Novak Djokovic è ad un passo dall’ennesimo record della sua epopea tennistica, il 23° Slam dista solo una partita. Un trionfo, che sarebbe il terzo personale sigillo al Roland Garros, che lo lancerebbe ancora una volta alla scalata dell’Everest: quel Grande Slam che è riuscito solamente a Rod Laver e Don Budge.
Nell’ultimo atto di domenica a contendere la corona al serbo ci sarà, per il secondo anno di fila in finale a Porte d’Auteuil, il norvegese Casper Ruud. L’esperienza sarà tutta dalla parte di Nole, che tra i tanti clamorosi primati che farebbe suoi in caso di conquista della Coppa dei Moschettieri, potrebbe realizzare qualcosa di straordinario: diventare il primo tennista a vincere almeno tre volte tutti e quattro gli Slam.
D. Carlos poco fa ci ha detto che le sue problematiche fisiche siano dipese dall’essersi completamente fatto sopraffare dallo stress e dalla tensione emotiva scaturite dal doverti affrontare in questo grande palcoscenico. Ero curioso di sapere se avessi mai provato qualcosa del genere, uno stato d’animo simile, subendo come conseguenze le medesime reazioni fisiche quando eri più giovane e ti trovavi ad inizio carriera a fronteggiare momenti estremamente stressanti dinanzi ai grandi giocatori dell’epoca e come eventualmente sei riuscito a superarli.
Novak Djokovic: “Sì, mi è capitato di vivere situazioni del genere. Le ho sperimentate diverse volte. All’inizio della mia carriera ho dovuto lottare tanto con il mio fisico. Quindi posso capire perfettamente le emozioni e le circostanze che hanno influenzano sia mentalmente sia emotivamente Carlos. Poi ovviamente non ha aiutato il fatto che il tutto avvenisse in uno dei più grandi tornei del mondo, e dove forse per la prima volta nella sua carriera ci si aspettava che vincesse il titolo. In questo caso non era più colui che inseguiva il titolo provando a battere il favorito, ma probabilmente l’esatto contrario. Perciò è presumibilmente che questo scenario lo ha abbia influenzato. Ma lui è ancora molto giovane, fa tutto parte della sua curva di apprendimento nel Tour. E’ un percorso fisiologico verso l’accumulazione di esperienza. Ha solo 20 anni, ha un sacco di tempo dinanzi a sé da compiere. Ciononostante ha già mostrato tanta maturità negli ultimi due anni. Poiché non è semplice gestire la realtà quando appari sulla scena mondiale, e in un periodo relativamente breve riesci a vincere il primo titolo per poi a distanza di un solo anno vincere anche il primo Slam e diventare il numero 1 del mondo. Proprio per questo io provo nei suoi confronti [per Alcaraz, ndr] un enorme senso di rispetto. Inoltre è stato in grado di realizzare già tutto quello di cui è stato capace, anche perché ha al suo fianco un grande allenatore e un’intera squadra di persone preparatissime che lo seguono. La sua carriera è nelle sue mani, e molto del suo successo dipenderà da suo grado fisico e da quando sarà abile nel mantenersi in salute, perché il gioco sta tutto lì“.
D. Sei stato fischiato dal pubblico diverse volte, anche quando hai vinto il secondo game contro Carlos nel terzo set. Come reagisci a tutto questo?
Novak Djokovic: “Non mi dispiace affatto. (sorridendo). Non è il primo che ho ricevuto in carriera e probabilmente non sarà l’ultimo. Tuttavia continuerò a vincere“.
D. Sono sicuro che non vorrai entrare nei dettagli, ma sembrava che anche tu stessi lottando con qualche parte del tuo corpo. Sei certo di poterti presentare al 100% per la finale, o durante questa partita hai avvertito qualcosa di nuovo a livello fisico e che ti preoccupa in vista di domenica?
Novak Djokovic: “L’intensità del match è stata estremamente alta per l’intera durata dei primi due set, quindi entrambi inevitabilmente l’abbiamo accusata nelle gambe. Tutti e due abbiamo avvertito chiaramente in campo come i nostri livelli di energia non fossero più così alti. Ovviamente poi, l’inizio del terzo set credo sia stato la chiave di volta dove prima io ho saputo resistere e poi è successo qualcosa di inaspettato, d’imprevisto. Penso che nessuno si sarebbe mai davvero aspettato che qualcuno di noi due fosse colpito dai crampi, da quel momento naturalmente è stata una partita totalmente diversa. Per quanto mi riguarda, da lì in poi, ho soltanto cercato di rimanere lì con la testa, sul pezzo, concentrato e attento in campo per provare a farlo giocare il più possibile. Lui infatti non riusciva più a muoversi così come aveva fatto brillantemente per i primi due set, ovvio che però non sia stato un bello spettacolo per il pubblico vivere un match del genere. Anche perché l’incontro a quel punto si è sviluppato in maniera opposta a quella che avevano ammirato nei primi due set, ma così è stato e non si può fare nulla per cambiarlo“.
