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[20] J. Ostapenko b. P. Badosa 6-2 4-6 6-3
Riecco Jelena Ostapenko. La ragazza che vinse a 20 anni a Parigi da numero 47 del mondo oltraggiando Simona Halep e si costruì una ottima classifica con culmine alla posizione numero 5 nel marzo dell’anno seguente, è stata via. Un 2019 chiuso in sessantatreesima posizione, un 2020 problematico (anche per la pandemia, ovviamente) e senza vittorie.
Poi la lenta risalita e qualche successo (Eastbourne nel 2021 e Dubai nel 2022) che la riporta nelle top 20, o poco fuori. Il suo talento purissimo risplende oggi e la porta nella prima semifinale sul rosso dai fasti della “sua” Parigi. Paula Badosa non molla mai ma la sua pallina non viaggia come quella di Jelena, il suo tennis non è facile come quello della irascibile, carissima smorfiosa di Riga.
Per Badosa era solo la seconda presenza a Roma, dopo la sconfitta negli ottavi contro Daria Kasatkina nella scorsa edizione, mentre la lettone era iscritta quest’anno per l’ottava volta e vantava due quarti di finale, nel 2018 e nel 2021. Da sabato per lei ci sono nuovi orizzonti: la semifinale, con la vincente del big match tra Swiatek e Rybakina.
Primo set. Ostapenko semplicemente intrattabile
La frazione comincia con qualche ruggine alla battuta per entrambe, che favorisce le iniziative in contrattacco di chi risponde. Dopo i primi due game però emerge la fluidità dei colpi di una Ostapenko in stato di grazia: l’atleta di Riga lascia libero il braccio e disegna sul court sentieri spesso inaccessibili all’iberica.
Anche con il servizio Jelena svaria maggiormente della rivale e ne limita le folate offensive, mentre Badosa è costretta a rincorrere e solo di rado riesce a far ripartire il gioco. La trionfatrice di Roland Garros 2017 mette a segno vincenti ed errori e la campionessa di Indian Wells 2021 non può quasi mai dire la sua, impegnata a chiudere le falle nella sua metà campo.
I primi due game sono altrettanti break, con Ostapenko che rende subito il favore nel secondo game con un doppio fallo e tre errori nei colpi di rimbalzo. Da qui però inizia la sua sinfonia: quattro giochi consecutivi, scanditi da dritti e rovesci che sono impressionanti esempi di fast tennis. Il dritto ci ricorda i missili di Petra Kvitova, ma il backhand non è da meno.
Jelena punge in profondità e coglie il break al terzo game con due colpi in contropiede consecutivi; infila una serie di nove punti a uno bistrattando Paula, che non possiede armi per disinnescare il talento dell’avversaria. Badosa tiene il servizio sull’1-5 ma nel game successivo la numero 20 del ranking non le lascia scampo e chiude la faccenda. In 34 minuti 16 vincenti per chi ha vinto (di cui dieci con il rovescio) contro 10 errori, 3 errori e zero (sì, proprio così) vincenti per chi ha perso.
Secondo set. Badosa reagisce e Ostapenko ritorna “umana”
Toilet break per Paula e allora Jelena parlotta con la mamma-coach. Qualcosa cambia tra le contendenti: Ostapenko non ritira il braccio ma sbaglia maggiormente mentre Badosa con intelligenza alza qualche palla in più, cercando di guadagnare campo e sollecitando gli affondo di una rivale che sta calando in precisione.
La spagnola dopo le sofferenze del primo parziale lascia riaffiorare la sua grinta e ci crede, sul viso della lettone riaffiorano invece le smorfie che tipicamente accompagnano i colpi che non la soddisfano.
L’iberica serve meglio e tiene bene i primi turni di battuta, salendo 2-1 con una palla corta inedita nel match e segnale di una situazione di agio mai intravista nel primo set. Ostapenko sbaglia molto nel quarto game e concede il break con un dritto incrociato che esce in larghezza non di poco. Badosa sul 3-1 concede a sua volta tre palle-break ma le cancella con ottimo temperamento, difendendo tutto e chiudendo la fatica con un ace.
La lettone mostra di poter uscire dal periodo di torpore che gli ha in parte manomesso il braccio destro e riparte. Tiene la battuta e sul 2-4 toglie il servizio alla rivale e per poi impattare a 4-4. Badosa tiene duro e strappa il 5-4 e nel game successivo accade l’inaspettato, con Ostapenko che dal 40-15 sbaglia quattro palle consecutive e concede il break e il set. Cinque vincenti per Paula contro i 15 di Jelena, che però commette 16 gratuiti. Elapsed time 42 minuti.
Terzo set. Badosa è stanca, Ostapenko riparte e vince
Badosa serve per prima e forse questo non lo aiuta visto il successo improvviso nel game precedente. La spagnola mette in tavola una sola prima su sei e si fa travolgere dalla rivale in cerca di riscatto. In generale per entrambe il servizio cala di intensità e la fase di risposta diviene cruciale.
Ci sono sei palle-break nei primi cinque giochi, equamente distribuite. Badosa spinge e trova le prime soddisfazioni nel colpo in questione, ma la rivale riprende a mietere vincenti e fa montare di nuovo la pressione con i colpi di rimbalzo rimessi a lucido: 8 winner per arrivare sul 4-2.
Jelena non si distrae più e forse Paula paga le corse per provare a contenere la rivale: c’è tempo ancora per un break, con il quale Ostapenko chiude 6-3.
“Non è mai finita finchè non ci si stringe la mano” dichiara a caldo Jelena, ma le due si abbracciano e chiudono in bellezza una sfida intensa e divertente.