[WC] G. Monfils b. [6] A. Bublik 6-3 6-4
La terza giornata del Mubadala Citi Open di Washington, dopo un inizio ricco, di spettacolo e sorprese, ha avuto una parziale “regressione” con gli ultimi match (quelli della notte italiana, per intenderci). Eccezion fatta per l’incontro che tutti attendevano, tra i due “cavalli matti” Gael Monfils e Alexander Bublik. A spuntarla, in una partita meno equilibrata del previsto, ma non per questo priva di punti divertenti e highlights da ricordare, è stato il francese. 6-3 6-4 il punteggio finale in favore del campione del 2016, più concreto dall’inizio alla fine, dando il giusto allo spettacolo ma senza esagerare come il kazako, che paga una resa al servizio non a livello. Sono 10 le palle break avute dall’ex n.6 al mondo, tre delle quali trasformate: una gli è valsa un primo set in cui la storia è stata poca, mentre nel secondo ha dovuto anche arginare il tentativo di rientro della tds n.6 (settimo giocatore “seeded” ad essere eliminato), mai però realmente capace di far paura. É il primo torneo, dalla Rogers Cup dello scarso anno, in cui il francese riesca a vincere partite consecutive; segnali incoraggianti, specie vedendo come riesca a coprire bene il campo e arrivare preciso sui recuperi. Affronterà agli ottavi di finale Tallon Griekspoor.
Griekspoor, n.12 del tabellone, al debutto in questo torneo, ha bagnato alla grande l’esordio: vittoria comoda, per 6-4 6-2, su Liam Broady. L’inglese non ha saputo ben giocare le sue carte in risposta, come dimostrano le 0 palle break avute e il 90% di punti vinti con la prima dall’olandese, bravo anche a minare le certezze in battuta dell’avversario (solo il 46% di prime in campo, meno della metà di punti vinti con la seconda) per portare a casa il match con il minimo sindacale. Sarà il primo incontro tra lui e Monfils, con il vincitore che incrocerà chi l’avrà spuntata tra Mmoh e Wolf, occasione ben ghiotta per andare avanti.
[15] A. Murray b. B. Nakashima 7-6(5) 6-4
Occasione, di tornare a splendere e avere un match importante, se l’è invece conquistata Andy Murray. Il britannico, forte di essere il n.15 del seeding, ha mostrato scampoli di una versione vintage di estrema qualità nella sua bella vittoria su Brandon Nakashima. 7-6(5) 6-4, in 2h e 11 minuti, il punteggio che premia Sir Andy. Equilibrio assoluto, con un solo break in tutto l’incontro, subito dall’americano nel primo game del secondo set, che si rivelerà fatale, e tanti punti duri, fatti di scambi lunghi e botte da fondo. D’altronde Nakashima ben regge, quasi da pugile, lo scambio, ma è meno paziente del britannico. Lì Murray, disegnando il campo, e obbligando l’avversario a correre, ha portato a casa la partita, sempre con tanta generosità, e anche una fetta per il divertimento del pubblico. Prestazione maiuscola, con soli 9 punti persi con la prima in campo, che regala al n.44 al mondo un biglietto per l’ottavo più intrigante di tutti, contro il n.1 del tabellone, e d’America.
[1] T. Fritz b. [Q] Z. Svajda 6-3 6-3
Taylor Fritz, fresco del secondo titolo del 2023 ad Atlanta, ha ben iniziato, alla stregua dell’amico Tiafoe, la campagna nella capitale. 6-3 6-3 al debutto contro il giovane Zachary Svajda, autore di una partita intraprendente, con vari tentativi di mischiare un po’ le carte per destabilizzare l’avversario, è un ottimo biglietto da visita per il n.9 al mondo. Specie osservando i numeri della partita, in cui ha fatto valere, quando è stato necessario, la maggiore esperienza: 8 palle break annullate su 8, con soli 5 punti persi con la prima in campo (entrata però il 60% delle volte, unico numero un po’ da rivedere). Le tre occasioni che ha avuto lui, invece, sono tutte culminate in servizi persi per Svajda, che lì ha fatto emergere i propri limiti: il materiale c’è, anche la sfacciataggine, va solo tutto un po’ sgrezzato. Fritz può intanto godersi la vittoria, consapevole di un tabellone tutt’altro che impossibile, dove il maggior ostacolo verso la finale potrebbe essere proprio Murray, in quello che sarà il secondo incontro tra i due, dopo la vittoria in scioltezza dell’americano lo scorso anno a Montreal.