6 titoli Slam, l’aver portato Andre Agassi al massimo del massimo, aver iniziato a costruire quella macchina da tennis che poi Andy Murray sarebbe diventato, e la firma su un libro che ha fatto scuola per tutti gli appassionati di tennis, “Winnig Ugly“. Questo il palmares, da allenatore, di Brad Gilbert, coach fondamentale del tennis americano (e non solo). Tutto ciò si aggiunge ad un best ranking di n.4 al mondo e a tante partite vinte di puro rigore tattico e stretta logica, armi che nel tennis spesso possono fare molto più differenza di un dritto pesante o di una bella volée. Insomma, Gilbert è uno che ha vinto, e fatto vincere, uno di quegli allenatori che possono svoltarti la carriera: saranno stati questi i pensieri di Coco Gauff nell’iniziare a collaborare con l’ex campione di Cincinnati. I due si sono avvicinati di recente, e proprio da suggerimento del californiano la n.7 al mondo ha scelto come allenatore e supervisore del proprio team lo spagnolo Pere Riba, ex n.65 al mondo e allenatore tra le altre di Qinwen Zheng.
Il rapporto tra i due è iniziato a ridosso di Wimbledon, e i frutti non è che siano stati maturi sin da subito, dato che Gauff perse all’esordio contro Kenin. In questi casi però, si sa, bisogna che il tempo faccia il suo corso per iniziare a vedere qualcosa…e così è stato. Qualche giorno a fa a Washington, a culmine di un torneo dominato dall’inizio alla fine, in cui le avversarie hanno da lei racimolato solo le briciole, l’americana ha vinto il secondo trofeo del suo 2023, ma soprattutto il più importante della carriera. E il lavoro di Gilbert e di Riba subito è emerso: i due si sono concentrati sul gioco al volo e la capacità di chiudere i punti a rete, aspetto fondamentale, per il fisico e l’esplosività possedute, del tennis di Gauff.
Spingere più da fondo, giocare buone volée, possono essere iniezioni di fiducia e aumenti di qualità capaci di condurre l’americana sempre più su. E se ci crede Brad Gilbert, uno che ha saputo disciplinare Agassi, mandare del tutto fuori controllo in campo McEnroe, e di arrivare al vertice ATP “vincendo sporco”, allora è bene che ci creda anche Coco. Perché questo coach, è uno che una volta che una cosa la ha in testa, fa di tutto per portarla a termine. Al meglio.