[14] L. Musetti b. J. Munar 6-4 6-3 6-1
È un Lorenzo Musetti ispiratissimo quello che supera in tre set il n. 109 del ranking Jaume Munar in un crescendo che decreta il 6-4 6-3 6-1 finale. Forte di una fiducia in costante aumento nel corso della sfida e sempre più vicino al campo anche in risposta nonché estremamente propositivo, Musetti ha deliziato il pubblico felicemente pagante con una prestazione per cui la durata degli highlights potrebbe non essere troppo inferiore a quella dell’intero match.
Perché, davvero, basta con questa retorica del risultato a ogni costo, è innegabile che chi vince ha ragione anche se la butta di là con il manico, ma, in una sintesi di Gilbert e Catalano, it’s better to win pretty than to lose ugly. E, anche le volte che perdi, hai regalato bei momenti e un’ottima scusa per continuare a seguire il tennis ai milioni di appassionati che ti stavano guardando. Non possiamo non notare, inoltre, che secondo le regole il giocatore perde il punto se la palla in gioco tocca lui o qualsiasi cosa indossi o porti tranne la racchetta. Eppure, in ripetute occasioni, vedi a mero titolo di esempio il settimo game del secondo set, Lorenzo usa chiaramente la mano per piazzare la palla, perché non ci può essere altra spiegazione per tale precisione in giocate complesse tanto per esecuzione quanto per pianificazione. Finite (per il momento) le giustificate iperboli, va riconosciuto che l’avversario era “quello giusto”: la vittoria al primo turno su John Isner è stata la seconda in carriera su erba per Munar in dieci incontri disputati.
IL MATCH
L’inizio di partita è piuttosto teso, con Munar che sembra avere qualcosa in più: al servizio imperforabile grazie anche all’imprecisione da parte di Musetti che soprattutto sulla seconda non riesce a trovare precisione. Il primo a rischiare in un turno di battuta è proprio l’azzurro che subisce l’aggressività del suo avversario, ma riesce a uscire da questa situazione complessa grazie a un errore in risposta dello spagnolo e all’aiuto della prima di servizio. Aumenta notevolmente il ritmo dell’italiano nel settimo game: in risposta non prende troppi rischi, ma fa giocare colpi scomodi a Munar nei pressi della rete e si prende così il break. L’italiano non rischia più nulla al servizio, si fa più aggressivo prendendo più spesso la via della rete e conquista così il primo set.
Il secondo set è un’autentica lotta sin dal primo game: lo spagnolo tiene un primo turno di battuta da venti punti, vitale per rimanere in vita, con un servizio chiamato prima fuori e poi corretto dall’arbitro che dà il punto a Munar e fa infuriare Musetti. L’azzurro concede le prime palle break nel sesto gioco, vincendo un turno di servizio da 18 punti: tanti doppi falli, tante imprecisioni, ma nel momento del bisogno comanda lo scambio eccetto in un’occasione, quando viene graziato dall’iberico che sbaglia il dritto. Un gioco che dà grande fiducia al giocatore toscano che non se lo fa dire due volte e va a prendersi di forza il break con due rovesci favolosi. Arriverà anche il doppio break per chiudere il parziale dopo un’ora di gioco: dal punto di vista mentale non ha mai ceduto Musetti, rimanendo saldo nel momento più difficile.
Si dilaga nel terzo set. Dopo aver tenuto il servizio, Lorenzo sfodera subito una risposta vincente sulla seconda spagnola, contiene con nonchalance la prima esterna riscuotendo il gratuito in avanzamento nonché il successivo doppio fallo. Munar annulla la prima palla break con un serve&volley così pregevole da dargli fiducia per riproporlo subito, ma stavolta può solo osservare una scia gialla lampeggiargli davanti agli occhi. Da sinistra Musetti affronta due palle del rientro immediato, ma una seconda seguita dal drittone dall’altra parte e la prima vincente lo traggono d’impiccio. In ogni caso, Jaume non si limita alle sue solite remate ed effettivamente dimostra di possedere anche altre soluzioni; il suo problema è che il nostro è due spanne sopra quando si tratta di variare, toccare e inventare e ormai è Musetti-show che culmina con il punto del match (e anche qualcosa di più).
L’azzurro tira dritto e chiude al terzo match point, con 38 vincenti (saldo +8) che lo portano al terzo turno contro Hubert Hurkacz per un test tosto. I precedenti dicono 2-1 Italia, con la sconfitta giunta proprio a Wimbledon, due anni fa al primo turno. Ma non è lo stesso Lorenzo che studiava per l’esame di maturità e nei ritagli di tempo si allenava su un campo in tarassaco.
Scritto con Michelangelo Sottili