[2] E. Cocciaretto b. [8] E. Avanesyan 7-5 6-3
Si è ritrovata sotto nel punteggio 5-0, poi 5-4 30-30 a due soli punti dal perdere il set inaugurale con chiari segnali di difficoltà fisiche dovute alle – quasi – cinque ore passate in campo nei primi due turni valevoli per approdare ai quarti di finale, i suoi settimi nel Tour WTA; eppure come aveva già ampiamente dimostrato all’esordio del Losanna Ladies Open, dove aveva rimontato un parziale di svantaggio cancellando anche un match point, Elisabetta Cocciaretto non smette mai di crederci perché in fondo “è solo tennis” e dunque una disciplina giocosa che deve anzitutto divertirti quando la pratici: ed è cosi che infatti la n. 1 d’Italia affronta le tempeste ormonali di una partita, sempre e comunque con il sorriso stampato sul viso e sulle labbra.
Solamente con questo spirito si può attraversare indenne sia gli acciacchi fisici derivanti dai logoranti match antecedenti, sia l’estenuante concentrazione psicologica e attitudinale che viene richiesta quando si è obbligati a contrastare la più classica delle palletare tutte solidità e “allungamento del brodo da fondo“.
Con questi ingredienti, dunque, la tds n. 2 del seeding svizzero ha confezionato la ricetta che dopo l’ingente farcitura di non forzati l’ha vista salire in cattedra con il tanto vituperato bimane della prima parte di sfida e contro bilanciare le spezie mediante il medesimo utilizzo della cuoca rivale prima di distaccarsi definitivamente all’ultima curva del menù con il dessert del settimo giro.
Prima semifinale in carriera su terra per la 22enne anconetana, terza in totale dopo Guadalajara 2021 e Hobart ad inizio stagione. Per la giovane russa Elina Avanesyan, tds n. 8 oggi battuta 7-5 6-3 in quasi un’ora e quaranta di partita dalla qualità alterna sfuma così la prima semi a livello di circuito principale che avrebbe significato anche 20esima vittoria sul mattone tritato del 2023 – ITF e WTA 125 compresi.
A dare ancora più lustro alla prestazione e al successo ottenuto dall’azzurra, evidenziamo come Elina – residente in Spagna ma con chiare origini armene – nonostante la sconfitta odierna possa comunque ritenersi soddisfatta della seconda parte di anno dato che grazie al titolo conquistato al W100 di Wiesbaden e soprattutto agli ottavi di Parigi, nell’ultimo periodo aveva guadagnato un centinaio di posizioni nel ranking per poi ulteriormente sublimare tali risultati con due quarti a Berlino e Budapest prima di questo elvetico.
E’ stato il terzo confronto tra le due, dopo l’affermazione di Coccia ad aprile nella semi del 125 di San Luis Potosi – ultimo quarto giocato dalla n. 42 WTA prima di Losanna – mentre il primo in assoluto si era disputato a livello juniores a Milano nel maggio del 2018.
Prossimo appuntamento per l’italiana: Bondar o Zidansek.
Primo Set: a dir poco “pazzerello”, al 5-0 della russa risponde il 5-0 di Coccia che dopo essere stata a due punti dal perderlo, finisce per vincerlo 7-5
L’inizio del match è contraddistinto da una versione di Cocciaretto entrata in campo ancora abbastanza rigida e fredda nell’esecuzione dei colpi.
Soprattutto è da incubo l’ingresso in partita del fondamentale migliore a disposizione della 22enne anconetana, pronti via infatti e commette subito nel game inaugurale dell’incontro tre errori gratuiti di rovescio incrociato: il primo di poco largo in corridoio seguito da altri due gratuiti consecutivi che si fermano direttamente in rete. Inoltre ciò si che evince limpidamente fin da subito è che la strategia messa a punto dalla 20enne russa riesca nell’intento di creare particolare fastidio all’azzurra: Elina alza costantemente le traiettorie consegnando all’avversaria degli autentici topponi liftati con parabole talmente arcuate da poter essere quasi assimilati a dei pallonetti, chiaramente l’efficacia della portata di tali soluzioni deriva totalmente dalla profondità che la n. 8 del seeding è in grado di conferirne.