D. Quindi nei primi due set è stata una battaglia molto fisica. Dopodiché, è accaduto l’infortunio e il pubblico inevitabilmente è stato travolto dalla situazione. Tu però potevi contare sull’esperienza. In che modo ciò ha rivestito un ruolo nella tua mente, e se è stato decisivo in tal senso? Inoltre puoi descrivere cosa hai provato tu personalmente quando nell’altra metà campo è accaduto quello sappiamo, essendo consapevole del fatto che ci fosse la storia in gioco.
Novak Djokovic: “Sinceramente non credo che l’esperienza possa essere un fattore decisivo in partite che si sviluppano come questa. Può sicuramente aiutarti a gestire le emozioni o il dispendio energetico, ma non ti permetterà mai effettivamente di vincere una partita. Quello che invece devi realmente fare, è scendere in campo con un piano di gioco chiaro ed eseguirlo alla perfezione. Ed è quello che ho cercato di fare e penso che infatti la qualità del mio tennis oggi ne abbia beneficiato dimostrandosi davvero alta, probabilmente la mia migliore partita nel torneo è arrivata al momento giusto. Inoltre questo mi anche concesso nuovamente la possibilità di mettermi in condizione di lottare per un altro trofeo del Grande Slam. Sono stato molto fortunato negli ultimi anni visto che nella maggior parte delle partite e dei tornei che ho affrontato, ho avuto la possibilità di fare la storia in campo. Mi piace questa sensazione. È un enorme privilegio, un privilegio incredibile quello di poter fare la storia di uno sport che ami veramente molto e che ti ha dato così tanto. Ti fa anche crescere sensibilmente la motivazione, che già di per sé è estremamente alta come puoi immaginare. Ora c’è ancora un ultimo passo da compiere, e spero vivamente di mettere le mani sul trofeo“.
D. Hai molta esperienza a questo livello. Senti la battaglia agonistica, la riconosci. Puoi avvertire come il tuo avversario adatti il suo gioco alle tue caratteristiche. A questo proposito dunque ti chiedo se hai percepito prima che effettivamente si concretizzasse, l’arrivo di problemi fisici per Carlos alla fine del secondo set? Lui ci ha detto che proprio in quel frangente ha iniziato ad accusare i crampi al braccio. Te ne sei accorto, o eri solamente concentrato al 100% nella tua bolla?
Novak Djokovic: “Non ho avvertito nulla in merito, onestamente. Normalmente guardi dall’altra parte della rete, e osservi cosa accade. Io ero un po a corto sul piano fisico verso la fine del secondo set e difatti poi ho giocato un brutto game al servizio sul 6-5 in suo favore. Tuttavia, in precedenza, avevo avuto anche le mie possibilità sul 5-5. Ma nel complesso ritengo comunque di aver disputato una buona gara. Lui però si è fatto bastare la prima volta in cui è riuscito a strapparmi il servizio per vincere il secondo set. Dopodiché, ho esclusivamente pensato a cambiarmi i vestiti, fare una piccola pausa in bagno per poi ritornare provando a ricominciare da dove lasciato. Nei primi due game del terzo set mi sembrava tutto identico, poi invece ho notato negli ultimi due punti del secondo game che ha iniziato a fare movimenti strani e non consueti con la mano. In seguito ancora, quando ho vinto l’ultimo punto del secondo game l’ho visto piegarsi in due e ho capito che si trattasse di crampi. È stato allora che l’ho notato davvero. Prima non me n’ero accorto perché ero totalmente concentrato nel colpire bene la palla, e vedevo che lui si muoveva alla grande, quindi non ho percepito in campo negli scambi che stesse già accadendo qualcosa alla fine del secondo set“.
D. Sappiamo che ami i record. Domenica giocherai la tua 34esima finale del Grande Slam, tante quante ne ha disputate Chris Evert. Ovviamente giocherai per conquistare il tuo 23° Grande Slam. Ma, inoltre, potresti anche diventare il primo uomo con tre vittorie in ogni prova Slam. Mi chiedo quale tra tutti questi traguardi, e ne ho dimenticati molti altri, sia il più stimolante per te da provare ad ottenere?
