Sin dai primi giorni, per essere precisi dal secondo, l’Hall of Fame Open di Newport inizia a regalare grandi emozioni e soddisfazioni, tra spettacolo, sorprese e ritorni di vecchi amici. Già, perché l’edizione di quest’anno del torneo su erba ha visto il rientro all’attività, battezzato con un successo, dell’ex n.5 al mondo e vincitore nel Rhode Island nel 2021, Kevin Anderson. Il sudafricano aveva deciso di abbandonare l’attività agonistica nel maggio 2022 ma, vuoi un po’ di nostalgia, vuoi il prendere atto che forse il fisico ancora poteva dare qualcosa, eccolo qui di nuovo a correre sui campi. E il ritorno è stato decisamente positivo, con una vittoria netta, quasi schiacciante, su Gabriel Diallo. 6-3 6-2 il punteggio a favore dell’ex finalista di Wimbledon, che chiude con 11 ace e solo due punti persi quando la prima è entrata in campo. Dimostrazione che il servizio gira ancora, e anche i colpi da fondo, specie il dritto, hanno trasmesso sensazioni positive alla prima partita dalla sconfitta a Miami 2022 contro Cerundolo. Affronterà, in un secondo turno che è una ghiotta occasione per entrambi, un sorprendente Gjis Brouwer, che ha inflitto un 6-4 6-1 alla tds n.6 Max Purcell.
Ma la vera notizia che proviene dai prati del Rhode Island, oltre al piacere per Anderson, è l’eliminazione del campione in carica, nonché quinta testa di serie, Maxime Cressy. Il panda della rete, che con questa sconfitta crollerà fino al n.105 del ranking, si è dovuto arrendere a un impressionante Alex Michelsen, vittorioso con il punteggio di 6(5)-7 6-4 7-5, match che vale al classe 2004 la prima vittoria in carriera a livello ATP. Una partita che sembrava decisamente alla portata del franco-americano, specie dopo aver portato a casa il primo set; ma il ragazzino ha saputo non perdersi d’animo, e ricorrendo quasi in continuazione a passanti stretti e/o tra i piedi di Cressy, ha saputo anestetizzare la sua arma preferita, il serve and volley, per prendere piede e tenere in mano la direzione del match (rovescio davvero niente male quello del ragazzo). Ora Michelsen, che salirà almeno di 10 posizioni, fino al n.180, affronterà, per raggiungere il primo quarto ATP della sua vita, il funambolico James Duckworth, che l’ha spuntata solo al terzo, dopo una battaglia, contro Costant Lestienne, battuto in rimonta 5-7 6-4 7-5.
Da segnalare inoltre quella che comunque è stata una giornata campale per lo zio Sam, con la vittoria (oltre a Michelsen) di tutti i giocatori americani scesi in campo. John Isner, 4 volte vincitore di questo torneo, l’ultima nel 2019, si è sbarazzato in tre set, 6-4 2-6 6-3, di Alex Bolt, refertando 20 ace, e convincendo al servizio (as usual), meno in risposta; troverà al secondo turno l’ottava forza del seeding Corentin Moutet. A segno anche il vincitore del 2018 Steve Johnson, che ha giocato l’ultimo match di giornata, vinto in scioltezza sul coreano Yunseong Chung 6-2 6-3, tornando alla vittoria in tour dopo più di tre mesi dall’affermazione su Bagnis a Houston; al secondo turno affronterà il n.3 del tabellone Ugo Humbert. Ma la vittoria su cui porre più attenzione, per i colori a stelle e strisce, è quella che porta la firma di Ethan Quinn, anch’egli, come Michelsen, classe 2004 e anch’egli alla prima vittoria in tour, arrivata con un deciso 6-3 6-1 ai danni dell’indiano Sasi Kumar Mukund. Bel biglietto da visita per il giovanotto, che in una sorta di scontro generazionale, nella partita decisamente ora più attesa, affronterà il n.3 d’America, e n.1 del tabellone, Tommy Paul. Da cuori forti.