E così Elisabetta parte al servizio mandando a referto il quarto, il quinto ed il sesto non forzato bimane della partita: anche se poi come detto non si tratta tanto di errori non procurati considerati i tremendi grattacapi che la marchigiana sta incontrando sulle soluzioni lobbanti di Avanesyan.
I rovesci fuori fase dell’italiana non si contano più, si arriva ben oltre la doppia cifra di errori tra risposte in rete e accelerazioni imprecise. Solamente pochissimi sprazzi dell’ottimo bimane di Coccia che normalmente siamo abituati ad ammirare, dall’altra parte invece continua imperterrita la sua corsa la classe 2002 russa – residente in Spagna – che serve in maniera solida per poi costruirsi l’occasione giusta per l’affondo di dritto: dopo il break a 30 valevole per il 2-0, dunque, si materializza inesorabilmente anche il 4-0 in favore della n. 68 WTA. In quest’ultimo game di servizio nonostante il secondo break subìto, quantomeno si intravedono dei timidi segnali di risveglio con Elisabetta in grado di estrarre dalla racchetta qualche buona soluzione sfruttando anche il momentaneo smarrimento della profondità dei colpi da fondo di Elina, improvvisamente estremamente corti.
Tuttavia, aldilà di tutto, l’aspetto più importante da sottolineare è l’evidente precaria condizione fisica della n. 42 del mondo: non si muove con la solita agilità, anzi stenta a decollare nella copertura del campo. Sicuramente si fanno sentire le battaglie dei match precedenti – cinque ore trascorse sul rettangolo di gioco -, ben esemplificate dalla fasciatura posta a protezione della spalla destra della “nostra“.
Ciononostante, la tempra della classe 2001 di Ancona non ci sta a mollare senza provare almeno a lottare e andando anche oltre gli sguardi preoccupanti rivolti al suo coach Fausto Scolari – che quasi davano la sensazione di preannunciare un ritiro – con caparbietà evita il bagel sul 5-0 mettendo in mostra alcuni ottimi scatti in avanti per recuperare un paio di smorzate della rivale. Lo sforzo profuso dall’azzurra viene presto ricompensato, visto che Elina – fin lì quasi perfetta – sente la tensione nel momento della verità e subisce il primo break della sua partita, al servizio per chiudere il parziale: svantaggio dimezzato, 5-2.
Da qui in poi sostanzialmente, ed incredibilmente per quello che appariva essere il traballante stato atletico di Cocciaretto, la partita modifica completamente inerzia e padrone.
Al 5-0 iniziale, risponde il medesimo contro-filotto di Betta: sì perché dal 5-3, dopo aver tenuto la battuta a 30, la tennista reduce sia dal 3°T a Wimbledon che dai sedicesimi al Roland Garros mette a segno anche il secondo contro-break rintuzzando in pieno l’enorme gap nello score che si era venuto a creare a proprio discapito: lo ha fatto rimontando dal 30-15. Il bilancio di questo frangente di gara recita 24-6 a favore dell’italiana. Il parziale della “nostra” però non si arresta, tutt’altro: addirittura si inerpica sino a 7 game consecutivi, passando così all’incasso di un primo set che pur non dovendo cancellare alcun set point l’ha vista trovarsi a due soli quindici dal perderlo.
A livello tattico tutto è cambiato su quella diagonale sinistra che tanto aveva dato ad Avanesyan, in realtà più per demeriti di Elisabetta visto che in pratica Elina decideva di concedere completamente il controllo dello scambio nelle mani della rivale nella speranza di raccogliere l’errore italico: il piano, nella prima parte dello scontro, è andato in porto funzionando alla perfezione perché comunque c’era profondità nelle soluzioni russe. Quando questa è venuta meno e di contro la n. 1 d’Italia si è riportata ai suoi livelli con il rovescio, la seconda favorita del torneo ha iniziato a fulminare la metà campo opposta scatenando i suoi micidiali strettini di fronte ad un’inerme tds n. 8.
