[31] A. Davidovich Fokina b. [WC] A. Fils 7-6(3) 6-1 6-2
La testa di serie numero 31 Alejandro Davidovich Fokina, finalista 2022 al Masters 1000 di Montecarlo, approda al 2°T di Wimbledon 2023 eliminando in tre set la wild-card francese Arthur Fils con lo score finale che recita 7-6(3) 6-1 6-2.
Una sfida, quella contro il giovane talento transalpino, che si prospettava abbastanza rognosa per lo spagnolo di origini russe e che così effettivamente si è dimostrata. In particolar modo nel primo parziale, quando il n. 34 ATP si è ritrovato ad inseguire sotto nel punteggio per 3-1. Tuttavia, il 24enne andaluso ha contro-breakkato immediatamente prima di imporsi al tie-brek dove dal 3-2 ha vinto tre punti consecutivi con l’ultimo portato a casa in risposta e dunque rivelatosi decisivo nel decretare il risultato parziale del set essendo stato l’unico mini-break palesatosi nell’intero tredicesimo gioco.
Dopodiché, partita totalmente in discesa per Alejandro ma che comunque poteva assumere connotati diametralmente opposti qualora il 19enne classe 2004 avesse sfruttato la doppia palla break avuta a disposizione in apertura di seconda frazione all’interno di un game durato la bellezza di 18 punti. In seguito, dopo l’occasione mancata Arthur ha concesso irrimediabilmente il vantaggio allo spagnolo anche nella seconda partita e il set è scivolato via liscio con il n. 61 del mondo a perdere altre due volte il proprio turno di servizio. Così, non ha avuto alcun peso specifico nell’economia del set il round di battuta lasciato per strada dal classe ’99 di Rincon De La Victoria.
Terza ed ultima frazione ancora più a senso unico, in questo caso infatti il nativo di Bondoufle non è riuscito neppure ad arrampicarsi ad una singola palla break, con Fils bravo a reggere inizialmente cancellando un break point nel primo game del set salvo poi sciogliersi poco dopo cedendo la battuta sia nel terzo che nel quinto gioco.
Match terminato in quasi due ore di gioco, 1h49′ per l’esattezza, con il tennista d’Oltralpe a chiudere la contesa con un bottino di 5 ace, 6 doppi falli, 28 vincenti e 35 non forzati; il tutto coadiuvato dal 59% di prime in campo, il 60% di realizzazione ma soprattutto da sottolineare con una certa enfasi l’insufficiente 47% di trasformazione con la seconda di servizio. Numeri ben diversi in battuta per Davidovich: 72% di presenza di prime, 68% di efficacia ed un invidiabile 70% di punti vinti con la seconda (19/27). Per lui 2 ace, un solo doppio fallo e un differenziale positivo tra winners e unforced (+2, 22/20).
Per Fils, scarsa anche la capacità di sfruttare i break point che si è costruito lungo il corso del match: solamente il 29% di efficienza, ne ha convertiti 2 delle 9 avute a disposizione; al contrario dello spagnolo che chiude la sfida con un perentorio 75% (6/8).
S. Wawrinka b. [29] T. Etcheverry 6-3 4-6 6-4 6-2
Mansione portata a compimento brillantemente nei trentaduesimi dell’evento londinese dal tre volte campione Slam, però mai oltre i quarti di finale a Church Road che sono stati raggiunti in due circostanze distinte (in back-to-back nel biennio 2014-2015), Stanislas Wawrinka che supera in poco più di due ore e mezza di tennis e con il punteggio conclusivo di 6-3 4-6 6-4 6-2 (2h34′) la tds n. 29 del draw londinese: l’argentino Tomas Martin Etcheverry.
All’esordio il 38enne di Losanna si era sbarazzato del sempre pericoloso Emil Ruusuvuori per 7-5 7-5 6-4, mentre il 23enne di La Plata aveva avuto la meglio 7-5 al quinto nella maratona da quattro ore e quaranta contro un altro esponente del tennis terraiolo come l’ottavofinalista del Roland Garros 2022 Bernabé Zapata Miralles.
