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È il personaggio di questa edizione del Mutua Madrid Open 2023. Lo scorso 25 aprile, giorno del suo trentatreesimo compleanno, Jan-Lennard Struff stava per salutare Madrid dopo la sconfitta nel turno decisivo di qualificazione contro il russo Aslan Karatsev. Poi ecco arrivare la seconda opportunità, essendo stato sorteggiato come lucky loser dopo il forfait a qualificazioni iniziate del francese Lestienne.
Dieci giorni dopo, contro lo stesso avversario, eccolo strappare il pass per la sua prima finale a livello Masters 1000. Successo che gli ha permesso di diventare il primo lucky loser nella storia a raggiungere una finale di un Masters 1000. Nel percorso, Jan-Lennard ha sconfitto il nostro Lorenzo Sonego (di cui a posteriori può essere rivalutato il ko), poi il talentuoso americano Ben Shelton, un giocatore in forma come il campione di Banja Luka Dusan Lajovic, l’argentino Pedro Cachin, un campione come Stefanos Tsitsipas e, in semifinale, Aslan Karatsev. Una cavalcata che permetterà al trentatreenne tedesco di balzare dalla posizione 65 al suo nuovo best ranking. Da lunedì, in caso di sconfitta in finale contro Carlos Alcaraz, Struff sarà il nuovo numero 28 al mondo. In caso di successo raggiungerà, invece, la posizione numero 21, conquistando il suo primo titolo e diventando il numero 1 di Germania, davanti ad Alexander Zverev. E dire che Struff sinora in carriera ha disputato una sola finale, persa a Monaco di Baviera nel 2021 contro il georgiano Basilashvili.
Adesso per Struff ci sarà la sfida contro Carlos Alcaraz, con i precedenti che dicono una vittoria a testa. Finora i due si sono sfidati sempre in match al meglio dei 5 set. Quella madrilena sarà, infatti, la prima sfida giocata al meglio dei 3. Il primo incontro tra i due se lo è aggiudicato Struff che vinse per 3 set a zero al Roland Garros 2021 sul diciottenne Alcaraz, in quel momento numero 97 delle classifiche mondiali. La seconda sfida risale a Wimbledon 2022. Struff conduceva per due set a uno prima di cedere per 6-4 al quinto set dopo oltre quattro ore di battaglia.
Struff nella sua carriera vanta 12 vittorie e 32 sconfitte contro top 10. Se si restringe ai top 5 Struff va a caccia della vittoria numero 6. Delle cinque vittorie contro top5 collezionate in carriera due sono arrivate nelle ultime settimane, contro Ruud a Montecarlo e contro Tsitsipas a Madrid. La sfida contro Alcaraz potrebbe permettere a Struff di riscrivere diverse statistiche della storia del tennis. Il tedesco potrebbe diventare il più anziano tennista a vincere il suo primo torneo Masters 1000, battendo il record di Isner che conquistò Miami nel 2018 a 32 anni. Struff sarebbe, inoltre, il quarto tennista a conquistare il suo primo titolo in un torneo di tale categoria. Prima di lui ci sono riusciti Roberto Carretero e Albert Portas ad Amburgo, rispettivamente nel 1996 e 2001, quando ancora il torneo tedesco era un “1000” e Chris Woodruff a Montreal nel 1997.
Dal 1990 solo in tre prima di Struff avevano raggiunto una finale da lucky loser di un torneo di livello superiore ad un ATP250: lo spagnolo Marcel Granollers (sconfitto da Ferrer a Valencia nel 2010), Leonardo Mayer (vincitore dell’ATP500 di Amburgo nel 2017) e Lorenzo Sonego (sconfitto da Rublev a Vienna nel 2020). Se guardiamo alla stagione in corso vi è già un vincitore di un torneo ATP da lucky loser. Si tratta del coreano Soonwoo Kwon che ha conquistato il torneo di Adelaide 2 battendo lo spagnolo Bautista Agut.
Ecco cosa ha dichiarato il tennista tedesco sulla sua settimana da sogno al termine del match di semifinale vinto contro il russo Karatsev.
D: Immaginavi di poter raggiungere la finale?
JAN-LENNARD STRUFF: ”Ovviamente no. Non dopo la sconfitta nel turno decisivo delle qualificazioni. Ero molto felice, era il mio compleanno, avevo perso il mio match [contro Karatsev, ndr] ma sono stato sorteggiato come lucky loser. Sono molto felice di aver ricevuto una seconda possibilità, non so se è già successo, ma è una storia pazzesca. Non avrei mai immaginato di arrivare in finale. Raggiungere la finale è qualcosa di molto positivo per me. Affronterò Carlos Alcaraz in un’atmosfera fantastica. Lui ha 20 anni, siamo in Spagna, e giochiamo sulla terra battuta. Ho molto lavoro da fare per riuscire a batterlo. Non vedo davvero l’ora che arrivi quella partita. Ci siamo già affrontati due volte, ed il match giocato a Wimbledon è stato molto intenso. Non vedo l’ora che arrivi domenica e sono veramente contento di essere in finale”.
D: Dalla sconfitta contro Karatsev nel turno decisivo di qualificazione alla vittoria qualche giorno dopo in semifinale, cosa è cambiato?
JAN-LENNARD STRUFF: “Non ho giocato una buona partita a livello tattico durante le qualificazioni. I campi più esterni sono un po’ più veloci e anche più piccoli. Faceva molto caldo quel giorno, circa 30 gradi. Era molto difficile per me rispondere al suo servizio, una palla molto difficile da controllare. Oggi sapevo di dover giocare in modo più aggressivo, quello era il piano”.
D: Cosa puoi dirci sulle precedenti sfide con Alcaraz?
JAN-LENNARD STRUFF: “Carlos adesso ha 20 anni. Abbiamo giocato per la prima volta contro al Roland Garros, quando aveva 18 anni. Per un giocatore giovane come lui, sono cambiate molte cose da quella sfida. Quello che ha realizzato negli ultimi due anni è incredibile. È un giocatore molto completo, ha molte armi. Può giocare il serve and volley, può colpire forte da fondo campo, ha un buon servizio e gioca bene anche le palle corte. È molto veloce, un grande atleta. Ricordo che furono due dure battaglie”.
D: Un infortunio ti ha fatto scivolare fuori dalla top 100. Come è andata?
JAN-LENNARD STRUFF: “È stato un duro colpo. L’ultimo anno è stato travagliato per me e non ho giocato bene all’inizio della stagione. Mi sono fatto male al piede, mi sono fratturato l’alluce del piede destro. Quando stavo per riprendere ad allenarmi, sono sorti altri problemi ai piedi che mi hanno impedito di giocare sulla terra battuta, dove avevo tanti punti da difendere. Sono uscito dai primi 100, 150, 160. Mi sentivo come se non avessi giocato il miglior tennis possibile. Ma non ho smesso di lavorare, mi sono impegnato molto per risalire”.