Novak Djokovic: “Naturalmente sono molto orgoglioso di tutti i miei successi passati, ma cerco sempre di rimanere sul presente e vivere appieno il momento. So che il mio lavoro qui a Parigi quest’anno non è ancora finito, ho un’altra partita. Ovviamente quella odierna è stata certamente una grande vittoria, considerate anche le circostanze decisamente strane, specialmente nel terzo e nel quarto set. Ma una vittoria è sempre una vittoria. L’ho già dichiarato molte volte quest’anno che durante la stagione della terra battuta, il Roland Garros fosse il torneo dove volessi raggiungere il mio picco di rendimento e dove avrei voluto giocare il mio miglior tennis. E questo processo di avvicinamento mi ha messo in una posizione davvero ideale per vincere un altro torneo del Grande Slam. Questo è fondamentalmente ciò che mi spinge ancora quando mi sveglio la mattina e penso alla stagione o ai prossimi obiettivi. I Grandi Slam sono ciò che mi motiva e stimola di più in assoluto. Ho vinto il primo Slam dell’anno e ora sono in finale nel secondo, quindi non potrei chiedere di più. Per quanto riguarda tutti i record che sono in gioco, ribadisco, è indubbiamente lusinghiero, fantastico, ma come sai ho bisogno di vincere ancora una partita per assicurarmi quei primati. Quindi so perfettamente cosa devo fare e su che cosa debbo concentrarmi. Con il mio team siamo solamente focalizzati sulla finale. Stiamo già pensando ai prossimi avversari nella speranza di ottenere il titolo“.
D. Questa potrebbe essere una domanda per domenica, ma dato tutto ciò che hai appena detto e su quali aspetti in questo momento la tua mente è focalizzata, te lo domando ora. Ti viene sempre chiesto dell’eventuale 23° Slam e quanto sia motivante quel numero per te, ma mi chiedo se pure l’impresa di poter provare a completare ol Grande Slam ti baleni in qualche meandro della tua testa.
Novak Djokovic: “Il Grande Slam è davvero lontano da poter raggiungere. Ma forse non sarà così lontano se dovessi vincere domenica, vediamo. Comunque, in questo momento, non ci sto minimamente pensando. Il mio unico cruccio è cercare di vincere un altro titolo Slam e oramai ci sono così vicino perché conosco la sensazione che si vive quando si arriva a questa fase così avanzata del torneo. Ho avuto questa sensazione parecchie volte nella mia carriera. Quindi so come devo gestire me stesso, le mie emozioni, la mia giornata domani e dopo domani con le routine del caso per affrontare la finale nel miglior modo possibile. Giocherò contro qualcuno che è già stato in una finale Major, Ruud o Zverev (quando Nole si è presentato ai microfoni della stampa la seconda semifinale era ancora in corso, alla fine a spuntarla è stato il norvegese, ndr) ma nessuno dei due ha mai vinto un titolo. Perciò ancora una volta l’esperienza sarà dalla mia parte, ma essa non vince le partite. Adesso devo soltanto pensare a recuperare bene e prepararmi per un’altra lunga battaglia. Se dovessi vincere la finale, allora parleremo di storia (sorridendo)”.
D. 23 Slam, sarebbe un sogno per te detenere questo record in solitaria. In passato sei andato vicinissimo a completare il Grande Slam, in quella circostanza avvertisti molta pressione. Questa volta potresti vincere il 23° titolo, avvertirai più pressione su di te domenica.
Novak Djokovic: “La pressione è sempre stata sulle mie spalle, quindi non sarà una situazione diversa da quella che affronto normalmente. Fa parte del mio sport, della mia vita, di tutto ciò che faccio. Penso che avere pressione sia un privilegio, ma è anche un’inesauribile fonte di motivazione. Un grandissimo stimolo per giocare bene e arrivare al meglio domenica. Prima del torneo, come ho affermato a più riprese, ho dichiarato che il Roland Garros essendo uno Slam fosse il torneo più importante per me su questa superficie. Quindi mi sono preparato a puntino in modo tale da essere in questa posizione, pronto per questa battaglia, pronto per vincere un altro titolo del Grande Slam. Spero di giocare al mio miglior livello di tennis domenica. L’unica cosa che posso dire ora è che sono molto concentrato. La storia è sempre stata qualcosa che ha aleggiato su di me, ma sono molto felice di essere di nuovo in questa posizione per poterla scrivere nel mio sport. Ora però sto solo pensando a vincere la prossima partita“.