[9] A. Zverev b. N. Jarry 7-5 6-3
E alla fine vissero tutti felici e vincenti. Ci piace immaginarla così quando un giocatore di casa, riesce a trascinare il pubblico, a vincere il match e a regalare il sorriso che tutti si aspettano. Così è stato per Alexander Zverev che, di fronte al pubblico amico di Halle, ha vinto il match di quarti di finale con il cileno Nicolas Jarry, con il punteggio di 7-5, 6-3. Un punteggio che potrebbe dare l’idea di una partita combattuta sì, ma fino ad un certo punto. Nulla di più sbagliato. Sono stati molteplici i momenti durante il match di sostanziale equilibrio tra i due giocatori; anche quando il discorso sembrava fosse chiuso, sia lato punteggio che per il gioco espresso in campo, in un attimo ecco spuntare quel fattore che poteva cambiare e sovvertire ogni discorso, fino all’ultimo game. La solita questione di centimetri e la palla break del cileno avrebbe potuto riaprire un incontro che dopo cinque minuti ha visto il tedesco alzare le braccia al cielo. Ed è sotto quel cielo che domani Sascha troverà dall’altra parte della rete Alexander Bublik, oggi uscito vincitore dal match con Jannik Sinner.
Il match, come detto, è di quelli che vivono nel costante equilibrio dettato dalle caratteristiche dei due giocatori. Servizio e dritto, pochi scambi e piuttosto rapidi: siamo sull’erba, cosa aspettarsi di diverso?! Non si assiste in questa fase a scambi appassionanti, di quelli che si concludono con la folla a bocca aperta, meravigliosa espressione di stupore. E’ un match che, dopo un primo iniziale momento di cosiddetto studio, trova la sua possibile rottura nella fase centrale, in particolar modo tra il quarto e il sesto game; quest’ultimo, in bilico fino alla fine, rappresenta in pieno il momento in cui l’equilibrio può rompersi: sono tre infatti le palle break (le uniche fino a quel momento) avute da Zverev per raggiungere quel vantaggio che potremmo considerare, con ogni probabilità, come definitivo ma, vuoi la bravura del tennista cileno, vuoi la mancanza di cattiveria in un paio di occasioni del tedesco, permettono a Jarry di conservare il game. Sembra un set destinato a recitare il proprio canovaccio fino a quello che tutti si aspettano, ovvero il tie break finale. Ed è invece proprio in quel momento, quello che appunto tutti si aspettano, che succede invece quello che tutti sperano, ovvero il break decisivo sul 6-5 del padrone di casa. Zverev è bravo a capitalizzare subito la prima delle due palle break del 12esimo game sfruttando l’errore a rete del suo avversario. E’ 7-5 Germania, è tripudio sulle tribune. Il sostanziale equilibrio di questo set è riscontrabile anche nei numeri: 4 ace a testa e un doppio fallo, identica percentuale di prime in campo, 67, e di punti con la prima, 75.
Il secondo set si apre così come si era chiuso il primo. Ovvero con Zverev bravo a tenere la battuta e poi l’immediato nuovo break, che per dinamica è simile al break del primo set: anche questa volta a fare la differenza è un errore del sudamericano che sul 30-40 provando una volée in avanzamento trova come ostacolo invalicabile la rete che segna anche la fine, probabilmente, di ogni sogno e speranza di rimonta. Speranza vanificata anche dallo stato di Zverev che, con questo punteggio, si concede anche allo spettacolo: il 30-0 del successivo game è una demi volee in risposta ad un tocco delicato del cileno, che si alza beffarda in pallonetto, atterrando all’incrocio delle righe di fondocampo. Jarry non può che applaudire e anche noi con lui. Di sicuro il punto del match. Ma questa fase del match aiuta anche Jarry, che più o meno paradossalmente, riesce a ritrovare quei colpi che l’hanno caratterizzato nella prima parte del match, dimostrando di riuscire ad alternate con sapienza, prime di servizio, dritti ficcanti e con una manina delicata, mostrare al pubblico tedesco di essere un sudamericano con la mano educata, grazie ad una demi-volée da applausi che vale il secondo game del set, ovvero il 4-2 per Zverev. Nel game successivo è Jarry ad avere palle break: annullata dal tedesco la prima e la seconda in rete. Jarry è aggressivo, capisce che l’occasione è ghiotta, è consapevole di poter riaprire il match. Conquista così una terza palla break, anche questa annullata da Zverev grazie ad un ace che atterra sulla T. Il servizio successivo del giocatore di casa è un vincente: big serve in big pressure. Il capovolgimento di fronte è immediato: adesso è Zverev a non riuscire a sfruttare l’occasione. Sono infatti due le palle del 5-2 ad essere annullate, questa volta, dal cileno. La sensazione è che da questo game passi il treno del match; un treno che va veloce come i servizi di Zverev che finalmente, alla quinta chance, trova il modo di scardinare la difesa ospite costringendola all’errore e conquistando il game del 5-2 dopo ben 21 punti, 3 palle break e, appunto, 5 vantaggi. Il match di fatto sembrerebbe finire qui. Ma non è così: la partita infatti ha un sussulto nel game decisivo, quando è il cileno ad avere palla break che significherebbe riaprire i giochi. Soffre Zverev ma riesce ad annullarla e ad ottenere un primo e un secondo match point, entrambi mancati, costretto all’errore da Jarry. Ci vuole un terzo e decisivo punto per chiudere il match con un servizio vincente. E’ festa in tribuna, è quello che tutti volevano, che tutti si aspettavano. Un lungo lieto fine che possa durare fino a domenica, sperano i tifosi di casa e anche Zverev. Un po’ meno i suoi avversari… ma questa è un’altra storia.