Giornata di quarti di finale ai Cinch Championships. Tutte le attenzioni sono rivolte ovviamente sul match del giorno, quello che vede il nostro Lorenzo Musetti opposto alla testa di serie numero due, Holger Rune. L’altro semifinalista della parte bassa viene tuttavia deciso dal match precedente, quello fra Alex De Minaur e Adrian Mannarino. L’australiano tiene la testa avanti per tutto il match: domina il primo parziale commettendo pochissimi errori, subisce la rimonta del suo avversario che nel secondo si fa più aggressivo e infine sfrutta un calo del francese per chiudere dopo due ore e ventitré minuti. Per l’australiano è la seconda semifinale al Queen’s, dopo quella del 2021.
[7] A. De Minaur b. A. Mannarino 6-4 4-6 6-4
Ad aprire il programma sono Alex De Minaur e Adrian Mannarino, accolti da un certo vento. I precedenti sorridono all’australiano (3-1) che ha tuttavia perso l’unico confronto proprio sull’erba, nel corso dell’edizione 2022 di ‘s-Hertogenbosch.
La partita segue inizialmente i servizi, ed è il francese ad ottenere le maggiori possibilità in risposta, andando due volte a due punti dal break. A causa di qualche errore di troppo, tuttavia, il giustiziere di Taylor Fritz non converte le occasioni e, nel quinto game, perde il servizio. Da quel momento entrambi commettono pochissimi errori nei turni di servizio, e nonostante una percentuale di prime palle decisamente bassa (il quarantadue per cento) l’australiano non concede nessuna palla break, tiene il vantaggio e dopo quarantatré minuti si aggiudica, per sei giochi a quattro, il primo parziale. Il tennis erbivoro del francese non sembra per ora dare i suoi frutti.
De Minaur continua a tessere la sua tela anche nel secondo set: con grande lucidità e diligenza, rallenta lo scambio, impedisce a Mannarino di giocare come vorrebbe e poi piazza l’affondo nel momento più propizio. Sull’1-1 strappa il servizio all’avversario: passa dunque a condurre di set e break.
Il dominio dell’australiano, tuttavia, finisce qui: nonostante l’ennesimo errore col diritto che l’avrebbe portato sullo 0-40, nel game successivo Mannarino ottiene due palle break, le sfrutta e rientra nel set e nel match, complici anche i molti gratuiti del suo avversario.
Il francese prova ora a giocare una partita che più si confà alle sue caratteristiche: dopo soli cinque giochi, ha già compiuto sette discese a rete, una in meno di quelle di tutto il primo set.
Sul 3-3 la macchina del francese sembra incepparsi, quando avanti 40-15 commette tre errori a rete consecutivi e concede una pericolosissima palla break, salvata tuttavia e senza conseguenze, se il francese chiude pochi istanti dopo con un elegante serve and volley.
Ora l’australiano sente la pressione, è costretto a servire per rimanere nel set. Poco dopo aver commesso un malaugurante doppio fallo, De Minaur concede una palla break che è anche un set point e che risulta fatale grazie a un grande recupero del francese. Dopo un’ora e trentotto minuti si va al terzo set: gli errori del francese sono diminuiti (da 16 a 12), quelli dell’australiano diametralmente cresciuti (da 5 a 16).
In apertura di terzo parziale è De Minaur ad uscire meglio dai blocchi, anche grazie a una certa stanchezza fisica che Mannarino comincia ad accusare. Il rapidissimo australiano non si fa pregare, ottiene il break nel primo gioco e qualche minuto dopo, quando ottiene due palle break per andare a servire per il match, la partita sembra finita. Mannarino ha però la forza per rientrare: tiene quel settimo gioco, si procura due palle break nel game successivo e ritorna in partita sfruttando l’opportunità.
L’andamento ondivago della sfida prosegue nel game successivo, in cui Mannarino si fa nuovamente sorprendere e manda l’avversario a servire per il match. Un ultimo game peraltro molto travagliato: il numero diciotto del mondo deve recuperare da 0-30 e poi chiudere su un’ultima, discussa chiamata risolta dall’appello al challenge. L’australiano è in semifinale, dopo due ore e ventitré minuti di gioco: sarà lui l’avversario di Musetti/Rune.
