[14] B. Haddad Maia b. [7] O. Jabeur 3-6 7-6(5) 6-1
Una grinta pazzesca, un grande cuore e un’altra rimonta vincente, la terza consecutiva. Beatriz Haddad Maia, attuale n° 14 del mondo (ma sarà in top ten la prossima settimana) e mai oltre il secondo turno di un torneo dello Slam prima di questo Roland Garros, sconfigge anche la settima testa di serie Ons Jabeur per 3-6 7-6 6-1 in 2 ore e 31 minuti, e raggiunge la semifinale nel Major parigino. Una vittoria meritata, per quanto visto, soprattutto per l’atteggiamento della brasiliana, che forse a un certo punto era l’unica a credere di poter ribaltare un’altra partita, dopo quelle con Alexandrova e Sorribes-Tormo e dopo essere stata in campo – solo guardando al singolare – quasi 10 ore e 30 minuti prima del match con la tunisina, circa il doppio rispetto alla rivale. Curioso inoltre constatare che la brasiliana in totale ha passato in campo 12 ore e 55 minuti, contro le 10 ore e 52 di Alcaraz. Eppure, dopo un inizio in cui le energie residue parevano poche e un parziale d’apertura perso, Haddad è rimasta attaccata a ogni singolo punto, ha avuto ragione al tie-break del secondo e ha dominato il terzo, approfittando di un’inerzia cambiata e di una contendente paradossalmente più stanca di lei. Haddad Maja diventa così la prima brasiliana nell’Era Open a raggiungere la semifinale al Roland Garros (l’ultima semifinale con una brasiliana risale a Maria Bueno, US Open 1968), e sfiderà la vincente di Swiatek-Gauff.
Primo set: palle corte e maggiore freschezza atletica. Jabeur è avanti
Haddad Maia sembra inizialmente peccare di reattività. Lo stress fisico e mentale delle scorse interminabili partite pare farsi sentire e il break immediatamente subito a -15 potrebbe essere un segnale di un’impossibilità a disputare un altro incontro alla pari, peraltro al cospetto di una tennista con più soluzioni di lei, tra cui la palla corta, sfruttata al meglio fin dallo start, soprattutto con il rovescio. Jabeur regala però il controbreak (comunque 2-1 per lei) con qualche errore di troppo, ma i due game lottati che seguono finiscono entrambi nelle sue tasche. 4-1 per la tunisina, anche se Haddad Maia è fermamente intenzionata a non deporre le armi troppo facilmente. La brasiliana alza infatti il livello e rientra fino al 3-4, aggredendo in risposta sulle seconde tenere di Ons e recuperando il break, ma un pessimo game sulla propria battuta (condito da due rovesci lunghi di metri) la riporta con la testa sott’acqua. E con due prime vincenti sul 30-30 – nel momento di servire per il parziale sul 5-3 – il set d’apertura è appannaggio della n° 7 al mondo.
Secondo set: andamento più lineare e nessun break, ma il tie-break è di Haddad Maia
La montagna da scalare per Haddad Maia ha la parvenza a questo punto di essere quasi insormontabile, ma la nativa di San Paolo non vuole lasciare nulla di intentato. I suoi primi tre turni di battuta scivolano via rapidi, ma l’avversaria risponde colpo su colpo. Si giunge dunque al 3-3 con meno scossoni rispetto al precedente parziale e, per giunta, senza la concessione di nessuna palla break, grazie a un’efficacia con la prima migliorata da ambo le parti. La quattordicesima testa di serie del torneo si salva anche nel settimo game recuperando da 15-30 con un ottimo schema servizio-dritto e va a sedersi in vantaggio grazie ai successivi due errori di Jabeur, ma quest’ultima rimane sempre in scia. Anzi, Ons perde soli tre punti in cinque turni di battuta (un gioco ai vantaggi e ben quattro tenuti a zero), mentre Haddad Maia salva le prime due opportunità di break del set nell’undicesimo gioco e si assicura perlomeno il tie-break. Tie-break che arriva al termine di un dodicesimo gioco nel quale la tunisina salva un set point, o meglio, lo spreca Haddad con una risposta in corridoio su una seconda di servizio non irresistibile. Ma Jabeur è in preda all’ansia di vincere, abusa delle palle corte mentre la rivale prende fiducia e capisce la tattica ripetitiva dell’ex finalista di Wimbledon e dello Us Open. E sul 6-5, ancora con il dritto lungolinea perfetto dopo un servizio mancino in slice, allunga la partita al terzo.
Terzo set: dominio di Haddad Maia, alla terza rimonta consecutiva e per la prima volta in semifinale in un Major
L’inerzia del match è decisamente cambiata. Jabeur è tramortita dal set perso e gioca contratta, mentre la brasiliana colpisce libera e sciolta, aggredendo appena può, specie, come aveva fatto fino a quel momento, sui teneri servizi della giocatrice africana. Haddad sale così 3-0 con doppio break in un batter d’occhio – peraltro con un game di servizio senza lasciare per strada nemmeno un -15 – e la seguente reazione di Ons, che inizia ad accusare anche qualche piccolo problemino fisico alla coscia, produce ben poco, se non il recupero di uno dei break, subito riconcesso al termine di un gioco laborioso per il 4-1. Il 5-1 che ne scaturisce, alla fine di un game da 16 punti e con 4 palle di un nuovo controbreak non concretizzate, è la pietra definitiva sulla battaglia sportiva, perché la tunisina non ci crede più, ha finito la benzina, fisica e nervosa, e capitola per 6-1. Haddad Maia, incredula e con le mani nei capelli sull’ultimo dritto sparato fuori dalla tunisina, prosegue dunque nel suo sogno.