Una semifinale di un torneo ATP 250 su terra battuta ad agosto di solito non viene contemplato come uno dei possibili match dell’anno. Ma il ritorno in finale nel Tour di Dominic Thiem dopo una ventina di mesi cambia tutte le prospettive.
L’ex campione dello US Open vince un match pazzesco contro Laslo Djere e si impone al tie-break decisivo dopo aver salvato cinque match-point. Non giocava una finale nel tour dalle ATP Finals 2020, quando ancora si giocavano alla O2 Arena di Londra.
D. Thiem b. L. Djere 6-7(3) 7-5 7-6(8)
L’inizio, posticipato di un’ora e mezza a causa della pioggia, è di buona qualità. Thiem, sospinto dal pubblico, trova buone sensazioni con il servizio, un po’ meno da fondo: non mancano infatti gli errori, bilanciati però da una buona resistenza nello scambio. Il serbo adotta invece qualche variazione, discese a rete e anche palle corte, per non dare all’austriaco il lusso di trovare ritmo. Sua la prima palla break, sprecata con un errore grossolano dopo uno scambio però ben lavorato dall’ex n.3 al mondo. Arrivano nel quarto gioco due chance anche per Domi di strappare il servizio, ma Djere serve sempre esterno e quando ha in mano lo scambio varia spesso il modo di colpire, così da non dare certezza sui movimenti. Da rivedere qualche errore di troppo per Thiem, che per il secondo game al servizio di fila deve fronteggiare palla break, da lui generosamente concessa, ma cinicamente annullata col servizio. Dopo game relativamente tranquilli, è di nuovo il serbo, pericoloso sul lato sinistro, ad avere palla break: ancora una volta va però a cozzare contro il servizio del padrone di casa, di ghiaccio nei momenti clou. A portare a casa il primo set, dopo un tie-break non indimenticabile, è Djere. 7 punti a 3 a favore del serbo, che ha sbagliato di meno, giocando in maniera più solida e quadrata, e perdendo (dopo le palle break annullate) solo due punti al servizio. E proprio la superiorità in battuta, e anche di intraprendenza nello scambio, ha fatto la differenza.
Secondo set: a volte crederci basta (e giocare bene anche)
Al servizio, il serbo riparte dal tie-break e si porta subito in vantaggio su un Thiem all’apparenza troppo amareggiato per liberare (di nuovo) il braccio. Lo ritrova in tempo nel gioco successivo, tra una palla larga e una lunga, recuperate tuttavia grazie a un buon servizio e un ancor più buono gioco a rete. Si va uno pari. Dopo due game con l’avversario a zero in cui entrambi mantengono il turno di battuta, Djere al servizio mette in tasca il quinto gioco non senza trovare ostacolo nella racchetta dell’austriaco: Thiem non molla (e il pubblico non molla lui!). Fa suo il game successivo, idem il serbo a seguire. Si intensifica a questo punto il gioco da fondocampo: entrambi i giocatori sono poco fallosi, si fa punto attendendo l’errore da parte dell’avversario. Ancora avanti per turni di battuta mantenuti: sono quattro pari e fin qui il set è l’esatta fotocopia del primo. Ma ecco che, messo dentro il nono gioco, sul 5-4 a Djere si apre un’opportunità che potrebbe valere la pena di interrompere la rincorsa dell’avversario. Niente da fare, Thiem non lascia spazio al colpo di scena: cinque pari. E anzi, proprio lui ne regala uno nel gioco successivo: il primo servizio perso della partita (dal serbo). Gli basta come antipasto: nel game successivo si prende il parziale.
Terzo set: Thiem conclude gli onori di casa e apre la porta della finale
Altro set, stessa storia. Prima uno pari, poi due pari, poi tre pari. Palle giocate sulle linee di fondocampo con cui i due giocatori si indispettiscono a vicenda allungano il match e non fanno intravedere la fine, né il vincitore. Sul 4-3 per il serbo, Thiem cambia ritmo e riporta il gioco sottorete con smorzate che, oltre ad assegnargli il game, non riescono tuttavia a sbloccare (di nuovo) in suo favore il testa a testa. Il gioco successivo va a Djere, che ritrova l’opportunità di chiudere strappando il servizio all’avversario. Ma non è ora, neanche stavolta: si va cinque pari. Dopo un altro game messo in tasca dal serbo, un bivio: con tredici punti giocati e tre match point annullati, Thiem trova la strada del secondo tie-break. Trova anche l’uscita, per primo: la finale è sua dopo altri due match point annullati.
