Ma guarda, ha piovuto a Wimbledon! Avevano detto che non avrebbe dovuto piovere fino a venerdì, ma anche qui il meteo fa i capricci, nel senso che le previsioni le azzecca quando gli va. Eppoi le tradizioni sono le tradizioni. Che Wimbledon mai sarebbe senza la pioggia. A scanso di equivoci si è fatta subito riconoscere.
In realtà ha piovuto una sola oretta, prendendo in contropiede perfino Djokovic, per qualcosa di più, un’oretta e mezzo perchè il campo non voleva saperne di rivedere su quell’erbetta quel serbo che aveva cancellato due matchpoint a King Roger.
Questi Championships mi sembrano straordinari perché non ricordo che ci sia mai stato un Wimbledon con un favorito altrettanto netto.
Un’ora e mezzo di black-out televisivo in centinaia di Paesi sembra poca cosa, ma non lo è. Ma quando hanno chiuso il tetto, l’aria condizionata ha reso l’erba troppo umida: “Continuavano a dirci che dopo 10 minuti saremmo riscesi in campo, una, due, tre, quattro volte…mi sono sembrati confusi per capire cosa stesse succedendo, ma non si poteva riprendere. Abbiamo fatto capire alla gente che noi eravamo pronti a rientrare in campo, ma non dipendeva da noi” avrebbe detto Novak, rilassato dopo la vittoria ma dopo essere apparso piuttosto nervoso all’inizio. “Non c’è Slam in cui io non avverta la tensione. Il fatto di aver vinto 23 Slam non cambia le cose. E’ normale…”.
Djokovic non ha comunque patito eccessivamente l’interruzione prolungata, ma ha vinto tranquillamente in tre set e giusto per allungare la serie dei tiebreak vinti se ne è concesso uno nel terzo set con Cachin; l’argentino non mi è dispiaciuto, ma non poteva davvero sperare di essere lui a battere il campione delle ultime quattro edizioni.
Quando si chiede ai giocatori e ai vari coach chi possa battere Djokovic, si vede tutti che si stringono nelle spalle prima di rispondere.
Dopo di che, ma proprio per non deludere chi lo chiede, buttano lì il nome di Alcaraz. Altri non vengono in mente. E quello di Carlitos è il nome che viene più speso, ma con apparente scarsa convinzione sebbene lo spagnolo sia il recente vincitore del Queen’s nonché l’attuale n.1 del mondo. D’altra parte Medvedev sembra credere poco in se stesso lui per primo sull’erba. Tsitsipas nemmeno a parlarne. Il finalista di 3 Slam in 12 mesi, Ruud, poco anche lui. Aver perso un set con Lokoli non è stato un gran bel segno.
Quando vinceva Federer, otto volte, c’erano pur sempre Nadal, Murray o Djokovic a non dare per scontata la sua vittoria. Inciso: sapete che oggi premiano Federer, di ritorno in Church Road; meglio premiarlo oggi che fra due settimane quando Djokovic potrebbe avere vinto 8 volte anche lui da queste parti! A Federer, che credo di conoscere abbastanza bene, non farebbe piacere. Pensate se lo avessero fatto premiare da un Djokovic appena incoronato 8 volte!
Proseguo: quando Sampras trionfò sette volte, c’erano comunque avversari come gli Agassi, i Courier, gli Ivanisevic, i Rafter, gli Edberg, i Becker, che non erano davvero battuti in partenza. Ed erano diversi. E, tornando ancora più indietro, quando Rod Laver vinse 4 volte c’erano tanti avversari fortissimi che avrebbero potuto batterlo: Rosewall, Newcombe, Roche, Smith, Ashe…
Insomma mi pare davvero una situazione assolutamente anomala questa nella quale ci si trova oggi a considerare un giocatore di oltre 36 anni come se fosse imbattibile, insuperabile, perché superiore di più di una spanna nei confronti di tutti gli altri.
Ci piacerebbe puntare sulle chance di Sinner, ma come si fa dopo le sue ultime poco convincenti prestazioni? Scriverò allora come parlano i giocatori. Facciamo un passo alla volta. Non spingiamoci alle fasi finali. Per ora possiamo solo dire che abbiamo concluso la prima giornata con due vittorie, Sinner e Musetti – e per Lorenzo sull’esordiente Varillas è stata la prima a Wimbledon – e una nuova sconfitta di Martina Trevisan che lamenta un serio problema alla schiena, tant’è che – avrete letto – sta pensando di fermarsi per un po’. Peraltro ho visto la Sorribes Tormo giocare piuttosto bene sul campo 6. Ha giocato dei passanti in corsa di ottimo livello. E ha una discreta facilità nell’alternare rovesci a due mani e rovesci tagliati a una, davvero efficaci. Ha la Swiatek al secondo turno e la polacca ha lasciato solo 4 game alla cinese Zhu, però forse dovrà fare un po’ di attenzione alla spagnola. Vero che io sono arrivato sul campo 6 sul 4-3 per la Sorribes e da lì ha infilato una serie di 8 game su 9, con la complicità di Martina che sbagliava un po’ di tutto. Quindi ho certamente visto la parte migliore del tennis della Sorribes, mentre Martina appariva sempre più sfiduciata e rassegnata. Però Iga non potrà sottovalutare la spagnola nonostante il gran divario in classifica.
