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«Una terra senza il suo Re». Così il quotidiano sportivo francese L’Équipe intitola la prima pagina con la notizia riguardo il grande assente al Roland-Garros 2023: Rafael Nadal ha dichiarato, a dieci giorni dall’inizio, che non sarà presente (neanche) sulla terra di Porte d’Auteil. Un annuncio che non avremmo voluto sentire a cui se n’è aggiunto un altro – questo un po’ ce l’aspettavamo – sulla decisione del suo ritiro nel 2024, che lascia comunque dubbi sul suo ritorno a Parigi. “Anche se era diventato il segreto di Pulcinella, il forfait di Nadal al Roland Garros suscita a tratti compassione a tratti una paura di fondo che forse non lo rivedremo mai più a Porte d’Auteil” scrivono i francesi.
Che Rafa sia un vincente è notizia da poco. Ma la sua storia al torneo francese è un aspetto della sua carriera su cui vale la pena stringere il focus. L’Equipe, oltre alla già citata copertina, dedica al tennis tutte le prime sei pagine del suo quotidiano, l’ultima delle quali al Masters 1000 in corso a Roma, e un’altra ai possibili pretendenti del prossimo Roland Garros. La foto di Djokovic, Alcaraz, Tsitsipas e Rune è affiancata dal titolo: “Loro vogliono comandare sulla terra”. “Con il forfait di Rafael Nadal e la forma non perfetta di Novak Djokovic, nessuno sa ormai chi sia l’indiscusso favorito del Roland Garros. Ed è fantastico”.
Tornando a Rafa, il 5 giugno 2022, a trentasei anni, è diventato il vincitore più vecchio del Roland-Garros: erano passati diciassette anni dalla sua prima incoronazione sulla terra di Francia. Diciotto partecipazioni consecutive, dal 2005 al 2022: 14 le vittorie (nel 2016 fu costretto a ritirarsi prima del terzo turno a causa di un infortunio al polso, da cui rientrò vincente insieme a Marc López nel doppio maschile dei Giochi Olimpici di Rio 2016). Su 115 partite giocate ne ha vinte 112 (97,4%): a strappargli le altre tre Robin Soderling nel 2009 e Novak Djokovic nel 2015 e nel 2021. Insieme allo svedese e al serbo, tra i suoi avversari recidivi – nel tentare di batterlo, s’intende – ci sono il suo eterno odi et amo Roger Federer (su cui ha vinto sei volte e perso zero) e i fantastici quattro David Ferrer, Lleyton Hewitt, Nicolas Almagro e Dominic Thiem (battuti quattro volte a testa). Ci sono poi i 314 match vinti (43 persi, 88% di vittorie) dei 22 Grandi Slam che ha fatto suoi, ma questo è un altro discorso.
Veniamo al 2023 di Nadal. Due tornei (United Cup e Australian Open), quattro partite di cui tre perse. Nella Race to Torino è 403° con i 45 punti ottenuti dalla vittoria sul ventunenne britannico Jack Draper al primo turno di Melbourne. Dopo quasi diciotto anni – 912 settimane per l’esattezza – Rafael Nadal rompe il suo sigillo record in top 10 e il 20 marzo finisce alla 13esima posizione del ranking ATP (ora 14esima). Alla fine del Rolland Garros (in programma dal 28 maggio all’11 giugno) avrà 535 punti nella classifica ATP e sarà fuori dalla top 100. Il dado sembra ormai tratto: è iniziato il lento addio a una delle (tre) racchette d’oro degli ultimi vent’anni. Chapeau Rafa.
Marianna Piacente