Il n. 32 ATP poche settimane fa ha centrato il risultato più prestigioso ed importante della sua giovane carriera: i quarti di finale all’Open di Francia. E difatti, in campo si è visto un giocatore meravigliosamente in fiducia ed estremamente consapevole dei suoi mezzi. Nonostante ciò, però, pronti via e la superiore esperienza di Stan fa da subito la differenza strappando il servizio al più inesperto avversario già nel quarto game, il break si rivela determinante a fini del successo nel parziale e così lo svizzero passa all’incasso dopo 27 minuti. Ma come detto la consapevolezza del sudamericano, di questi tempi, è a dir poco inscalfibile: reazione veemente di Tomas che in battuta praticamente non rischia mai nulla e che mette in piedi l’allungo per pareggiare i conti proprio mentre il campione elvetico serve – invano – per rimanere in scia nel decimo gioco. Stan avrebbe potuto già perdere il servizio nel sesto game, sul 3-2 Etcheverry, ma si è salvato ai vantaggi salvo poi cadere qualche minuto dopo aver sventato quel precipizio.
Dopodiché, entra in gioco la maggiore abitudine a confrontarsi con le condizioni erbivore dell’ex n. 3 del ranking mondiale, nonostante di gran lunga non sia la sua superficie prediletta: – eppure è sempre stato un giocatore che pur non esplorando molto la proiezione in avanti in quelle rare occasioni in cui l’ha fatto in carriera ne ha mostrato lo spessore incommensurabile, l’oro olimpico in doppio con Federer a Pechino è lì a testimoniarlo – Wawrinka difatti vince in maniera convincente i due successivi parziali esprimendo il miglior tennis nei momenti più concitati. L’attuale n. 88 della classifica maschile annulla prima un’incandescente palla break nel suo primo turno di battuta del terzo set, rischia ancora sul 2-1 e sul 3-2 e servizio ma l’argentino non va oltre l’oltranza e poi come solo i più grandi sanno fare dopo aver scampato il pericolo di break in almeno tre diverse situazioni, Stanislas alla prima chance assoluta nella frazione, rompe gli indugi sul 3-3 e passa a condurre. Si procura già 5 set point in risposta nel nono game, ma d’orgoglio Martin li frantuma uno ad uno. Poco male per Stan The Man che autorevolmente appone la pietra tombale nel successivo gioco: 6-4 in 55 minuti.
Adesso, la partita è totalmente nelle mani e sulla racchetta di Stan che non si guarda più indietro e domina il quarto set: break nel terzo gioco, doppio break nel settimo e pietra miliare sulla qualificazione al prossimo turno nell’ottavo game per il 6-2 conclusivo in 33 minuti. Ma ribadiamo come a decretare realmente lo spartiacque di questo match sia stato il terzo set, dove il classe ’85 ad eccezione dell’ultimo game del parziale – dove però oramai l’inerzia era già cambiata – e dell’ottavo tenuto a 0 ha sofferto in tutti i turni di servizio (sempre vinti ai vantaggi con anche un break point offerto).
Fantastica percentuale di messa a punto nel quadrato desiderato della prima di servizio elvetica a livello di efficacia, un impressionante 93% di prime a bersaglio che hanno prodotto quindici (53/57): continuità incredibile, mitigata però nel suo impatto dal “solo” 55% di prime direzionate in campo. Buono per Stan anche il raccolto con la seconda, poco sopra la metà: 54% (25/46). Il tutto sublimato da 5 aces (7 per l’avversario) e anche un ottimo 68% di punti vinti a rete, 21 su 31 discese totali; da questo punto di vista non male neanche l’argentino che ottiene 17 punti su 27 attacchi frontali.
Per quanto riguarda i rendiconti sui colpi totali, -6 per Tomas (26/32) e -2 per Stan (31/33). Ed ora, dunque, è tutto pronto per il 28esimo confronto diretto con Nole Djokovic, il serbo conduce 21 a 6 con addirittura una serie ininterrotta di 13 vittorie di fila per l’asso di Belgrado dal 2007 al 2014: giunta al termine soltanto nei quarti dell’Australian Open di 9 anni fa; un’edizione dove Wawrinka avrebbe poi alzato al cielo il suo primo titolo Slam battendo Nadal nell’atto conclusivo. D’altra parte, nonostante il pessimo bilancio nei precedenti, lo svizzero può vantare un trittico di affermazioni che praticamente quasi nessuno può esibire al cospetto del cannibale Djoker: oltre al già citato trionfo nel regno del n. 2 mondiale a Melbourne, infatti Stan ha battuto il 36enne di Belgrado anche nell’ultimo atto del Roland Garros 2015 e dello US Open 2016.
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