I primi due quarti di finale di giornata del Bett1 Open di Berlino, WTA 500, eccezionalmente giocati di sabato a causa del meteo non proprio confortante degli ultimi giorni, si sono conclusi senza particolari sorprese. Prima Maria Sakkari, pochi minuti dopo Donna Vekic, hanno vinto faticando un solo set le rispettive partite, mettendo in mostra la propria superiorità di gioco e la maggior propensione alla superficie rispetto alle avversarie. Si affronteranno nel pomeriggio nella prima semifinale, la quarta sull’erba per Vekic( prima lontana da Nottingham, dove l’ultima volta, nel 2019, la spuntò, perdendo in finale da Garcia), seconda per Sakkari (persa proprio a Berlino l’anno scorso contro Bencic). Nella seconda semifinale, Ekaterina Alexandrova potrà invece godere di buona parte dei favori del pronostico, e soprattutto di una certa freschezza. La russa, infatti, ha vinto senza giocare il derby contro Veronika Kudermetova, ritiratasi a causa di un problema all’anca sinistra. Seconda semifinale consecutiva dunque per la campionessa di ‘s-Hertogenbosch, che si conferma gran giocatrice su erba.
[6] M. Sakkari b. M. Vondrousova 7-6(7) 6-1
Vondrousova interpreta bene il match, cercando di bloccare le risposte e fornire tante palle senza peso alla greca, obbligandola a tocchi di sensibilità più che di potenza, e creando errori e difficoltà all’avversaria. Sakkari dopo un buon inizio smarrisce anche le certezze al servizio, e permette alla ceca di rifarsi sotto e recuperare il break. Dopo un inizio di giochi non ben condotti e qualche problema alla battuta, entrambe le giocatrici iniziano a dominare sul proprio servizio, con un filotto di dodici punti di fila vinti da chi serve. Vondrousova ha più mano a rete, dovrebbe sfruttarla per spostare l’inerzia della partita. Col progredire dei game, in cui non manca qualche buon colpo e si mantiene un ritmo intenso, appare chiaro che solo il tie-break potrà risolvere il primo parziale, in un modo o nell’altro. Vondrousova lo gioca al massimo, addirittura arriva ad avere 4 set point; ma l’esperienza e l’abitudine a gestire le pressioni stavolta premiano Sakkari. La greca resiste, spinge e diminuisce gli errori, e alla fine è lei a vincere il tie-break per 9 a 7.
Il secondo set si apre similmente al primo, poche certezze al servizio, due palle break per Sakkari, una per Vondrousova, in ambo i casi brava la giocatrice alla battuta a gestire il punto e a trovare la soluzione ideale per tenere lontana l’avversaria. Ancora una volta è la n.8 al mondo ad allungare per prima, approfittando di un piccolo sfasamento della ceca e riuscendo a piazzarsi bene da fondo per tirare le sue proverbiali badilate, come dimostra il dritto lungolinea vincente che le consegna il break. Le occasioni sprecate nel tie-break del primo hanno lasciato un segno non indifferente nella testa di Vondrousova. Il secondo set ben presto si trasforma infatti in uno spartito a senso unico di Sakkari, che tiene il campo benissimo e non lascia nulla ad un’avversaria che quasi non scende in campo, incapace di mettere in campo il suo tennis, solo a tratti riuscendo a controbattere ai colpi della greca. Il 6-1 con cui la tds n.6 chiude ben riassume un parziale tenuto in mano dall’inizio alla fine, pass per la seconda semifinale consecutiva a Berlino, dove affronterà Donna Vekic.
D. Vekic b. [LL] E. Avanesyan 6-2 7-6(0)
Finisce ai quarti la bella avventura di Elina Avanesyan, che continua a portare avanti quanto di buono fatto al Roland Garros. L’eliminazione di Kasatkina all’esordio resterà uno dei fiori all’occhiello della carriera, ma oggi poco ha potuto contro un’ottima Donna Vekic. La croata, alla seconda semifinale dell’anno dopo quella a Monterrey (torneo poi vinto in finale contro Garcia) ha giocato un’ottima partita, spesso in self control. Dopo un primo parziale dominato, dove la tensione poco ha permesso ad Avanesyan, nel secondo la n.23 del mondo per due volte ha fatto la sciupona, sprecando un break di vantaggio (uno dei quali quando si trovava sul 3-0), quasi compromettendo l’ottima prestazione. Nel tie-break però, la maggior esperienza di Vekic a questi livelli, oltre che sulla superficie (66esima partita sull’erba, per la russa giusto la quinta contando qualificazioni e challenger), hanno fatto la differenza. 7 punti a 0, tutto liscio per la giocatrice croata, che affronterà più tardi in semifinale Sakkari per la nona volta in carriera (5-3 in suo favore i precedenti).
