palla match Vavassori finalmente chiudeva 9-7 e si regalava la vittoria più prestigiosa della sua carriera. Ed in aggiunta la possibilità di disputare un’altra sfida di prestigio, presumibilmente ben più complicata, dato che al prossimo turno affronterà un altro ex n.1 del mondo e campione Slam: il n. 2 del seeding Daniil Medvedev.