Il n. 2 cinese Zhizhen Zhang ha ottenuto la sua prima vittoria in un Masters 1000 al Mutua Madrid Open, superando il qualificato austriaco Jurij Rodionov per 7-6(6) 6-4.
Il 26enne di Shanghai, n. 99 ATP, alla sua prima partecipazione al torneo e dunque al debutto assoluto nella Caja Magica ha recuperato un break di svantaggio nel primo set per poi cancellare anche un set point sul 6-5 nel tie-break prima di intascarsi la frazione d’apertura. Alla ripresa dei giochi, con 12 vincenti messi a referto nel secondo parziale sublimati dallo strappo decisivo maturato nel quinto game, il giocatore asiatico si è guadagnato l’accesso al 2°T al termine di 1h33′ minuti di partita.
Questa madrilena è la prima affermazione stagionale a livello di Tour maggiore per Zhang, che proprio in Italia nell’ATP 250 di Napoli dello scorso ottobre raccolse il secondo quarto di finale della carriera nel circuito principale, e che permette al classe ’96 di scalare virtualmente quattro posizioni nella classifica live assestandosi alla piazza n. 95, ovvero a soli quattro posti dal proprio Best Ranking raggiunto nel febbraio del 2022. Stagione in cui è diventato anche il primo cinese di sempre ad entrare in Top 100 – in seguito raggiunto da Yibing Wu, attualmente n. 1 di Cina con il suo 57° posto nel ranking ATP -.
Adesso per Zhizhen al secondo turno ci sarà l’ostacolo Denis Shapovalov.
Giornata avara di soddisfazioni per i mancini
Per quanto concerne gli altri risultati di giornata, un altro tennista proveniente dall’Asia e dal tabellone cadetto si è imposto in due set: stiamo parlando del nipponico Yosuke Watanuki, che ha sconfitto il talentuoso e scostante mancino transalpino Corentin Moutet con un duplice 6-3. Mentre il cileno Cristian Garin ha superato con il punteggio di 7-6(5) 6-2 lo svizzero Marc-Andrea Huesler, dunque un altro mancino KO – oggi per loro giorno di magra più totale nella capitale iberica.
L’argentino Pedro Cachin, n. 67 del mondo, ha invece estromesso il 19enne giordano – beneficiario di una wild-card, di cui vi abbiamo raccontato la storia: un giocatore venuto dal nulla e cresciuto nella prestigiosa Rafa Nadal Academy – Abdullah Shelbayh (n. 243 ATP). In chiusura di programma diurno, il californiano Marcos Giron ha avuto la meglio sul portoghese Nuno Borges con lo score di 6-2 7-6(7).
Gli australiani con alterne fortune, i serbi chiudono con un bilancio in negativo
Nella seconda parte dello schedule odierno si sono registrate la vittoria dell’australiano Christopher O’Connell (n. 81 ATP) sul serbo Filip Krajinovic – che sopravanza in classifica il 28enne di Sydney di un paio di posizioni – dispiegata in tre parziali, 6-4 (2)6-7 6-2, in poco più di due ore e venti di gioco; ma anche il successo del fresco campione del ‘250’ bosniaco di Banja Luka Dusan Lajovic, il quale ha rifilato un agevole e periodico 6-3 al n. 63. delle classifiche Jason Kubler. Il 29enne di Brisbane si è dovuto arrendere mestamente in quasi un’ora e mezza di gioco.
Per appore il sigillo finale a questo giovedì merengue, battaglia da cuori forti durata la bellezza di 2h39′ di lotta tra Mackenzie McDonald e Bernabé Zapata Miralles: il tennista di casa, spinto dal sostegno degli spalti infuocati dell’Arantxa Sanchez Stadium – quinto ed ultimo match in programma quest’oggi sul secondo campo dell’impianto – ha finito per rimontare lo statunitense 3-6 6-3 7-6(4) dopo aver annullato due match point nel decimo game del terzo set servendo per prolungare la contesa sotto 4-5.
Prima che il sipario si chiudesse definitivamente, vi è stata pure l’occasione per assistere al colpo di coda di Aslan Karatsev (n. 121 ATP). Il russo, che da tempo in memore non mostra più con una certa continuità il livello ammirato in quel suo fantasmagorico Australian Open 2021 ma che d’altra parte riscontra proprio nella costanza di rendimento il suo vero tallone d’Achille per via dell’incapacità del proprio tennis ad alto coefficiente di rischio di reggere su standard elevati per periodi prolungati ad eccezione delle cosiddette “nuvole” tennistiche come fu quel Melbourne di due anni orsono, ha scoccato una freccia da distanza siderale visto che vincere sulla terra battuta un match per 7-6(5) 7-5 in 2h02‘ quando dall’altra parte della rete c’è un cagnaccio da mattone tritato qual è il serbo Laslo Djere (n. 70 ATP), può certamente ritenersi un piccola impresa per uno che non vive proprio il miglior momento della carriera. Tuttavia aveva già riecheggiato il proprio splendore eliminando nel turno finale delle qualificazioni la tds n. 1 del seeding cadetto Jan-Lennard Struff, un tennista in grandissima forma reduce dai quarti a Montecarlo – poi ripescato è divenuto giustiziere di Sonego.