[4] F. Cerundolo b. M. McDonald 2-6 7-5 6-2
Francisco Cerundolo ha superato la pioggia di Eastbourne e l’americano Mackenzie McDonald, potendo così finalmente raggiungere la finale al Rothesay International.
L’argentino, nella giornata di venerdì, non aveva condotto alla perfezione la gara sin dai suoi primi scampoli. Successivamente, però, ritrovatosi ad inseguire sotto di un set (2-6) il giocatore di Buenos Aires è riuscito a ribaltare completamente lo scenario imponendosi per 7-5 nella seconda frazione e portandosi sul 5-2 in quella decisiva. Ad un solo game dalla conquista della finale, tuttavia, il maltempo è intervenuto fermando senza colpo ferire l’incontro e costringendo i protagonisti a riscendere in campo nella mattina di sabato.
Sono però bastati solamente quattro punti al maggiore dei fratelli d’arte della racchetta, in risposta dunque con break a freddo e a zero, per chiudere definitivamente la contesa e regalarsi la quarta finale della carriera a livello ATP, la prima su erba: 2-6 7-5 6-2 in 2ore e 7minuti complessivi di gioco.
Per il 24enne albiceleste, tds n. 4 del torneo, è stata la 27esima vittoria stagionale. Ora è pronto a gettarsi a capofitto per cercare di vincere il secondo alloro da inserire nella propria personale bacheca, dopo quello ottenuto sulla terra rossa scandinava dell’ATP 250 di Bastad – sublimato nel derby bonarense contro il connazionale Sebastian Baez.
Lo statunitense era apparso in controllo ad inizio partita, volando sul 6-2 4-1, salvo poi sciogliersi inesorabilmente come illusoria neve al sole sotto i colpi sudamericani, i quali hanno prodotto prima un filotto di quattro games consecutivi per raddrizzare la situazione e poi un’ulteriore striscia di sei giochi con duplice valenza: pareggiare il conto dei set e fornire un vantaggio rassicurante, un netto 4-0, al n. 19 ATP nella frazione finale.
Mackenzie si era reso protagonista di ultimissimo e tardivo colpo di coda prima della sospensione, breakkando per infondersi una flebile fiammella di speranza ma tutto è sfumato – stamani – alla ripresa dei giochi in pochissimi minuti.
[2] T. Paul b. G. Barrere 6-4 6-3
Tommy Paul conquista la terza finale della carriera nel Tour maggiore, cioè a livello ATP. Dopo la sconfitta dello scorso marzo nell’ultimo atto dell’ATP 500 di Acapulco per mano di Alex De Minaur (6-3 4-6 6-1) ed il successo – chiaramente il primo ed unico finora – del novembre del 2021 contro il canadese Denis Shapovalov per 6-4 2-6 6-4, il 26enne del New Jersey proverà ad iscrivere il suo nome nell’albo d’oro dei vincitori di Eastbourne prendendo lo scettro di tale riconoscimento dal campione uscente Taylor Fritz.
Per Gregoire Barrere, 29enne di Saint-Maur-Des-Fossés, il sogno si spezza in semi: un traguardo comunque da festeggiare a tutto tondo, essendo il primo conquistato negli eventi principali del calendario e perdipiù alla soglia dei trenta anni.
Primo Set: Tommy sempre in controllo, si distrae ma Barrere latita nei momenti clou
Paul ha dato una sensazione di perentoria superiorità fin dai primissimi scambi, dopo aver sprecato 3 palle break nel secondo gioco è riuscito a strappare il servizio al francese sul 2-1 confermando senza problemi per salire sul 4-1. L’unico momento, per la verità dell’intero incontro, del parziale nel quale ha smarrito un attimino la bussola d’orientamento della propria concentrazione si è materializzato nel sempre dirimente settimo game, dove questa volta è stato lui a concedere tre break point – i primi tre offerti in battuta da Tommy – e Gregoire non si è fatto pregare: contro-break.
Barrere, a questo punto, poteva veleggiare con il vento in poppa: tuttavia dopo non aver sfruttato a dovere un turno di servizio alquanto lacunoso e balbettante del semifinalista all’Australian Open 2023 sul 4-4, puntualmente come accade in queste situazioni è stato lui a cedere la battuta – peraltro a zero – e così a traino anche il set d’apertura pet 6-4 in 42 minuti.
Secondo Set: non centra il doppio break, ma Paul viaggia a vele spedite e centra la finale
Il secondo parziale è ancor più senza storia, Tommy non offre neppure un break point ed è cinico a strappare sul 3-2 in suo favore alla prima delle due chance costruitosi nel game in questione. Sul 4-3, potrebbe già apporre la pietra tombare ma manca il match ball in risposta.
Al servizio, tuttavia, è letale: 6-3 in 1h13′ complessive di match ed ora subito negli spogliatoi a docciarsi perché appena fra un’ora e mezza si ritorna in campo per la finale.