Sarà la tunisina Ons Jabeur la finalista di Wimbledon 2023: la numero 6 del ranking WTA si è imposta in semifinale sulla bielorussa numero 2 Aryna Sabalenka con il punteggio di (5)6-7 6-4 6-3, Ad un passo dalla sconfitta, sotto 2-4 nel secondo set, Jabeur ha saputo riprendere il bandolo della partita con pazienza e determinazione.
D. Ons, che match!
“Sì, veramente un match pazzesco, folle! Sono contenta di essere riuscita a rimanere in partita, ad aver pian piano aumentato il mio livello di gioco, dopo il primo set. Fortunatamente ora manca una sola partita.”
D. Come descriveresti il percorso che hai dovuto intraprendere quest’anno rispetto all’anno scorso?
“Penso che quest’anno il sorteggio sia stato molto più difficile. Ho dovuto giocare contro giocatrici fantastiche che non solo giocano bene su qualsiasi superficie, ma che giocano alla grande anche sull’erba. Sì, il torneo di quest’anno è stato molto impegnativo. Ma questo mi dà anche una grande fiducia per la finale di sabato: questo percorso mi ha costretta a mantenere un ritmo sempre molto alto.”
D. Sembra tu stia giocando a un livello superiore quest’anno, rispetto all’anno scorso. Le difficoltà di quest’anno ti hanno aiutato in qualche modo?
“Innanzitutto, ho imparato l’arte della pazienza. Quest’ultimo anno mi ha insegnato ad essere molto paziente e ad accettare qualunque cosa mi succedesse, come l’infortunio, perché era fuori dal mio controllo. Non potevo farci niente. Ho accettato che stavo facendo del mio meglio per essere pronta per ricominciare a giocare.”
D. In campo hai detto che la “vecchia” Ons questa partita l’avrebbe persa. Di quanto tempo fa stiamo parlando?
“Probabilmente, sì, sicuramente dodici mesi fa. Forse anche un po’ prima, tipo sei mesi fa. Anche solo sei mesi fa ero una giocatrice differente: sto lavorando su me stessa come una matta, non avete idea di cosa stia facendo… Ogni volta che succede qualcosa, sono molto dura con me stessa, cerco di migliorare in tutto. A volte sono ancora troppo impaziente, il che non va bene. Sicuramente l’infortunio mi ha rallentato e mi ha insegnato ad essere paziente e ad accettare quello che sta succedendo. Ho sempre lavorato sulla mia testa: questo è quello che ho fatto con più determinazione negli ultimi anni, da quando avevo forse 10 anni, perché sono convinta che se non sei pronta fisicamente, mentalmente puoi sempre vincere. Probabilmente è quello che è successo nelle ultime due partite.”
D. Credi che la finale dello scorso anno ti abbia aiutata a prendere consapevolezza delle concrete possibilità che avevi di vincere un torneo dello Slam?
“Sì, l’anno scorso è stata la mia prima finale di un Grande Slam, sicuramente mi sto avvicinando a quella vittoria che ho sempre desiderato. Direi che ci ho sempre creduto, anche se a volte ti chiedi se mai accadrà. Per quanto mi riguarda, ho imparato molto non solo dalla finale di Wimbledon, ma anche dalla finale degli US Open, e sabato darò il massimo. Forse quest’anno si è trattato di provare due volte e di fare bene la terza. Quindi vediamo.
D. Cosa hai cambiato, una volta che ti sei trovata sotto 4 a 2 nel secondo set?
“Ero in difficoltà… onestamente ho deciso di giocare solo al mio ritmo, a prescindere da come sarebbe andata. Ho combattuto punto su punto, lei ha commesso alcuni errori che mi hanno aiutato a restare in partita… ed ho atteso che mi arrivasse qualche buona opportunità, come poi è successo.”
D. Come te l’aspetti la finale?
“Onestamente, cercherò di concentrarmi molto su me stessa. Entrambe abbiamo fame di vincere. Vincerà chi se lo merita di più.”
D. I tuoi fan ti hanno soprannominata il “Ministro della Felicità” per la Tunisia. Come gestisci le speranze e le aspettative dei tuoi tifosi?
“La cosa bella di quelle persone è che mi dicono sempre, ‘Vinci o perdi, noi ti vogliamo bene’. Sono belle parole da sentire. Cerco sempre di ricordarmelo, anche se so che tutti vorrebbero che vincessi. Spero di poter fare la storia non solo della Tunisia, ma anche dell’Africa.”
D. Come ti preparerai mentalmente a questa sfida? Non potrebbe essere per te una difficoltà in più sapere che la tua avversaria sarà meno blasonata delle altre che hai sconfitto qui a Wimbledon?
“Penso che una finale sia una finale e che sarà molto difficile. Chi riuscirà a gestire meglio le emozioni, chi riuscirà a essere più pronta in campo, vincerà sicuramente la partita. Per questo voglio concentrarmi solo su me stessa. Sì, sono arrivata fino alla fine, e questa volta spero di farcela.”
D. Come ti trovi a giocare contro Sabalenka?
“Io e lei abbiamo uno stile di gioco molto differente, lei è molto potente, mi rende complicato fare il mio gioco. Sono convinta che la partita di oggi mi sia stata utile per imparare a gestire giocatrici con il suo stile di gioco.”
D. Oggi Aryna è stata molto rumorosa in campo…
“Stava urlando per entrambe, immagino (sorride). Lei è così, così sai sempre che lei è lì. In realtà è divertente… quando ho avuto il match point sul suo servizio, il pubblico mi stava acclamando… ed io ero tipo, ‘per favore, per favore, non esultare, si arrabbierà e mi batterà’… In realtà l’ha fatto. Si è arrabbiata così tanto che mi ha preso a pallate… ho cercato di mantenere la calma. Sono rimasta in partita, è così che ho vinto oggi.”
D. Come si impara ad essere pazienti?
“Innanzitutto, hai la possibilità di vincere il tuo primo torneo del Grande Slam, quindi devi essere paziente. Inoltre, da queste partite ho imparato molto, anche che se giochi contro una tennista del livello di Sabalenka, ogni gioco non è mai finito, anche se sei in vantaggio 0-40. Cosa puoi farci, in quel momento, se ti fa tre ace? Non resta altro da fare che pazientare ed attendere il proprio momento, com’è successo oggi sul 4-2 nel secondo set.”
Traduzione di Matteo Trombacco