[7] P. Kvitova b. [3] C. Garcia 6-4 7-6(3)
Subito è Garcia a perdere il servizio, soffrendo l’iniziativa della ceca, che con i piedi ben piantati a terra è capace di fare particolarmente male. Ma presto si disunisce Kvitova, e non riesce a trovare il giusto ritmo, permettendo alla francese, reattiva e profonda sul dritto, di rientrare prontamente in partita. Tra le due quella più a suo agio sull’erba di Berlino appare la n.7 del tabellone, che riesce a trovare una sua costanza in risposta in un settimo game fiume, da 20 punti e quattro palle break, l’ultima delle quali vede una ribattuta davvero ingestibile per Garcia, che è costretta a concedere per la seconda volta il servizio. Differenza segnata anche da una miglior tenuta al servizio della ceca, sagace nel cercare anche di seconda il rovescio di Garcia, che dal canto suo troppo tardi adotta un servizio in slice che tolga riferimenti a Kvitova così da impedirle di martellare da fondo. Il primo set, chiuso 6-4 con un diligentissimo game al servizio, parla ceco, e va nelle tasche della giocatrice più costante e convinta, tatticamente perfetta e come sempre pulita e cinica nei colpi.
Garcia rischia di capitolare definitivamente ad inizio secondo set, quando concede due palle break in apertura di parziale. Tuttavia, Caroline questa volta evita il break a freddo e ai vantaggi riesce a mettere la testa avanti nel punteggio. Aver superato brillantemente lo spauracchio in avvio, non permette però alla tennista francese di modificare il canovaccio dell’incontro. Kvitova continua a primeggiare tranquillamente nei propri turni di battuta, senza riscontrare il ben che minimo ostacolo. Petra infatti tiene a zero il suo primo game di servizio della frazione per poi andarsi a procurare un’altra opportunità di strappo, la terza a sua disposizione in due round di risposta. Anche in questo caso, la n. 4 WTA si salva sventando l’ennesima chance concessa e impatta sul 2-2. Oramai comunque è un modus operandi chiaro, dunque non c’è due senza tre: altro giro di servizi, e altri due break point sulla racchetta della mancina ceca. Ma la 29enne transalpina è semplicemente perfetta, inappuntabile quando deve disimpegnarsi sul filo del ballatoio, meno invece in quelle situazioni di score più equilibrate o in cui per le si palesa la concreta possibilità di poter passare in vantaggio. Dal 3-2 in favore della tds n. 3 si assiste ad un frangente di gara fino a quel momento della partita assolutamente inedito, un filotto di tre game nei quali scompaiono le palle break, o meglio Garcia non ne concede: tre giochi vinti sempre a 30 dalla giocatrice che serviva. Ma il tutto, come detto, dura l’arco di un terzetto di turni di battuta; poi infatti si ritorna all’usato sicuro: sul 4-4, la due volte campionessa di Wimbledon si procura la sesta e la settima palla break del set spalmate in quattro diversi game. Caroline però quando annusa nell’aria dei break point, si trasforma e affidandosi alla propria strenua forza di volontà frantuma anche queste occasioni coadiuvata dall’immancabile pizzico di fortuna che aiuta spesso e volentieri gli audaci in scenari emotivi di tale spessore.
Certo in talune circostanze ha pure imperversato la scarsa vena di cinismo della tds n. 7, ma sono stati nel complesso indubbiamente più i meriti della detentrice del titolo di Cincinnati che i demeriti della campionessa in carica del WTA 1000 di Miami sulle palle spezza equilibrio.
Si prosegue e nell’undicesimo game Kvitova in ribattuta si inerpica ad oltranza per la quinta volta su sei turni di servizio dell’avversaria. Ma incredibilmente Garcia grazie anche a due nastri amici si garantisce il tie-break. Gioco decisivo che alla fine va in porto, perché Petra non accusa minimamente il contraccolpo psicologico per tutte le occasioni avute non scomponendosi servendo per rimanere nel set, una sicurezza nei game di servizio ben rappresentata dai 12 ace totali con cui si appresta ad affrontare il tredicesimo gioco, 5 se si considera il solo secondo set.
Garcia ha finora retto alla grande dinanzi al baratro, ma quando ti mantieni sovente su un costante e traballate stato tecnico e mentale consegnando con una continuità quasi diabolica opportunità alla tua dirimpettaia, inoltre senza mai neanche fare il solletico all’altra in risposta, è solo questione di tempo prima che giunga la resa finale: soprattutto se la tua avversaria non sembra soffrire il fatto che un set che avrebbe potuto chiudersi svariati minuti in anticipo si sia al contrario prolungato più del dovuto.
Il tie-break in questa prospettiva ne è la fotografica ideale: Petra di fatto lo domina, mini-break avanti 2-1 e raddoppio del vantaggio sul 5-2 per dulcis in fundo andare ad incassare, con il punteggio di sette punti a tre, la nona semifinale in carriera sull’erba al termine di 1h56’ di gioco.