Musetti mi è piaciuto, salvo che nel terzo set – sono d’accordo con il suo coach Simone Tartarini – quando ha smesso di spingere con il rovescio limitandosi a tagli troppi morbidi e poco incisivi. Ma Varillas sull’erba non mi è parso da corsa. Anzi…forse era solo da corsa.
Però, anche se non è il caso di festeggiare anzitempo, per il fatto che Munar gli abbia tolto di mezzo Isner, Musetti e Tartarini devono aver tirato su un bel sospiro di sollievo. Perché contro Isner c’era l’incognita: in che tipo di giornata al servizio si sarebbe prodotto il gigante americano? E Lorenzo ultimamente non si era più cimentato con grandi servitori. Però quando gli era capitato Opelka ne era uscito con le ossa rotte. Molto meglio di Munar in un secondo turno di Wimbledon non si può sperare di trovare. Lo spagnolo ha vinto soltanto la sua seconda partita sull’erba. Vero che lo scorso anno aveva trascinato al quinto set Norrie, che poi sarebbe arrivato in semifinale, però secondo me Lorenzo vincerà se gioca come sa e come ha fatto questo lunedì nei primi due set.
Il programma ridotto dalla pioggia e dalla necessità di far asciugare l’erba ha fatto slittare anche 2 incontri azzurri, Cocciaretto-Osorio e Stefanini-Kontaveit. Partite che si giocheranno questo martedì. Insieme alle altre cinque previste, con il nostro clou alle 11 inglesi e 12 italiane Berrettini-Sonego in cui tutti i favori del pronostico propendono per il torinese perché lo stesso Matteo sembrava abbastanza poco convinto di poter essere competitivo – ma io credo che De Minaur al secondo turno si sentirebbe meno a rischio con Sonego piuttosto che con un Berrettini rinfrancato.
Certo non è favorita la Paolini con la Kvitova. Non conosco la Cristian, confesso, quindi do fiducia a occhi chiusi alla Bronzetti che sarà felice di avere fatto l’ingresso fra le top50. Che è già un traguardo di cui essere orgogliose.
Quante ci arrivano?
Scontato dire che il match Giorgi Gracheva dipende da come si sveglia Camila. Magari avrebbe più chance di vincere se la Gracheva fosse una top-ten! Si esalterebbe per poter conquistare il diciottesimo scalpo illustre.
Non ho idea di come stia giocando la Brengle in questo momento, ma Sara Errani sull’erba non era forte neppure quando era più giovane e n.5 del mondo, figuriamoci adesso. Penso che l’esito dipenda più dalla Brengle…
Soltanto 5 teste di serie hanno perso nella giornata d’avvio dei Championships. Fra le donne Gauff (7) contro Kenin, Zheng (24) contro Siniakova, Samsonova (15) contro Bogdan, fra gli uomini Aliassime (11) contro Mmoh (lucky loser che ha sostituito Krajinovic), Nishioka (24) contro Galan.
Aliassime continua ad avere problemi al tendine di un ginocchio, vistosamente fasciato, ma se non avesse regalato due punti nel primo tiebreak (un gratuito e un doppio fallo) magar sarebbe salito due set a zero e avrebbe portato a casa il set con l’americano.
“Non ero al meglio e lo sapevo…” il canadese sa che dovrà portare pazienza. Due anni arrivò nei quarti qui, quando perse da Berrettini sul campo n.1.
Gli americani scrivono tutti del k.o. di Coco Gauff che qualcuno aveva addirittura pronosticato vittoriosa nel torneo. Mi dispiace per Coco, ragazza brava e intelligente, ma sono contento per la Kenin che ha avuto un sacco di problemi, anche con il padre coach, e dopo che aveva vinto uno Slam in Australia tre anni fa non aveva più saputo combinare nulla di buono.
Oggi l’attesa è tutta per Berrettini-Sonego, come già accennato. Ma anche Giorgi-Gracheva mi intriga non poco, pur sapendo che chi vince dopo troverebbe la Sabalenka. Ricordare cosa accadde fra Giorgi e Sabalenka a Parigi 14 mesi fa oggi sarebbe prematuro. Una partita per volta…e se lo dicono i giocatori…