Giunge alla finale la seconda edizione del Veneto Open promoted by Confindustria Veneto Est, che ci piace ormai chiamare Gaibledon. Il nome di chi succederà ad Alison Van Uytvanck che vinse un anno fa uscirà dalla sfida generazionale tra la tedesca Tatjana Maria e l’americana Ashlyn Krueger.
Maria è depositaria di un gioco raffinato e molto elegante, che ben si abbina alla superficie erbosa. La classe 1987 di Bad Saulgau, nata Tatjana Malek, è depositaria di un gioco leggero e perfido, capace di slice di rovescio e persino di dritto dal rimbalzo bassissimo. L’esperta teutonica è capace di scompigliare il tennis robusto ma poco incline alle variazioni delle giovani atlete di oggi e l’erba è un suo prezioso alleato.
Nella semifinale di sabato 24, Maria ha superato in due set la ventiduenne serba Olga Danilovic. La figlia del grande campione di basket Predrag Danilovic, protagonista negli anni Novanta nelle file della Virtus Bologna, è rimasta intrappolata nelle trame fatte di tocchi e palle corte precisissime.
La serba ha ceduto dall’1-1 nel primo parziale ben sette giochi consecutivi. Anche nel secondo set si è trovata 1-5 e nel settimo gioco ha annullato un matchpoint. Qui si è temporaneamente divincolata e ha messo a segno due game che hanno reso meno amaro il risultato, almeno nelle dimensioni.
Più combattuto ma dal gioco meno vario è stato il secondo match, disputato da Krueger e dalla coetanea e connazionale Robyn Montgomery. Le due diciannovenni si sono sfidate a colpi di dritto e rovescio coperti e hanno dato vita a un incontro incerto, che ha premiato Montgomery nel tie-break del primo set.
Robyn ha perso gradualmente incisività nel servizio, colpo con il quale è invece progressivamente cresciuta la bionda vincitrice di Azarenka a ‘s-Hertogenbosch una settimana fa. Dal 4-4 nel secondo set Krueger si aggiudica un parziale di 8-2 e chiude 6-7(4) 6-4 6-2.
Tra le finaliste corrono ben 17 anni di differenza e Maria è entrata in classifica WTA due anni prima della nascita di Ashlyn. In conferenza stampa la tedesca ha riconosciuto: “Ho giocato un grande incontro, concentrata fino all’ultimo”. Ha poi concluso: “Adoro giocare sull’erba, il mio gioco rende al meglio. Questa è la parte di stagione che prediligo. Preparerò la finale come sempre con mio marito (Il coach Charles-Edouard Maria) e spero proprio di vincere, il torneo mi piace tantissimo”.
A margine delle semifinali ha avuto luogo la premiazione di Elia Arbustini. Il direttore del torneo ha ricevuto il premio “Unesco chair on education growth and equality” proprio per il suo lavoro che ha portato Gaiba a essere il più piccolo comune al mondo a ospitare un evento WTA.
Per la cronaca, nel doppio titolo a Na Lae Han e Su Jeong Jang: le coreane hanno battuto 6-3 3-6 10-6 le polacche Piter e Falkowska.