D’improvviso, perciò, click mentale di Elisabetta che cambiando registro tecnico ha ritrovato anche insperate energie fisiche e quindi una brillantezza che soltanto qualche minuto prima sarebbe stata puro utopismo.
Prima frazione che dunque si conclude con un emblematico 32-9 di parziale azzurro che raffigura perfettamente il ribaltamento delle operazioni messo in atto da Coccia che ha finito per sfondare il logorante muro difensivo eretto dalla pallettara russa. 7-5 in 54 minuti.
Secondo Set: dopo una fase stazionaria di servizi strappati, Coccia mette il turbo e si prende la prima semifinale della carriera su terra
Non si avvista neppure più un singolo barlume di partita, anche dopo il break negli spogliatoi a fine primo set – in verità adottato solo dall’allieva di Scolari, mentre Avanesyan ha scelto di rimanere seduta sulla panca per meditare su come si sia fatta sfuggire il parziale e su quali contromisure da poter adottare – , in avvio di secondo set: adesso l’azzurra fa suoi pure quei – ora divenuti rarissimi – palleggi prolungati dove ripaga la giovane rivale della stessa moneta di topponi arrotati della quale era stata vittima. Break subitaneo per Elisabetta, che però questa volta non consolida a causa del primo momento di deconcentrazione che segue il Rimontone – e che pone fine anche al filotto di 8 games a zero dell’italiana.
Ma per sua fortuna, si rimette immediatamente in carreggiata a livello di attenzione focalizzante dentro la partita e manda a referto il terzo break in altrettanti game della frazione che la riporta avanti 2-1 e servizio. Purtroppo però il quarto strappo del set non permette nuovamente a Cocciaretto di prendere il largo.
E’ un momento di stanca dell’incontro, dove entrambe cercano di riordinare le idee: Coccia anche di fare ricarica delle energie mentali spese a fiumi per recuperare il primo set. Dal canto suo invece, Elina ha provato sporadicamente a mettere in pratica la ricerca di un tennis leggermente più aggressivo provando qualche attacco dall’impatto anticipato, salvo poi rifugiarsi mestamente nella passività di un gioco che ha pagato dividenti soltanto con il considerevole sostegno condiviso e inconsapevole della rivale.
Occupandoci dei piani programmatici tattici di Avanesyan, vale la pena comunque evidenziare come in realtà nelle intenzioni iniziali della giovane russa ci fosse quella di far seguire allo sfiancamento da fondo, sulla diagonale rovescia a suon di colpi dal bassissimo coefficiente di errore, la sbracciata lungo-riga che però non si è quasi mai palesata.
In questo secondo set, Elina ne riesce a giocare qualcuna in più ma che non provoca l’effetto di generare particolari problemi all’azzurra che salendo sempre puntuale sulla palla, anche con fantastici contro balzi, e continuando ad alimentare la sua batteria bimane con la benzina derivante dalla essenza cortissima dei colpi spuntati della russa è in costante controllo autoritario del match. Dopo il 2-2 frutto di soli break, seguono due turni perfetti per chi serve fino al solito dirimente settimo gioco che si rivela ancora una volta spartiacque di uno scontro: 4-3 che poco dopo diviene 5-3 con Betta bravissima in quest’ultimo game a uscire indenne da un pericoloso 30-30 e ad intascarsi il round in battuta ai vantaggi.
La tennista di orini armene ha messo in piedi lo sforzo massimale: sfumato però senza risultati, alza bandiera bianca e Cocciaretto con il settimo break della sua partita, il quarto del parziale – nella seconda frazione la n. 68 WTA ha tenuto un solo turno di servizio su cinque giocati – si guadagna la terza semifinale della carriera, la prima su terra. 6-3 in 42 minuti, pertanto, a sigillare il settimo quarto disputato nel circuito maggiore dalla marchigiana.