S. Baez b. [1] T. Etcheverry 7-6(5) 3-6 6-4
Partita che si gioca su lunghi e duri scambi da fondo, con Etcheverry che inizialmente non riesce a cavare abbastanza dall’importante arma del servizio, specie sulla seconda. Baez bravo a manovrare da fondo, tessendo fitte ragnatele di palleggi che non permettono al n.1 del seeding di farsi padrone dello scambio, anche inducendolo a qualche errore di troppo. Il set, dopo le palle break avute da ambo i lati nei game iniziali, procede spedito lungo i binari del servizio, con il n.72 al mondo bravo a giocare la battuta piazzandola e spostando l’avversario per poi chiudere. Sul finire del parziale a rompere l’equilibrio è proprio Baez, tra i due il più propositivo, costante da fondo. Nell’undicesimo game, spingendo e costringendo Etcheverry a venire a rete con un buon recupero, viene premiato da una volée dimenticabile del n.34 ATP, che sarà però solo preludio di una gioia effimera. Subito, rispondendo con più coraggio e contando sulla pressione per minare le certezze altrui, Tomas si riprende il break subito. Nel tie-break la distanza tra i due continua ad essere sottilissima, ma si alza la qualità dello scambio e soprattutto del ritmo, con nessuno dei due ad aspettare l’altro, ma entrambi intraprendenti, commettendo anche errori nel rischio. E infine, meritatamente, a passare in vantaggio è Baez, vincendo 7 punti a 5 un tie-break duro, equilibrato fino alla fine, in cui ancora una volta si è mostrato più solido del fumoso Ethceverry odierno.
Quasi a pagare lo scotto di un primo set giocato ad ottimi livelli, controbilanciato da un avversario non al suo livello, Baez subito crolla nel secondo parziale, subendo il break già nel gioco iniziale. Da lì rapidamente, guadagnando fiducia anche grazie a una battuta che torna quella di sempre (un solo punto perso in due game) Etcheverry si porta avanti di due break, regalando poco e nulla, e arrivando su tutte le palle, costringendo agli straordinari Sebastian anche per un minimo punto. Quest’ultimo ritrova però un po’ di spirito, e di scioltezza nel braccio, recuperando così uno dei due break nel sesto gioco e mettendo fiato sul collo al n.2 argentino, che non potrà più sbagliare. E infine, d’esperienza, salvando, con la mano del servizio, due pericolosissime palle break nell’ottavo game, Etcheverry riesce a pareggiare i conti dei set, facendo fruttare un ultimo gioco disastroso da parte di Baez, con errori in serie.
Il parziale decisivo, battezzato anche da qualche goccia di pioggia, si sviluppa in maniera molto più lineare rispetto ai primi due. L’andamento dei servizi procede spedito, con il conteggio finale che non vede neanche un game ai vantaggi. L’impressione è che entrambi i giocatori aspettino un passo falso dall’avversario, in modo da osare lì un po’ di più, senza scoprire il fianco a rischi eccessivi. Etcheverry, che inizialmente appare il più in fiducia, si disunisce completamente nel nono gioco. Errori in serie, che culminano poi nel doppio fallo che chiude il disastro, consegnano al campione di Cordoba il break e la possibilità di servire per chiudere. E la possibilità, una volta ottenuta, non se la fa sfuggire. Giocando un game perfetto, in cui mai permette neanche di avvicinarsi all’avversario, ricorrendo anche a un paio di giocate di fino (un’interessante palla corta e anche una discesa a rete, arma usata qualche volta in più del solito, buona per spezzare il ritmo) Baez chiude senza troppi patemi. Giocherà domani la quinta finale in carriera (tutte sulla terra), con un record di 2-2, con l’ultima sconfitta arrivata poco più di un anno fa, a Bastad. Inoltre da lunedì sarà almeno n.47 al mondo, rientrando in top 50.
Pellegrino Dell’Anno e Marianna Piacente