Dopo la sconfitta di Lorenzo Musetti, il programma del venerdì al Boss Open prosegue con i tre quarti di finale successivi, in un weekend conclusivo privo di quei nomi altisonanti – Tsitsipas, Kyrgios, Berrettini – che campeggiavano lunedì sul tabellone. Per raggiunger Tiafoe in semifinale, Taylor Fritz e Marton Fucsovics giocano un match divertente, dominato dall’ottima prestazione al servizio e dalla qualità dell’ungherese. Taylor resiste con la battuta, spesso sopra ai duecento chilometri orari, ma dopo un’ora e quaranta è costretto ad arrendersi con un beffardo doppio fallo sul 5-5: per Fucsovics, che viene dalle qualificazioni, è il terzo successo in carriera con un top ten.
Ancora più servizi ma meno divertimento nella sfida successiva, quella fra Christopher O’Connell e Hubert Hurkacz. Il polacco tiene senza problemi i suoi turni di servizio, (metterà a segno sedici servizi vincenti, non concederà alcuna palla break) sfrutta le difficoltà a rete del suo avversario e, dotato di una buona dose di cinismo, si qualifica in semifinale con un doppio sei/quattro.
[Q] M. Fucsovics b. [2] T. Fritz 6-4 7-5
Terzo confronto annuale fra Taylor Fritz e Marton Fucsovics, dopo le vittorie del primo a Indian Wells, sul cemento, e Monaco di Baviera, sulla terra. Terzo confronto, dunque, e terza superficie differente per due giocatori che fanno del loro grande servizio un’arma vincente, tanto più efficace sui campi in erba di Stoccarda. Fin da subito, è il qualificato ungherese a sembrare più brillante: è preciso e ordinato nelle scelte, propositivo con un diritto letale. Ottiene un break in apertura e da quel momento non si guarda più indietro: sarà quel frangente a decidere il primo parziale, concluso dopo quaranta minuti per sei giochi a quattro. Il californiano appare in evidente difficoltà, non riuscendo a mostrarsi pericoloso nei turni di servizio del suo avversario, che con una percentuale del novantatré per cento di punti con la prima e nessuna palla break concessa tiene a distanza il numero otto del mondo.
Il secondo parziale segue i servizi: Fritz cresce col fondamentale e comincia a mettere pressione a Fucsovics, che tuttavia rimane in scia, deliziando peraltro il pubblico tedesco con qualche magia nei pressi della rete. La prima (e unica) palla break Fritz la ottiene sul 3-4: è un momento cruciale, perché in caso di conversione andrebbe a servire per il set. Fucsovics, tuttavia, è glaciale col servizio, e poco dopo si ritrova in risposta a mettere pressione al suo avversario. Dopo cinque deuce, la testa di serie numero due riuscirà a tenere il servizio e a salire 5-4, anche grazie a prime che superano spesso i duecento chilometri orari. Rimane invano, dunque, il rovescio in diagonale a una mano colpito in corsa da Fucsovics, che aveva procurato all’ungherese la prima delle tre palle break del game.
Taylor però non ha neppure il tempo di rifiatare, perché nel game di battuta successivo si trova di nuovo a dover salvare palla break: questa volta il servizio non lo aiuta, anzi, un beffardo doppio fallo lo condanna a rispondere per restare in partita. Nel game successivo Marton deve recuperare da 0-30, e né il primo, né il secondo né il terzo match point è quello buono; suggellato da un’ultima discesa a rete, il quarto porta l’ungherese in semifinale a Stoccarda, dove troverà Francis Tiafoe.
[4] H. Hurkacz b. C .O’connell 6-4 6-4
Nessun precedente, invece, fra Christopher O’Connell, giustiziere di Lorenzo Sonego, e Hubert Hurkacz, che viene dalla maratona col giapponese Watanuki.
Il polacco non è nel momento di forma migliore, e si vede: al di là del servizio, che in particolare su questa superficie ha fatto la sua fortuna – il numero quattordici del mondo difende il titolo di Halle – nello scambio non riesce a far valere la sua superiorità, commettendo qualche errore di troppo. Nel sesto gioco ottiene due pallebreak: il suo avversario non ha dalla sua il servizio – solo il 47 per cento di prime palle – e si trova costretto ad entrare nello scambio per salvare il game, cosa che fa e porta a compimento con alcuni buoni dritti in avanzamento. Hurkacz non dà tuttavia alcuno spiraglio quando serve-la sua percentuale di prime si assesta sul novanta per cento-e così, aiutato anche dal nastro, sul 4-5 ottiene tre set point: spreca i primi due, consecutivi, ma chiude per sei giochi a quattro al terzo, portandosi a casa il primo parziale.
Anche nel secondo parziale Hurkacz rimane dominante sui suoi turni di servizio-chiuderà il match con sedici ace-ma incide poco in risposta, a causa di qualche errore frutto più che altro di una certa distrazione. L’australiano fa il suo, tiene il servizio con qualche avventurosa discesa a rete, anche quando sul 3-4 Hurkacz sale a due palle break. Sulla prima il rovescio del polacco esce di qualche millimetro, sulla seconda il suo diritto si perde in corridoio, e dopo qualche parità un miracolato O’Connell tiene il servizio. Sarà l’ultimo: chiamato a servire per rimanere nel match, concede con una brutta palla corta una palla match, su cui la testa di serie numero quattro si avventa: dopo un’ora e ventisei minuti Hubert Hurkacz si qualifica in semifinale.
J-L. Struff b. R. Gasquet 6-4 7-5
Fra due giorni Richard Gasquet compirà trentasette anni, ma i numeri che ne definiscono la caratura in questi giorni sono altri: si presenta a questo quarto di finale con Jann Lennard Struff, giunto alla ventiquattresima posizione mondiale a seguito dell’exploit da lucky loser in quel di Madrid, con in tasca la seicentesima vittoria in carriera – ottenuta contro Tsitsipas, la prima contro un top ten dal 2015 – e la certezza di rientrare fra i primi cinquanta del mondo.
Il francese è in avvio più brillante, e con quel rovescio suo marchio di fabbrica si issa più volte sul 15-30 sul servizio del suo avversario, arrivando anche a ottenere una palla break, non convertita.
Ma lo stadio di Stoccarda, dopo aver disertato Hurkacz-O’Connell, si è ripopolato per dar man forte al proprio beniamino, che giova di questo sostegno e nel corso del fatidico seventh game ottiene un break che si rivelerà definitivo. Sì, perché le alte velocità al servizio del tedesco fanno il resto: dopo trentadue minuti, incamera il primo set per sei giochi a quattro.
Secondo set all’insegna dell’equilibrio fino al cinque pari, quando Richard perde la battuta: all’errore con il dritto comodo, peraltro subito restituito da Jan-Lennard, seguono due doppi falli e una risposta pesante che mandano Struff a servire per il match, compito che esegue senza difficoltà e gli permette di raggiungere Hurkacz in semifinale.