[4] C. Ruud b. [22] A. Zverev 6-3 6-4 6-0
Per la terza volta negli ultimi cinque Slam ci sarà Novak Djokovic in finale a lottare per il titolo. Il successo del pomeriggio contro un Carlos Alcaraz fortemente limitato dai crampi permetterà domenica al serbo, in caso di vittoria, di vincere il 23esimo Slam (record), di ritornare al n°1 ATP (ritoccando il suo record di longevità) e di tenere vivo il sogno Grande Slam. A cercare di impedirgli tutto ciò toccherà ancora a Casper Ruud, che dopo essersi mestamente arreso lo scorso anno a Rafael Nadal tenterà di vincere il suo primo Slam in carriera. Con il suo prossimo avversario, tuttavia, il norvegese condivide un primato particolare: anche Casper ha raggiunto tre finali negli ultimi 5 Slam. Che poi queste siano le (finora) uniche della sua carriera, mentre il Djoker ne abbia giocare altre 33 prima di quella di domenica, è un’altra storia.
Non c’è obiettivamente molto da dire, invece, sulla vittoria contro Alexander Zverev. Un po’ come molto spesso accade a Ruud, del resto. Se ne parla poco: sempre in sordina, lontano dai riflettori e poco considerato nei pronostici della vigilia. Eppure è colui che negli ultimi dodici mesi, considerando anche la finale alle ATP Finals – persa proprio contro Djokovic – non è quasi mai mancato negli appuntamenti importanti. E possibilmente questa finale vale doppio, visto l’avvio di stagione decisamente complicato e una parentesi su terra non così soddisfacente come quella del 2022. Per Sascha, invece, resta un torneo sicuramente positivo, anche se in semifinale (la sua terza consecutiva a Parigi, tutte perse) ha complessivamente tradito le aspettative. Per il tedesco resta la maledizione della semifinale Slam: delle sei disputate, compresa quella odierna, ne ha vinta solo una,
Primo set: Zverev concede troppo, Ruud parte avanti
Zverev vince il sorteggio e sceglie di rispondere, ma almeno all’inizio non si rivela una grande idea. Ruud parte decisamente meglio, imponendo il suo alto ritmo da fondo e costringendo spesso il tedesco all’errore. Non mancano i gratuiti nei primi game: il norvegese è il primo ad approfittarne, prendendosi un break a freddo con un gran dritto lungolinea in corsa. Al finalista dello scorso anno non riesce subito l’allungo, restituendo momentaneamente il break ma riprendendoselo un attimo dopo.
Zverev pare uscito in ritardo dallo spogliatoio, concede tanto anche dal lato del rovescio (con cui invece dovrebbe comandare maggiormente e ottenere più punti) e, questa volta, Ruud scappa: 4-1. Il primo set è indirizzato verso un finale piuttosto delineato, anche perché il n°27 del mondo viaggia troppo a corrente alternata per poter opporre una resistenza decisa. Sascha a dire il vero avrebbe anche una chance, offertagli dal suo avversario sul 5-3 30-40, ma manda in corridoio un dritto comodo. Il 24enne di Oslo ringrazia e, al secondo set point (dopo quello mancato in risposta nel game precedente) chiude meritatamente 6-3 la prima frazione.
Secondo set: Sascha non sfrutta le sue chance, Casper sì
Zverev comincia il secondo parziale con un altro piglio, provando a scrollarsi di dosso i 15 gratuiti della frazione inaugurale e a lasciar andare un po’ più il braccio, come già lasciato intravedere alla fine del primo set. Nei primi due turni di battuta cede soltanto un punto, rendimento non scontato dopo aver offerto palle break in tre game di servizio su quattro nel primo parziale. Quando il tedesco riesce ad alzare il suo livello fa quasi sempre punto, ma ciò accade in occasioni troppo circoscritte. Sotto 1-2 0-40 Ruud viene graziato dal suo rivale, che si gioca malissimo le tre palle break consecutive e viene agganciato sul 2-2.
Pur senza rubare costantemente l’occhio dello spettatore il norvegese resta attaccato nel punteggio, senza sciorinare un tennis stellare ma ergendosi a paladino della concretezza. Termine, quest’ultimo, sconosciuto oggi al 26enne di Amburgo, che nel settimo game disputa un altro turno di battuta da dimenticare e perde la battuta a zero. Quello 0-40 sciupato ad inizio set è un treno che non passerà più. Casper non si volta indietro e con autorità si porta avanti due set a zero: 6-4. Zverev non sarebbe così felice di sapere che Ruud non ha mai perso una partita dopo aver vinto i primi due set.
Terzo set: Zverev non ci crede più, Ruud raggiunge Djokovic in finale
Il secondo è stato indubbiamente il set giocato meglio dal n°22 del tabellone, in cui ha avuto più occasioni pur senza sfruttarle. Averlo perso è stato devastante nell’economia della sua partita che, di fatto, si è conclusa lì. La terza frazione è quasi come se non si fosse giocata: uno Zverev spento, poco grintoso e con un linguaggio del corpo molto passivo non poteva rappresentare un problema per il solito-solido Ruud, che ha subito chiuso i conti con il break ottenuto in avvio. Un solo gratuito nel terzo set – unito al passaggio a vuoto prolungato del teutonico – permette al norvegese di archiviare la pratica in poco più di mezz’ora, imponendosi 6-3 6-4 6-0 in 2h09. È la seconda volta quest’anno che Sascha subisce un bagel (era capitato anche al secondo turno a Miami contro Taro Daniel): l’ultima volta, prima del 2023, era accaduto nel 2018.
Per Ruud invece, come detto, si tratta della terza finale Slam in carriera, tutte arrivate in nelle ultime 52 settimane. L’avversario non sarà dei più semplici (in quattro precedenti contro Djokovic non ha mai vinto neanche un set), ma intanto potrà giocarsi le sue chance. Confermando, tra l’altro, il n°4 del ranking per una manciata di punti. Aspetto per niente scontato ad inizio torneo, visto che nemmeno lui stesso credeva di poter tornare a giocarsi il titolo a Parigi. Di seguito alcune delle sue considerazioni a caldo.
“Ho cercato soltanto di giocare senza pensare troppo. Siamo verso la fine del torneo, tutti quelli che sono arrivati alla fine è perché hanno giocato bene. Ho provato a limitare le emozioni, alcune situazioni sono andate a mio favore. Ne sono molto felice. Non sono arrivato al Roland Garros pensando di arrivare in finale, ho semplicemente ragionato partita dopo partita. Però ho sempre pensato a quanto sarebbe stato bello poterci tornare, mi auguro che la terza finale possa essere quella giusta per me. L’anno scontro contro Rafa, quest’anno contro Novak, ovvero due dei più grandi giocatori di sempre. Proverò come oggi a giocare libero dalle emozioni, vedremo che cosa accadrà”.