(dal nostro inviato a Londra)
[6] O. Jabeur b. B. Andreescu 3-6 6-3 6-4
Un “amuse bouche” al tartufo bianco, un quadro futurista, una poesia di Marinetti. Ci sono opere d’arte che non sono apprezzate da tutti, ma che richiedono grande maestria per essere realizzate. La partita tra Jabeur ed Andreescu probabilmente appartiene ad una categoria simile: è molto probabile che il pubblico del Centrale di sabato pomeriggio abbia apprezzato molto di più la battaglia tra Jarry e Alcaraz, ma dal punto di vista tecnico il match femminile tra due delle più complete tenniste in circolazione ha fornito uno spettacolo che ha deliziato i palati più raffinati.
Andreescu non è riuscita a chiudere una partita che ha avuto in mano almeno un paio di volte: all’inizio del secondo set, quando Jabeur faticava moltissimo a rispondere e si è dovuta salvare da due turni complicati sulla propria battuta, e anche nel terzo parziale, quando poco prima dell’interruzione per pioggia era andata avanti per 3-1 e servizio.
Jabeur è riuscita a riprendere in mano il pallino del gioco giusto in tempo per ribaltare la partita, ed è stata molto abile a gestire il primo game di battuta dopo l’interruzione che avrebbe potuto essere pericoloso.
LA PARTITA – Come spesso accade dopo un lungo match estremamente tirato come quello tra Alcaraz e Jarry, il pubblico decide di prendersi una pausa per rifocillarsi, e il match inizia in uno stadio quasi vuoto, con un’atmosfera quasi spettrale. Davvero un peccato perché le due giocatrici iniziano subito a dare un saggio delle loro capacità tecniche e mettono in scena uno spettacolo davvero godibile.
La varietà di colpi, traiettorie, rotazioni è incredibile. Nel quarto gioco due errori gratuiti consecutivi da fondocampo inguaiano Jabeur, che annulla la prima palla break dell’incontro con un bello smash, ma poi deve incassare due ottime risposte di rovescio di Andreescu che fanno maturare il break.
Da quel momento in poi ci sarà solamente un punto per la ribattitrice nei successivi cinque games, e in 31 minuti la canadese incamera il primo parziale per 6-3.
Nel palleggio da fondocampo Jabeur sbaglia decisamente troppo, quando gli scambi si allungano è quasi sempre Andreescu a portare a casa il punto. Ma la tunisina insiste, inizia a macinare gioco sul suo servizio e quasi dal nulla, con un paio di belle accelerazioni di rovescio in lungolinea trova il break per il 4-2. La partita è quasi rovesciata: otto punti consecutivi al servizio per Jabeur chiudono il secondo parziale e in soli 67 minuti si va al terzo.
Sono ormai passate le 19 di una giornata dal tempo variabile, e il cielo di Londra appare molto più scuro del solito. I tabelloni luminosi vengono settati in configurazione notturna per non dare fastidio alle giocatrici, e ci si chiede se non sia il caso di chiudere il tetto per accendere i riflettori, dato che c’è ancora un’altra partita in programma sul Centrale.
Giove Pluvio toglie d’imbarazzo gli organizzatori facendo scendere su SW19 un rapido ma potente acquazzone che costringe tutti quanti a correre al riparo sul punteggio di 3-2 Andreescu, dopo che la canadese non era riuscita a consolidare il break conquistato al quarto game restituendo la battuta a Jabeur con un doppio fallo.
L’interruzione dura 50 minuti, perché prima di ricominciare a giocare è necessario attendere che il sistema di aerazione stabilizzi l’aria all’interno del Centrale al giusto livello di temperatura e umidità.
Al ritorno Jabeur riesce a tenere la battuta nonostante due palle break, peraltro cancellate con grande autorità, e sul 3-4 infila una serie si 12 punti a 3 che chiude il match e la manda agli ottavi di finale dove incontrerà Petra Kvitova contro la quale ha perso quattro dei precedenti cinque confronti diretti.
[3] E. Rybakina b. K. Boulter 6-1 6-1
Katie Boulter si guadagna l’onore del Campo Centrale dopo le due belle affermazioni con Gavrilova-Saville e Tomova, ma la serata di gala le va di traverso a causa dell’altra invitata, la campionessa uscente Elena Rybakina. Troppa la differenza di velocità di palla tra le due; la kazaka ha stravinto in ogni aspetto del gioco contro una rivale probabilmente anche emozionata dal prestigio della ribalta.
Il primo set dura 25 minuti, durante i quali Rybakina non perde mai il punto quando mette in campo la prima palla e pungola regolarmente l’inglese con la risposta, prendendo sovente il comando delle operazioni. Boulter, che normalmente sfodera una prima di servizio assolutamente rispettabile, fatica a contenere i colpi profondi di una numero 3 del seeding, che appare più rilassata e serafica del solito. La numero 89 del ranking tiene il servizio sull’1-0 per poi subire cinque giochi consecutivi, che decidono il set.
Secondo parziale in linea con il precedente: Boulter perde altri due game e conserva il turno di battuta successivo. Poi di nuovo spazio alla kazaka, che riprende a dominare e si iscrive agli ottavi di finale, dove affronterà Beatriz Haddad Maia.