Dal nostro inviato a Madrid
[2] D. Medvedev b. [Q] A. Vavassori 6-4 6-3
Finisce al secondo turno la favola di Andrea Vavassori. Dopo aver battuto un protagonista del tennis di solo qualche anno fa, Andy Murray, il torinese deve fermarsi davanti ad uno dei grandi protagonisti odierni del circuito, Daniil Medvedev. Il 27enne tennista italiano ha però retto bene il confronto, affidandosi all’unica arma disponibile per tenare di creare problemi al n. 3 del mondo: il serve and volley sistematico. Tanto da arrivare nel primo set addirittura ad un punto dal servire per il parziale, prima che il russo ristabilisse subito le gerarchie. Da parte sua il n. 2 del seeding ha fatto una partita ordinata, non soffrendo mai – se non per un paio dei suoi quasi fisioogici cali di attenzione – al servizio e aspettando l’occasione giusta in risposta, che è arrivata puntualmente nella seconda parte di entrambi i parziali. E non è poco, considerato il suo scarso amore per il mattone tritato e le condizioni particolari di Madrid e visto invece quanto hanno sofferto all’esordio diversi top seeded, specialisti del rosso.
LA CRONACA – Neanche il tempo di sedersi e c’erano subito, clamorosamente, due palle break per Vavassori, causate essenzialmente da due doppi falli di Medeved. Che però toglieva subito la ruggine dal colpo di inizio gioco con due servizi vincenti e metteva subito le cose a posto. Vavassori sui suoi turni di servizio si affidava sin da subito al serve & volley sistematico, conscio di non poter fare match pari da fondo con il russo, la cui spinta poco ortodossa ma incredibilmente efficace (dal vivo però si apprezza meglio la fluidità, diciamo cosi biomeccanica, dei suoi movimenti) non era per lui sostenibile. Nei suoi turni di battuta il n. 3 del mondo invece non soffriva più dopo l’amnesia iniziale, con il n. 164 del ranking che per fare finalmente in punto in risposta che non fosse figlio di un errore avversario doveva inventarsi nel settimo gioco un attacco a tutto braccio e una volée con taglio inverso a seguire. Da segnalare che il pubblico sugli spalti – abbastanza gremiti, nonostante il match fosse iniziato alle 11 di mattina, anche se di sabato – apprezzava il gioco d’antan di Vavassori e lo sosteneva abbastanza apertamente, applaudendo spesso le sue volée vincenti. Sta di fatto che sino al 4 pari il torinese teneva botta anche se un paio di risposte sui piedi proprio nell’ottavo game avevano dato la sensazione che Medvedev iniziasse a leggere il servizio dell’italiano. Inaspettatamente era invece l’azzurro a sfruttare nel game successivo un piccolo calo di tensione avversario e a procurarsi con merito un’altra palla break. Come con le due all’alba del match, il 27enne moscovita annullava anche questa con un servizio vincente e non si complicava ulteriormente la vita. Nel decimo game la sensazione precedente era confermata. Gran risposta di Medvedev, poi a Vavassori non entrava più la prima: break a zero e primo set Medvedev 6-4.
Poco dopo l’inizio del set secondo set, sull’uno pari, 15 pari, l’ex n. 1 del mondo sentiva una goccia di pioggia e si fermava. Dai fischi che scendevano dalle tribune (scoperte) e dallo sguardo perplesso dell’arbitro pareva l’avesse sentita solo lui, perciò con un collega andavamo a controllare direttamente – dato che la tribuna stampa è nella parte coperta – e la pioggerellina, seppur lieve, in effetti ovviamente c’era (ed infatti il pubblico aveva iniziato ad alzarsi e ad andar via). Ma cessava dopo qualche minuto ed il gioco riprendeva immediatamente.
Nel game successivo una volée bassa di Vavassori che si fermava sul nastro sembrava il segnale della resa definitiva, dato che subito dopo arrivavano altre due palle break per Medvedev. Invece il torinese esaudiva la richiesta che proveniva dagli spalti (“Andrea, non mollare”) e lottando, soprattutto grazie alla prima di servizio ritrovata, recuperava e impattava sul due pari. Ma di nuovo la sensazione era che fosse solo questione di tempo. Nei suoi turni di servizio infatti Medvedev era in totale controllo, doveva solo aspettare l’occasione giusta in riposta. Che arrivava nell’ottavo gioco e che il russo coglieva con merito, giocando due ottimi punti – un passante stretto incrociato dopo un’ottima volèe di Vavassori e una controsmorzata micidiale – per ottenere il secondo break a zero. Il pubblico incoraggiava ancora Vavassori, ma Medvedev non si distraeva, a parte nel primo punto del game, piazzando anche un paio di ace per poi chiudere 6-3. Per lui ora il derby contro il nuovo pupillo di Bresnik, il 22enne Alexander Shevchenko, che ha inaspettatamente dominato – imponendosi con un doppio 6-1 – il ceco Jiri Lehecka, n. 37 del mondo.