[1] C. Alcaraz b. [10] K. Khachanov 6-4 7-5
Carlos Alcaraz si guadagna la chance di poter festeggiare venerdì il suo ventesimo compleanno assieme ai dodicimila connazionali che riempiranno il Manolo Santana per assistere alla semifinale in cui sarà impegnato dopodomani. Un più che insolito modo di celebrare tale ricorrenza permessogli dalla data di nascita coincidente con il periodo in cui si svolge il torneo e, soprattutto, dalle vastissime quantità di talento tecnico e di predisposizione mentale all’agonismo di cui è dotato, che lo rendono un predestinato del tennis. Contro Karen Khachanov -molto buona la prova del russo, che deve recriminare per la gestione di alcuni momenti del secondo set- Alcaraz ha mostrato quanto attualmente sia ampio il divario con quasi tutti i suoi avversari: ha vissuto dei passaggi a vuoto nel secondo parziale, durante il quale si è trovato per due volte dall’essere a un solo punto dal doppio break sotto (dopo aver vinto meritatamente un primo set equilibrato), ma ne è saputo venire fuori, finendo per vincere in due e conservando così preziose energie per il rush finale del torneo. Khachanov ha mostrato di essere all’altezza di quella top ten da cui manca dall’ottobre di quattro anni fa: ha impressionato per l’efficacia dei colpi e per come abbia lottato senza timori reverenziali credendo nelle sue possibilità: avrebbe forse meritato di giocarsi le sue chances al terzo set.
PRIMO SET- Nell’insolito caldo estivo anticipato che sta accompagnando tutto il torneo, poco dopo le ore 16, è iniziato il terzo confronto tra i due giocatori (dopo quelli vinti da Alcaraz l’anno scorso, senza perdere un set, al Roland Garros e ad Amburgo). A differenza della giornata di martedì, dedicata agli ottavi, ci sono due particolari importanti diversi: un buon terzo delle tribune del Manolo Santana sono vuote, mentre dal campo emerge una difformità tecnica rispetto alla partita vissuta da Alcaraz il giorno prima.
Sin dalle primissime fasi di gioco si capisce infatti che Khachanov impegnerà il numero 2 al mondo molto più di quanto fatto dalla brutta versione dello Zverev visto ieri. Il russo, rispetto al tedesco, è molto meno falloso, si muove meglio e la sua palla è molto più penetrante: si vede come sia, a differenza di Sasha, in un momento di fiducia e che non parta battuto nella sua mente, nemmeno davanti all’ impressionante Alcaraz di questi mesi. Nei primi sei game si va ai vantaggi solo nel gioco inaugurale, quando al servizio è il russo e per attendere la svolta del set bisogna attendere, come vuole una vecchia legge non scritta del tennis, il settimo game. Due gratuiti di Khachanov e un gran punto chiuso con una bella volée di rovescio regalano ad Alcaraz tre palle break consecutive: la terza è quella buona, convertita dallo spagnolo con un dritto inside-in che lo porta sul 4-3 e servizio.
Nel gioco successivo il 12 ATP arriva per la prima volta ai vantaggi e riesce a guadagnarsi la prima palla break dell’incontro, annullata con un bel servizio in kick da Alcaraz. Sul 5-3 lo spagnolo, sotto 0-40 sul servizio dell’avversario, conferma la sua mentalità famelica e riesce a recuperare ed arrivare a set point, ma non è tuttavia capace di anticipare la chiusura del parziale: Khachanov si salva con lo schema servizio e dritto. Il primo parziale termina comunque nel gioco successivo, quando, dopo 50 minuti di bel tennis, a Carlos basta il secondo set point, nel quale costringe all’errore di rovescio il suo avversario.
SECONDO SET- Non c’è stata così tanta differenza tra i due e quando si riparte basta un calo dell’idolo di casa affinché il russo prenda il largo. Siamo nel quarto gioco quando Alcaraz è costretto a fronteggiare due palle break: sulla prima si salva con il servizio, ma sulla seconda manda il dritto lungo, consentendo a Khachanov di allungare sul 3-1. Carlos vive un momento di smarrimento: davanti a un ottimo Khachanov, il cui body language continua ad essere quello di chi ha giustamente fiducia nelle proprie possibilità, alterna grandi punti a tanti errori gratuiti. Nel sesto gioco il numero 2 al mondo deve nuovamente fronteggiare due palle break, che annulla mirabilmente, prima con una splendida palla corta di dritto, poi con un formidabile lungolinea di rovescio.
Una volta finito sull’orlo del baratro (relativamente allo smarrimento del secondo parziale) il tennista di Murcia trova l’adrenalina necessaria per esaltarsi e ingranare le marce del suo rendimento: il momento clou è al nono gioco, quando grazie a bellissimi colpi (e a un calo di Khachanov) arriva a palla break sul servizio del russo, subito concretizzata con una discesa a rete chiusa da una volée di dritto. Sul 5 pari l’episodio che testimonia come anche il fato patteggi per Alcaraz: sul 30 pari un nastro “spagnolo” fa ballare la pallina per qualche istante prima di finire, irrecuperabile, immediatamente dentro la metà campo del russo: il murciano si scusa, ma Khachanov dà in escandescenze per l’episodio a sfavore così penalizzante. Si va così a palla break: un Khachanov ormai in stato confusionale manda in rete il dritto, regalando al numero 2 del mondo la possibilità di andare a servire per il match sul 6-5. La partita è praticamente finita lì: il 12 ATP va 0-30, ma Alcaraz recupera e sul match point con il dritto costringe all’errore l’avversario, conquistando dopo 1 ora e 52 minuti di partita la terza semifinale in un Masters 1000 della stagione (e al, momento, la sesta della carriera).
Ora attende il vincente della sfida tra Coric e Altmaier: non ha mai giocato contro nessuno dei due, ma non è esagerato dire che partirà ampiamente favorito contro entrambi.