La International Tennis Integrity Authority (ITIA) ha fatto sapere di aver notificato una violazione del TACP (Tennis Anti-Corruption Programme) a Mark Philippoussis, ex Top-10 di singolare , finalista allo US Open 1998 battuto da Pat Rafter e di nuovo finalista a Wimbledon nel 2003 quando venne sconfitto da Roger Federer in quello che sarebbe stato il primo successo Slam del campione svizzero.
Philippoussis ha ricevuto un’ammenda di 10.000 dollari (circa 9.000 euro) e una squalifica di quattro mesi. La squalifica è tuttavia sospesa e non dovrà essere scontata se non ci saranno altre violazioni nei prossimi quattro mesi.
La violazione contestata a Philippoussis è quella di aver prestato la sua voce per promuovere dietro compenso le offerte di un’agenzia di scommesse. In base a quando stabilito dal TACP, nessuna “persona interessata” dal programma (“Covered Person”) può essere coinvolta, direttamente o indirettamente nella facilitazione delle scommesse sul tennis.
Il programma definisce “persone interessate” (Covered Persons) tutti i “giocatori, le persone a loro collegate e tutto il personale di supporto dei tornei”. Queste persone sono autonomamente tenute a conoscere e rispettare le regole del TACP fino a quando non cessano di essere “persone interessate”. Philipooussis è stato considerato una “persona interessata” in quanto coach accreditato ai tornei.
Philippoussis non ha contestato la violazione e pagherà la multa come richiesto, così come era già accaduto alla fine dello scorso anno a Mardy Fish e Bob Bryan, cui era stata comminata la stessa pena per lo stesso motivo in relazione a un’attività promozionale che avevano svolto quando ancora avevano un ruolo nella squadra USA di Coppa Davis, e quindi potevano definirsi “persone interessate”.
L’Opinione di Ubitennis
Il rapporto tra le scommesse e il tennis negli ultimi anni è diventato un argomento molto delicato, soprattutto da quando l’attività bettistica è stata legalizzata in molti stati degli Stati Uniti d’America, spalancando un mercato immenso che prima era solamente confinato al sottobosco della illegalità oppure ai grandi casino di Las Vegas.
Forse non molti dei nostri lettori sapranno che come condizione per ottenere gli accrediti ai tornei, Ubitennis deve impegnarsi a rinunciare a qualunque pubblicità da parte di agenzie di scommesse per tutta la durata dei tornei in corso, cosa che per Ubitennis significa di fatto dovervi rinunciare per la maggior parte dell’anno e comunque in ogni caso durante i periodi di più elevato traffico. Tutto questo nonostante ci siano alcuni tornei che vengono sponsorizzati da agenzie di scommesse, come si può facilmente vedere dai teloni di fondo dell’Hamburg European Open in corso questa settimana.
Il motivo è abbastanza chiaro: chi è presente dietro le quinte di un torneo vede e sente parecchie cose, molte delle quali possono fornire informazioni preziose per chi vuole prevedere l’esito di una partita. Ragion per cui, come probabilmente avrete notato, i nostri pezzi che si occupano di scommesse non possono riportare solamente le quote di un operatore, ma devono offrirne diverse, e soprattutto non possono fornire indicazioni di alcun tipo ai lettori-scommettitori sui giocatori o sui risultati su cui scommettere.
Il fatto di ricevere un accredito sembra che qualifichi immediatamente qualunque individuo (quindi anche un giornalista) come “persona interessata”, e quindi soggetta al TACP. Noi di Ubitennis siamo stati chiamati diverse volte a rispondere di ciò che pubblichiamo sul sito e abbiamo dovuto spiegare come quello che facciamo sia all’interno delle regole del TACP. E questo nel breve volgere di un paio di giorni: solitamente tutto accade in maniera molto rapida.
Tuttavia ci sono personaggi che hanno fatto esattamente ciò che è stato contestato a Philippousis, Fish e Bob Bryan, ma per il momento non pare abbiano ricevuto ancora alcuna sanzione.
Durante il National Bank Open 2022 tenutosi in agosto a Toronto e Montreal, l’agenzia bettistica BetRivers ha lanciato una campagna pubblicitaria televisiva nel corso della trasmissione del torneo sulle reti canadesi che vedeva l’ex tennista James Blake protagonista dello spot pubblicitario.
Infatti nell’autunno del 2021 James Blake, che al momento ricopre la carica di direttore del Miami Open, è brand ambassador di BetRivers, con tanto di comunicato stampa diramato alle agenzie e campagne social per celebrare qualche evento particolare.
Sulla carta sembra una violazione piuttosto chiara, perpetrata per parecchi mesi nel corso del 2022, per cui ci si chiede se questa sia stata una colossale svista dell’ITIA, oppure se magari la figura di direttore del torneo gode di un profilo particolare dal punto di vista della TACP.
Il direttore del torneo ha un ruolo ovviamente molto importante nel corso delle manifestazioni tennistiche: oltre ad essere il responsabile ultimo di tutto quello che succede, ha tra i propri compiti quello di finalizzare l’ordine di gioco di tutte le giornate. Di conseguenza è colui (o colei) che decide se un giocatore è impegnato in sessione diurna o in sessione serale, se debutta nel torneo lunedì o martedì o mercoledì (a seconda del tipo di torneo), quanto riposo ha tra un turno e l’altro. E come si può ben capire si tratta di decisioni che possono avere un impatto non trascurabile sull’esito dei match. Che una persona con questo tipo di potere abbia un legame ufficiale alla luce del sole con un’agenzia di scommesse è con ogni probabilità contro i regolamenti, ma anche se non lo fosse sarebbe certamente di dubbia opportunità.
Il tennis, come tutti gli altri sport e tutte le altre attività la cui fonte di sopravvivenza si basa sulla “vendita di visibilità”, non può fare a meno di “accettare caramelle dagli sconosciuti”, ma deve decidere di volta in volta quali sono “gli sconosciuti” con i quali può sopportare di essere associato.
Prima si è partiti con le sigarette (fu il marchio Virginia Slims della Philip Morris che consentì al tour femminile delle “Original Nine” di prendere forma e di evolversi in quella che è diventata la WTA), per poi passare attraverso l’alcool e arrivare ora alle scommesse ed evenualmente alle criptovalute.
A parte i vincoli legali presenti nei vari Paesi (qualcuno di voi si ricorderà l’ex partner ATP della birra Corona, il cui marchio dovette essere aggiunto elettronicamente ai lati della rete del torneo di Montecarlo perché in Francia è proibita la pubblicità agli alcoolici), sarebbe auspicabile che i comportamenti da tenere fossero chiari, uniformi e uguali per tutti. Solo così si può sperare di mantenere la credibilità di uno sport che si appresta a giungere ad un altro bivio importante rappresentato dalle offerte milionarie provenienti dall’Arabia Saudita, dopo che a suo tempo si sono accettati soldi importanti dalla Cina. Ma questo è un altro argomento per un altro giorno.