Alle porte dell’estate 2022 il mondo del tennis conosceva per la prima volta ad alti livelli Tim Van Rijthoven. Fuori dalla top200 (n°205), il padrone di casa aveva ricevuto dagli organizzatori del Libema Open una wild card per cercare di ottenere la sua prima vittoria in carriera a livello ATP. L’obiettivo non era sicuramente quello di battere tre top15 – nonché le prime tre teste di serie del torneo – e portarsi a casa la coppa. Era un’idea, questa, che probabilmente nemmeno nei suoi sogni più belli l’olandese pensava di poter realizzare.
E invece, piano piano, una delle cavalcate più inaspettate del decennio si materializzava giorno dopo giorno, vittoria dopo vittoria. A fare seguito all’ottimo esordio contro l’australiano Ebden – che sull’erba non è proprio uno sprovveduto, come poi dimostrerà il trionfo in doppio a Wimbledon poche settimane dopo – è la prima impresa contro Taylor Fritz. Lo statunitense, allora n°14 ATP e n°3 del seeding, si arrende 6-4 al terzo e spiana la strada verso le semifinali all’olandese, che ci arriva dopo aver battuto anche Hugo Gaston.
Al penultimo atto Van Rijthoven sfida Félix Auger-Aliassime, testa di serie n°2 e n°9 del mondo, ma anche lui è vittima del terzo set olandese. La partita si decide infatti al tie-break del set decisivo, dov’è un unico mini-break a fare la differenza. Lo ottiene il padrone di casa, che dopo più di due ore stacca incredibilmente il pass per la finale. Qui lo attende Daniil Medvedev, primo favorito secondo il seeding, che non ha lasciato neanche un set in tutta la settimana. L’epilogo, però, è ancora quello più romantico e inatteso: Tim completa la sua settimana da sogno e perde solo cinque game in finale, dominata in un’ora contro il futuro n°1 del mondo.
“Giocare così bene con un giocatore come Medvedev è stato un sogno” – dichiarava il neo-campione dopo la finale. “Spero di tornare l’anno prossimo e di ripetere questo discorso“ – aggiunse poi l’olandese. Senza sapere che, nell’edizione seguente, il titolo sarebbe rimasto indifeso.
Van Rijthoven, nel 2022 un’ottima figura anche a Wimbledon
E dire che non si era fermata a ‘s-Hertogenbosch la favola dell’olandese, che era poi riuscito addirittura a spingersi fino agli ottavi a Wimbledon, vincendo così otto match di fila. Dopo aver sconfitto Delbonis, Opelka e Basilashvili – perdendo un solo set contro lo statunitense – Tim si è trovato di fronte un ostacolo troppo grande persino per lui. Novak Djokovic infatti, avviato verso la conquista del suo 21esimo Slam, non era troppo in vena di regali quel giorno. A Van Rijthoven resta la soddisfazione di aver sottratto un set al serbo, chiudendo così una parentesi su erba di enorme successo.
In una sola settimana, quella trionfale in patria, il 26enne di Roosendaal aveva scalato un centinaio di posizioni, migliorando lunedì dopo lunedì il suo best ranking pur senza giocare tra ‘s-Hertogenbosch e Wimbledon. Il caso vuole che il 18 luglio, dopo la sconfitta al primo turno a Newport contro Krueger, Van Rijthoven sia arrivato fino al n°101 ATP, non riuscendo però mai ad entrare tra i primi 100 (impresa che sicuramente gli sarebbe riuscita se lo Slam londinese avesse dato punti nel 2022).
Dal KO in Rhode Island inizia la lenta discesa dell’olandese, purtroppo caratterizzata da fastidiosi e frequenti infortuni. Il primo si manifesta al Challenger di Indianapolis, sempre negli Stati Uniti, dove ad inizio secondo set è costretto al ritiro contro Ben Shelton per un problema alla schiena, come da lui stesso ammesso su Instagram. Nonostante più di un mese di stop Tim ritorna allo US Open, dove batte Zhang in 5 set all’esordio e si arrende soltanto al futuro finalista Casper Ruud al secondo turno, strappandogli comunque il primo parziale. Quella contro il cinese sarà la sua ultima vittoria a livello ATP del 2022. Qualche successo arriva ancora, ma solo tra Challenger e qualificazioni.
Van Rijthoven, l’assenza dal tennis giocato si prolunga
Il 2023 comincia con un buon all’ATP250 di Pune, dove si arrende in ottavi a Karatsev dopo due tie-break. All’Australian Open è costretto al ritiro al primo turno di qualificazioni, ma dopo la parentesi australiana conquista una bella vittoria in Coppa Davis contro Molcan. Questa, però, sarà – almeno fino ad oggi – la sua ultima vittoria stagionale. Dopo la battuta d’arresto al primo turno a Rotterdam non ci sarà più traccia di Van Rijthoven, né a livello Challenger né tantomeno nel circuito ATP.
Il problema al gomito si rivela più grave del previsto, costringendolo a saltare tutta la parte di stagione su terra e impedendogli anche il rientro sulla sua amata erba. “Purtroppo quest’anno non riuscirò a baciare di nuovo l’erba del Libema Open” – annunciava su Instagram pochi giorni fa l’olandese, costretto così a rinunciare alla wild card (poi andata a Jannik Sinner) omaggiatagli dagli organizzatori. “Il mio gomito mi terrà fuori ancora per un paio di settimane” – fa tristemente sapere Tim. “Sto giocando a tennis ma solo un’oretta al giorno, che non è abbastanza per competere al massimo livello. Non vedo l’ora di tornare il prossimo anno!”.
È un assenza pesantissima per lui, che nel frattempo era scivolato fuori dalla top150. Ad inizio settimana, poi, gli sono usciti i 250 punti della vittoria casalinga della scorsa stagione, facendolo precipitare al n°390 del mondo. Ciò implica la sua praticamente certa assenza da Wimbledon – a meno che non riceva una wild card e sempre ammesso che riesca a rientrare in vista dei Championships – e una classifica interamente da ricostruire. I mezzi e il tennis per riuscirci indubbiamente ci sono, ma a giocare un ruolo ancora più importante sarà la voglia di sacrificarsi, mettersi in gioco e ripartire praticamente da zero. Aspetto, questo, per niente scontato.