Procede a ranghi piuttosto serrati l’avanzata dei giocatori a stelle e strisce nel torneo americano di Newport, con cinque su sette che staccano il pass per gli ottavi dell’Hall of Fame Open, l’ultimo 250 su erba della stagione. Dopo le vittorie di Steve Johnson sul sudcoreano Yunseong Chung, di Tommy Paul sul connazionale Ethan Quinn, di Alex Michelsen sull’australiano James Duckwort e di Mackanzie McDonald sull’aussies Li Tu, l’ultimo in ordine di tempo a superare il turno è stato John Isner, vincitore sul francese numero 73 ATP Corentin Moutet.
6-3 6-4, il risultato finale a favore di Long John, attualmente numero 126 della classifica ATP, che liquida il classe ’99 francese in poco meno di un’ora e mezza: 61 a 45, il totale dei punti vinti da parte del due metri e zero otto centimetri americano, a cui bastano 2 delle 7 palle break a suo favore per chiudere l’incontro contro un Moutet che in tutto il match riesce ad ottenere, ma non a concretizzare, una sola palla break.
Fatica invece un po’ più del previsto la testa di serie numero 1 del torneo, e 14 del ranking mondiale Tommy Paul per eliminare il giovane connazionale Ethan Quinn: il vincitore del Challenger di Wichita gioca un tennis solido, combatte e rischia di rientrare in partita nel nono gioco del primo set, senza tuttavia riuscire a sfruttare le due palle per il contro break che avrebbe portato il parziale sul 5 a 5. Il secondo set si sviluppa in modo estremamente altalenante, tra break e contro break, 4 a 2 a favore di Paul, fino all’ottavo gioco, nel quale Tommy chiude virtualmente la partita per 6-4 6-2 in un’ora e mezza di gioco.
Unica partita dei sedicesimi a concludersi al terzo set è quella tra il diciottenne americano Alex Michelsen, numero 190 della classifica ATP, sul trentunenne australiano James Duckwort, numero 129 ATP. Dopo due set serrati nei quali l’australiano fa prevalere la propria maggior esperienza nel primo (6-4) e l’americano la propria maggiore determinazione nel secondo(6-3), è proprio il giovane Michelsen ad imporsi nel terzo set con un perentorio 6-0 nel quale fatica solo nel quinto gioco, l’unico che va ai vantaggi.
Vince con il brivido l’americano Mackenzie McDonald, numero 59 del ranking mondiale e quarta testa di serie del torneo, contro l’australiano Li Tu, numero 252 della classifica. Nonostante le quasi 200 posizioni di differenza, il ventisettenne Tu sfodera una performance di alto livello, costringendo il favorito americano al tie-break nel secondo set, poi chiuso da McDonald per 7 punti a 5.
Oltre a Quinn, l’altro americano a perdere nei sedicesimi di Newport è il trentatreenne Steve Johnson, eliminato dal francese Ugo Humbert con un doppio 6-4 in un’ora e mezza. 3 break ad 1, la sintesi della partita, nella quale il numero 40 d’oltralpe ha la meglio sul fresco vincitore del Challenger di Bloomfield Hills su cemento, ma che sul mattone tritato nulla può contro Humbert.
Turni piuttosto semplici per l’australiano Jordan Thompson, numero 69 ATP e quarta testa di serie, sul ventinovenne anglosassone Liam Broady, numero 130 ATP, regolato in un ora e 15′ con un doppio 6-2, e del francese Adrian Mannarino, numero 38 e seconda testa di serie, vincitore per 6-3 6-4 sull’australiano ventiduenne Rinky Hijikata che, nonostante tutto dà del filo da torcere al transalpino soprattutto nel secondo set.
Vittoria di prestigio, infine, per il sudafricano Kevin Anderson sull’olandese Gijs Brouwer: l’ex numero 5 ATP di Johannesburg si impone su Brouwer con il punteggio di 6-3 7-6(6) in un’ora e 47′. A spiccare, nella vittoria del trentasettenne sudafricano finalista di Wimbledon 2018 e dello US Open 2017, gli 11 ace messi a segno ed il 100% dei game vinti sul proprio servizio.