Dopo il silenzio prolungato durato quasi otto mesi, Simona Halep ha deciso di tornare a parlare in pubblico. L’argomento, ovviamente, è il suo tanto discusso ritorno in campo, per cui ancora non c’è una data definita. La rumena, infatti, attende ancora di essere giudicata in merito alla sua positività al roxadustat, farmaco utilizzato nel trattamento dell’anemia ma – a meno di prescrizione medica – vietato in ambito sportivo.
“Non ho mai assunto nessuna sostanza proibita consapevolmente“ – ha voluto sottolineare l’ex n°1 del mondo, dettasi da sempre “contro ogni forma di doping e a favore dello sport pulito”. L’unica cosa che chiede Simona è di essere giudicata: “non voglio un trattamento speciale, ma quanto tempo ancora dovrà passare prima di un processo?”. La data al momento fissata è il 28 maggio, che però può ancora cambiare come già accaduto nelle occasioni precedenti. “L’ITF ci ha già fatto sapere che possono ancora chiedere che la data venga annullata” ha dichiarato ancora Halep. “Se così faranno, starò otto mesi senza aver potuto giocare per via di una sospensione cautelare. Trovo ingiusto il fatto di non aver avuto la minima possibilità di esprimermi davanti a giudici indipendenti“.
A distanza di poche ore non è tardata ad arrivare la risposta dell’ITF, che si è laconicamente espressa attraverso i propri canali ufficiali: “L’ITF non ha mai avuto nessun coinvolgimento nella gestione del caso di Simona Halep. Il programma anti-doping del tennis è gestito e applicato dall’Agenzia Internazionale dell’Integrità nel Tennis (ITIA), per conto di ATP, WTA, ITF e dei Grandi Slam”.