Sono passati quattordici mesi da quando Ash Barty ha deciso di abbandonare il tennis professionistico. In questo lasso di tempo la tennista australiana non si è fermata un attimo: a gennaio c’è stato l’annuncio della sua gravidanza, poi la pubblicazione della sua autobiografia My Dream Time. E’ stata coinvolta in prima persona nella crescita di giovani talenti come l’astro nascente Olivia Gadecki. E adesso si è impegnata come volto della campagna Australian Made Week per promuovere il suo paese.
Intervistata dal The Guardian l’ex n.1 WTA ha raccontata la sua vita dopo il tennis: “Ci sono stati periodi in cui mi sentivo come se non avessi idea di cosa stessi facendo. Poi ci sono stati altri periodi in cui mi sentivo come se non ci fossero abbastanza ore al giorno”, dice. “Il tour del libro è stato un grande progetto che ha richiesto molto tempo e molta energia. Volevamo farlo bene, ma emotivamente e mentalmente, probabilmente mi ha fiaccato più di quanto pensassi. “Ma è stato fantastico.
Penso che sia stato davvero un bel modo per chiudere letteralmente il capitolo e guardare a cosa c’è dopo. Poi, qualche mese fa, il nostro mondo e il nostro futuro sono stati capovolti [con la gravidanza]. È stato impegnativo. Ma è stato anche unico e, probabilmente, tutto ciò che avrei potuto desiderare”. La 27enne ha viaggiato molto in tutta l’Australia e all’estero dopo il suo pensionamento anticipato nel marzo 2022. In particolar modo per impegni legati al suo lavoro e alla sua fondazione, ma anche per piacere.
Barty ha confessato che nell’ultimo anno ha guardato molto tennis in televisione, e che in fondo la competizione le manca. In parte sta mitigando questa astinenza sui campi da golf, ma niente la faceva stare bene come la tattica pre-partita in collaborazione con il suo ex allenatore Craig Tyzzer. “Probabilmente quello che mi manca di più è il brivido della lotta con Tyzz. Sedersi insieme e trovare un modo per svelare completamente il nostro avversario“, dice. “Questo è quello che ho amato di più. Il lato tattico del gioco e la possibilità di mettere a disagio il tuo avversario e farlo con le mie abilità e le mie armi. Mi manca passare il tempo con… tutta la mia squadra. Ma il nostro rapporto non è cambiato. Il contatto non è così frequente e non così alto come prima.
Barty ha collaborato con Tyzzer e Jason Stoltenberg – che hanno anche allenato Lleyton Hewitt e l’hanno portato a vincere Wimbledon – per formare una società di consulenza che fa da mentore a promettenti giocatori australiani. “Hanno metodi e filosofie diverse“ ma condividono l’obiettivo comune di “voler trasformare brave persone in grandi atleti [con] un’autentica possibilità di fare qualcosa di speciale”. “Penso che come atleta diventi piuttosto egocentrico e molto egoista, anche se in senso positivo”, dice. “È stato davvero bello togliersi i paraocchi e guardare le cose con una visione più ampia. È stato davvero bello negli ultimi 12 mesi lavorare con loro. Come sbloccare un’abilità diversa. Sono stata molto fortunata ad averli come parte del mio viaggio”.
Spostandoci sull’attualità Barty ha parlato della crescente rivalità tra le due migliori donne del mondo: Iga Swiatek e La campionessa dell’Australian Open, Aryna Sabalenka. Swiatek e Barty hanno stretto un legame grazie al loro amore per la lettura e la campionessa polacca ha succeduto l’australiana nel primato della classifica mondiale. Anche la difficile situazione di un’altra cara amica, Simona Halep, ha attirato l’attenzione di Barty. “Amo Simo e rispetto Simo. Le ho parlato un po’ negli ultimi 12 mesi circa. È una persona eccezionale”, dice Barty. “Spero davvero sinceramente che abbia l’opportunità di dire la sua e di spiegare la sua versione, perché ci sono sempre due versioni in ogni storia. Penso che faresti fatica a trovare qualcuno che non vorrebbe vederla là fuori fare ciò che ama assolutamente, ovvero competere su un grande palcoscenico contro i migliori del mondo.
Ashleigh si è dunque soffermata sui suoi obbiettivi nel breve periodo: “Il mio obiettivo continua ad essere quello di aiutare a fornire opportunità ai giovani delle Prime Nazioni nello sport e nell’istruzione attraverso la Ash Barty Foundation“, afferma. “Sto per prendermi un po’ di tempo per diventare mamma e per trascorrere del tempo con la nostra piccola famiglia, ma sostenere le persone delle Prime Nazioni sarà sempre una priorità per me”. Nel frattempo il Golf resta la sua valvola di sfogo: “Cercare di scendere in campo è un po’ più impegnativo. Ho fatto dei buoni round, ma ho avuto anche degli shock assoluti. Cercherò di resistere ancora un po’ se posso, ma non sono troppo ottimista”.