Un Carlos Alcaraz molto sorridente arriva nella sala stampa della Caja Magica, pronto a rispondere con la serenità propria di un tennista che vive un ottimo momento di forma nella settimana in cui si sta esibendo nel torneo che maggiormente lo mette a contatto con l’amore del suo pubblico.Come sempre, quando gioca qui a Madrid (e accadeva ovviamente lo stesso anche a Nadal) la gran parte della conferenza stampa è svolta in spagnolo, lingua con cui vengono fatte il 90% delle domande. I colleghi spagnoli adoranti verso il loro campione si complimentano per la sua prestazione e per come stia alzando -nel corso delle partite qui a Madrid- il livello del suo tennis, sensazione che conferma lui stesso, dicendo di essere molto soddisfatto di come ha giocato contro Zverev, pur riconoscendo che il tedesco non fosse al meglio.
Nel corso della conferenza stampa gli chiedono anche di Nadal e se a suo avviso il maiorchino possa competere al Roland Garros e Carlos non si tira indietro: dice di non sapere se Rafa giocherà prima a Roma, ma che in ogni caso – poichè si parla di uno dei migliori giocatori della storia- tutto sia possibile. Alcaraz spiega: “Per giocare bene a tennis hai bisogno di trovare il ritmo e fare tante partite, lui non gioca da quattro mesi e per chiunque sarebbe molto difficile pensare di vincere a Parigi in tali condizioni. Ma parliamo di uno dei maggiori miti del tennis, Rafa ha vinto quattordici volte il Roland Garros e a mio avviso, se ci sarà, resta tra i grandi favoriti. Per me lui è un esempio e una vera fonte di ispirazione e sempre lo sarà”
Quando si passa alla lingua inglese si torna a parlare del match vinto: “Sono contento per la vittoria, anche se Sascha non ha giocato al meglio delle sue possibilità. Non mi aspettavo un punteggio così netto, ma sono contento per come ho giocato: non gli ho permesso di fare il suo gioco e sono riuscito a farlo perchè ho giocato a un buonissimo livello. Perr questo sono così contento della vittoria.”Gli chiedono anche di come faccia a rimanere con i piedi per terra e così concentrato sul tennis sopra ogni altra cosa: “Penso di essere un ragazzo come tanti altri, non sono nemmeno così famoso (sorride, ndr). Credo sarò sempre la stessa persona anche in futuro, credo i miei genitori abbiano fatto un gran lavoro con me, quando ero un ragazzino mi hanno protetto e niente di brutto mi è successo. Non penso che nulla di quello che mi possa succedere potrà cambiarmi.”