Continua la scalata di Edoardo Lavagno che esattamente un mese fa, conquistava un posto per i quarti di finale al Challenger di Torino, mentre ieri, ha raggiunto la sua prima finale Challenger a Perugia. E sempre un mese fa, diventava per la prima volta in carriera top 300, oggi invece, è a un passo dal diventare top 200 dopo aver raggiunto il nuovo best ranking con la posizione numero 223.
Non aveva mai battuto un giocatore top 200 in carriera, mentre questa settimana il 24enne torinese ha infilzato una serie di vittorie consecutive degne di nota. Dopo aver sconfitto il primo e unico giocatore con una classifica superiore alla sua, Alexander Weis, Lavagno è riuscito ad eliminare Oriol Roca Batalla (n°150), Raul Brancaccio (143) e Alexandre Muller (n°96) in semifinale. Muller che quest’anno era riuscito a raggiungere i quarti al torneo ATP del Qatar e l’ingresso nel main draw degli Internazionali a Roma (eliminato al secondo turno da Norrie), ha dato filo da torcere al torinese solo nel primo set, per poi essere in seguito dominato 6-3 6-2.
In finale però, lo aspettava un ragazzo ungherese di 23 anni, Fabian Maroszan, che è riuscito a destabilizzare equilibri e certezze di molti dopo aver eliminato il numero 2 del mondo, Carlos Alcaraz, in soli due set. Purtroppo il lieto fine in cui speravamo dopo una settimana incredibile non c’è stato: Marozsan ha vinto 6-2 6-3 contro Lavagno senza tanta storia da raccontare.
Dopo tanti nuovi record e numeri, abbiamo finalmente chiesto al torinese di raccontarci meglio cos’è successo durante il suo Challenger di Perugia.
D: Ciao Edoardo! Complimenti per la tua prima finale Challenger! Raccontaci di questa settimana straordinaria in cui ci sono state diverse “prime volte”, tra cui battere tre top 150 di fila. Qual’è stata la partita che ti ha dato più fiducia? Quella in cui hai sentito maggiormente un punto di svolta?
Lavagno: “Sicuramente la semifinale contro Muller è stata la partita più stimolante. Lui è un top 100 e l’avevo visto giocare più volte in televisione quindi ero davvero molto teso. Però essere riuscito a gestirla e aver vinto mi ha dato molta fiducia dal punto di vista del mio gioco. Quando il livello si alza ti rendi conto che è davvero molto alto ma non più inarrivabile. Ti rendi conto che si può fare”.
D: Già nel primo set eri riuscito a recuperare un po’ lo svantaggio, per poi dominarlo 6-3 6-2, cos’è cambiato durante la partita? Sei salito semplicemente di livello o hai messo in pratica una strategia diversa?
Lavagno: “All’inizio ero troppo teso, quando sono entrato in campo avevo dei problemi di stomaco dovuti alla tensione. Era la prima volta che giocavo una semifinale a questo livello e nel primo set mi è salita una nausea costante che non mi ha mai lasciato. Alla fine del primo set sono andato in bagno a vomitare. E finalmente quando sono rientrato in campo, ho iniziato a godermi un po’ di più la partita. Ho iniziato a giocare davvero e giocavo sempre meglio. Riuscivo a comandare sempre più spesso e questo mi ha permesso di portarla a casa”.
D: Raoul Brancaccio, da oggi numero 138 del ranking, l’hai dominato 6-3 6-2 nei quarti di finale. Dopo gli ottimi risultati di gennaio, lui non era mai andato oltre il primo turno in un Challenger fino a scontrarsi contro di te ai quarti. Cosa ti ha permesso di dominare e dove l’hai visto più debole?
Lavagno: “Ho giocato un’altra partita molto buona contro di lui. Secondo me, lui era molto sottotono ma questo non ha condizionato il mio gioco. Non ho perso lucidità e ho continuato a mettergli molta pressione. Lui è un giocatore che può dare più fastidio sul veloce rispetto alla terra rossa. La rotazione e la pesantezza di palla sulla terra ho notato che gli dava molto più fastidio di quando gioca sul cemento. Ho continuato a mettercela tutta senza concedere niente fino alla fine”.
D: Miglior torneo della tua carriera e nuovo best ranking (223) che ti porta molto vicino ad entrare in top 200. La stagione è ancora lunga, che obiettivo ti daresti da qui alla fine dell’anno?
Lavagno: “Onestamente non lo so. Per il momento voglio continuare semplicemente a giocare e a divertirmi. Son sicuro che, se continuerò così bene potrò salire ancora ma per il momento vedremo cosa succederà”.
D: Miglior periodo per te così come per il tuo amico Andrea Vavassori. Vi siete allenati spesso insieme a Torino vero? Cosa ti ha lasciato negli anni sia da un punto di vista di tennis che umano?
Lavagno: “Lui prima di tutto è un amico e l’ho sempre frequentato a prescindere dal tennis. Ho dei ricordi bellissimi di grigliate a casa di suo nonno che facciamo ancora oggi. L’ho sempre ammirato molto per il suo gioco e quello che sta riuscendo a fare nel tennis mi sta sicuramente stimolando molto, ma la cosa più importante è che prima del tennis è semplicemente un amico”.
D: In qualche modo i suoi ultimi risultati, come l’ingresso nel main draw del Roland Garros, ti hanno spronato a stargli dietro e chissà speriamo, a raggiungerlo presto nei prossimi tabelloni?
Lavagno: “I suoi risultati danno grande speranza credo un po’ a tutti quelli che hanno questo sogno. Quando ha vinto il primo turno del Roland Garros al quinto avevo io i brividi per lui, soffrivo insieme a lui. Perché ovviamente ogni sportivo spera di giocare quel tipo di partita. È stato incredibile”.
D: In questo sport non ci si ferma mai. Ieri finale a Perugia, domani primo turno all’Emilia Romagna Open contro Travaglia. Hai recuperato le energie? Ti senti pronto?
Lavagno: “A livello di energie sto bene, ma già ieri durante il warmup ho iniziato ad avere un po’ di fastidio alla spalla. Adesso sono in treno e sto per arrivare in Emilia. Andrò al circolo e mi allenerò un’ora per vedere come risponde la spalla e che sensazioni ho. In base a quello, vedrò se giocare domani o se decidere di non giocare per aspettare che la situazione migliori”.
D: Quali sono i tuoi programmi dopo questo Challenger?
Lavagno: “Dovrebbe esserci Modena la prossima settimana ma dobbiamo ancora decidere se andare oppure no. Il mio allenatore ed io cerchiamo sempre di studiare qual è il momento giusto in cui prenderci delle pause dai tornei e quando riprendere a giocare. Ce ne saranno davvero tanti nei prossimi mesi ed è importante scegliere quelli giusti”.