[12] Kudermetova b. [3] Pegula 6-4 0-6 6-4
Veronika Kudermetova è la terza semifinalista del Mutua Madrid Open. La tennista russa si impone con il punteggio di 6-4 0-6 6-4 sulla più forte, almeno sulla carta in quanto n° 3 del seeding, Jessica Pegula, che non riesce dunque nell’impresa di ribadire la finale dello scorso anno e deve lasciare anzitempo un torneo vissuto da protagonista nel 2022. Per la n° 13 WTA – e almeno n° 12 la settimana prossima – fanno 4 match su 4 vinti al terzo set in terra madrilena, dopo quelli con Parrizas-Diaz, Potapova e Kasatkina, e un totale di oltre 10 ore in campo tra il primo turno e i quarti di finale.
Come si evince dal punteggio, è stata Kudermetova a decidere le sorti del match, perché nei frangenti in cui ha giocato il suo miglior tennis – e quindi il parziale d’apertura e quello decisivo, dall’andamento similare – ha fatto la differenza rispetto a una statunitense sempre continua ma mai in grado di trovare dei picchi di gioco che le permettessero di prevalere sulla rivale odierna, apparsa piuttosto in forma. Per Veronika si tratta non solo del miglior risultato a Madrid, ma anche della prima semifinale in carriera in un WTA 1000. Ora potrebbe doversela vedere con la n° 1 del mondo e del tabellone Iga Swiatek, ammesso quest’ultimo rispetti i favori del pronostico e superi in serata Petra Martic.
Primo set: tanti break all’inizio, poi Kudermetova allunga e incamera il parziale per 6-4
Il servizio non sembra essere un’arma con la quale le due contendenti possano fare la differenza a loro favore nei minuti iniziali. Quasi in ogni game la tennista in risposta riesce infatti a procurarsi delle chance, e pure a concretizzare. Nei primi 7 giochi, sono ben 5 i break, ma quello che sposta gli equilibri è l’ultimo ottenuto dalla giocatrice meno quotata in campo, Kudermetova, capace di salire 4-3 e servizio. Pegula, invece, nello stesso arco di game racimola la miseria di 4 punti su 10 con la prima palla e non molto di più, 5 su 10, con la seconda.
Detto delle battute, non propriamente fattori determinanti, da fondo campo si vedono invece alcuni scambi di rilievo, ed è soprattutto la russa a cercare di incidere con i colpi in uscita dal servizio, specie con il dritto. A volte, questo fondamentale scappa lungo o in corridoio, ma quando rimane dentro le righe è tanto potente e preciso da mettere alle strette la statunitense, meno offensiva dell’avversaria e di frequente costretta ad allunghi e recuperi. Tale andamento – più intraprendente la n° 12 del seeding e troppo remissiva la n° 3 – comporta la conferma, ed è una notizia, del break per la ventiseienne di Kazan e dunque il 5-3 in suo favore. Pegula esce da un game lottato per rifarsi più vicina sul 4-5, ma al servizio per chiudere Kudermetova continua con le soluzioni vincenti sull’uno-due e tiene a -30, andandosi a sedere in panchina con il parziale in tasca.
Secondo set: la russa scompare dal terreno di gioco e non vince neanche un game. 6-0 Pegula
La nativa di Kazan è però abituata a partite lottate al Mutua Madrid Open, tanto da essere sopravvissuta a tre battaglie concluse ognuna in tre set nei turni precedenti, e non vuole essere da meno anche quest’oggi. Con un errore dopo l’altro, rimette infatti rapidamente in corsa l’avversaria, perdendo sia il dritto che il rovescio, mentre Pegula, senza cambiare in realtà granché marcia, approfitta del lungo passaggio a vuoto che si manifesta dalla parte opposta del campo per salire in fretta sul 5-0 e di fatto mettere una grossa ipoteca sul parziale.
L’americana ha comunque il merito di alzare la percentuale di prime in campo e di limitare di molto i gratuiti, ma Kudermetova sembra davvero la sorellastra della giocatrice in grande spolvero ammirata nelle fasi salienti del precedente parziale, tanto da crollare addirittura per 6-0 (solo 5 punti vinti nei 6 giochi), quasi disinteressandosi dell’ultimo game ed essendo proiettata con la mente già al set decisivo, il quarto su altrettante sue partite alla Caja Májica.
Terzo set: andamento simile al parziale d’avvio e identico punteggio. 6-4 per Veronika, che approda in semi
I limiti mostrati da Kudermetova non erano però solo di carattere tecnico-tattico, ma derivavano anche da problemi fisici. Lo si evince dal medical timeout richiesto dalla classe ’97 per un fastidio muscolare al lato destro della schiena, per il quale si assenta dal campo per qualche minuto, in compagnia del proprio block-notes forse anche per rischiararsi le idee sul da farsi per rientrare in gara. E in effetti, i pensieri tattici sembrano essere tornati quelli giusti, così come i colpi, di nuovo ficcanti, e la spinta di gambe, scomparsa per un importante lasso di tempo. Insomma, la vincitrice del torneo di Charleston del 2021 è di nuovo quella di inizio gara e sale sul 2-0.
Pegula non ci sta e risale sul 2-2, dando vita a una lotta serrata che si potrebbe decidere su pochi scambi. Il match è di difficile lettura, tanto che torna a fare capolino il valzer di break del set d’apertura, e a un certo punto anche la situazione di punteggio è in fotocopia: 4-3, con break, per la russa (dopo 4 game consecutivi vinti dalla giocatrice alla risposta) e l’opportunità, identica al primo parziale, di allungare questa volta definitivamente. E in effetti, è proprio quello che capita. Kudermetova conferma il vantaggio senza concedere nessuna possibilità di rientro all’avversaria, la quale ricuce lo strappo sul 4-5 ma deve capitolare nel momento in cui Kudermetova serve per la vittoria. Il secondo match point è quello giusto per approdare – peraltro con un perentorio ace – tra le migliori 4 nella capitale iberica.