[2] C. Alcaraz b. G. Dimitrov (Marianna Piacente)
Ubi maior, ex maior cessat. Ma che figata di partita quella dei quarti di finale del torneo ATP 500 del Queen’s tra Carlos Alcaraz e Grigor Dimitrov. Finito con un doppio 6-4 in favore dello spagnolo, il match ha visto scontrarsi due racchette d’oro del tennis, che hanno entrambe confermato il proprio livello (attuale) riuscendo a tenersi testa dal primo all’ultimo colpo.
Dopo cinque game di rincorsa ma comunque dalla sua parte, sul 3-2 del primo set Alcaraz trova più di qualche insidia nel gioco del bulgaro, che si mostra capace di addormentare il ritmo e di attendere l’errore dall’altra parte, non riuscendo tuttavia ad avere l’ultima parola e a strappare il servizio allo spagnolo. Sul 4-3 Alcaraz cambia marcia – non che finora abbia viaggiato a folle – e inizia a tirare fuori dal cilindro colpi che sorprendono l’ex numero 3 al mondo: vince il game successivo lasciando l’avversario a zero. Provocato, questo ricambia con la stessa moneta. È 5-4. Ma nell’altalena dei giochi ecco che torna il turno dello spagnolo, che arriva a questo punto a sei: col terzo turno di battuta a zero del match, il numero 2 del ranking mondiale si prende il parziale in quarantadue minuti di gioco.
Il secondo set si apre con il bulgaro alla battuta che dimostra di saper tenere testa al gioco talvolta esasperante di Alcaraz: tiene il servizio. Suoi anche il game successivo – per la prima volta nel match Alcaraz perde il turno di battuta – e quello dopo ancora: siamo tre giochi a zero per Dimitrov. Alza le antenne lo spagnolo che recupera la sua posizione nel parziale realizzando agilmente un filotto di tre game. Prosegue ancora il braccio di ferro per tre giochi: uno per uno, tra ace imprendibili di Alcaraz e clamorosi smash di Dimitrov. È 5-4, di nuovo. E di nuovo serve lo spagnolo, stavolta per il match. Sul 40-15 il n.2 al mondo ha tre match point: si ferma a rete la risposta dell’avversario nel primo. In 1h34’ Carlos Alcaraz si aggiudica il posto in semifinale sull’erba londinese contro Sebastian Korda.
S. Korda b. [13] C. Norrie 6-4 7-6(1) (scritto con Marianna Piacente)
Per la prima volta dopo settimane, il nome di Sebastian Korda – che sembra ripresosi definitivamente dall’infortunio e dalla difficile stagione su terra – ritorna a scatenare preoccupazione a coloro che lo scorgono accanto al loro in tabellone. Tocca oggi a Cameron Norrie, che ha battuto il suo avversario l’ultima volta che si sono affrontati, nel 2022 a Delray Beach, ma è sotto 2-1 negli scontri diretti.
Inizia bene, con fluidità e precisione Korda, che sul 2-2 risponde bene e ottiene il break, che consolida nel game successivo nonostante due palle break ottenute dal britannico. Sul 5-4 Korda serve per il set: sono 40-0 in suo vantaggio, Norrie annulla due set point ma non ci riesce con il terzo e gli consegna il parziale dopo trentotto minuti di gioco.
Il secondo set si apre col britannico alla battuta che sigilla in fretta il primo gioco dimostrando di essere (ancora) in campo. Si conferma portandosi avanti due giochi a uno nel terzo game tenendo di nuovo il servizio. Bravo nei suoi turni di battuta, Norrie continua tuttavia a mal gestire la tenace difesa dello statunitense, che alla fine riesce a riportarsi in parità: due giochi a due. Ma ecco che nel quinto game Norrie inizia a diventare falloso: Korda non ci pensa due volte ad andare a rete e a strappargli il servizio portandosi in vantaggio per la prima volta nel set. Si allunga il sesto game: Korda è all’attacco per il match, Norrie resiste. E lo fa bene. Parità, di nuovo. L’inseguimento continua per sei giochi e si va al tiebreak. Stavolta nessuna rincorsa: cinque match point per lo statunitense, gli basta il primo. In 1h28’ Korda batte Norrie per la terza volta su quattro e vola in semifinale sull’erba londinese contro il vincente tra Carlos Alcaraz e Grigor Dimitrov.