[1] C. Alcaraz b. H. Hurkacz 3-6, 7-6(2), 7–6(3)
Più sta in campo, più dà il meglio di sé. Non sarà stata la versione migliore di Alcaraz ma è come nelle ricette alla voce ingredienti: “quanto basta” per passare il turno e battere Hubert Hurkacz 3-6, 7-6(2), 7-6(3). Applausi per Hurkacz, come sempre del resto, a celare la solita quantità di rabbia per le occasioni avute e non colte. Nel secondo set, ad esempio, quando non concretizza il vantaggio di un break, o sul 3-3 quando sale 15-30, prima di fare retromarcia e rispettare i turni di servizio. O nel tiebreak decisivo quando non ha avuto la lucidità per mettere in crisi il suo avversario. Il n. 1 al mondo è sembrato un po’ in ritardo di condizione, poi col passare del tempo ha trovato l’antidoto per far fuori il polacco, ma ha dovuto vincere il terzo set due volte prima di accedere ai quarti di finale. Avanti di due break, non sfrutta due matchpoint e subisce un incredibile parziale che lo costringe a rivincere la sfida al tiebreak. Dopo i 10 errori gratuiti del primo set, Alcaraz ha chiuso il match non concedendo per due turni di battuta nessun punto in risposta nel terzo parziale. È la seconda volta che si sono affrontati in carriera con entrambe le sfide terminate con la vittoria dello spagnolo. Nei due match hanno giocato quattro tie-break tutti vinti dallo spagnolo. E’ stato un festival degli errori: 48 errori non forzati di Alcaraz, 51 di Hurkacz.
Primo set con tanto Hurkacz e poco Alcaraz
Tanti errori da parte di Carlitos: pesante sulle gambe, lento nei movimenti. La serata canadese sul centrale comincia malino per lo spagnolo. La doppia cifra di errori non forzati spiega tanto, ma delegittima l’ottimo lavoro di Hubert. Il n. 1 del mondo fatica a entrare in partita e comincia con un 12-3 di parziale che lo inchioda sul 3-0 per l’avversario. La voglia di combattere non gli manca, ma deve fare i conti con la prima del polacco, non una passeggiata di salute. Lotta, rosicchia, si procura due palle break, ma Hubert respira, lascia andare il braccio e le cancella entrambe aiutandosi con la spinta del servizio. Alcaraz prova a lottare con sé stesso per destarsi, per rianimarsi. Tiene a “0” il servizio nel sesto gioco, arranca, fatica, ma nulla può per ribaltare le sorti del primo set dall’esito ormai scontato: 6-3.
Secondo set – la lenta marcia spagnola
L’avvio di secondo set sembra essere di marca spagnola, ma Hurkacz annulla le distanze rapidamente e alla prima palla break passa a condurre nel primo gioco del set. Alcaraz avrebbe bisogno di un altrui aiuto per rientrare in partita: è confuso, si affida a palle corte senza costrutte e che non lo premiano. Il polacco ha l’animo buono e consente allo spagnolo di rientrare immediatamente in partita offrendo tra errori e cali di intensità tre palle consecutive per il controbreak. La prima di servizio lo abbandona, fa quel che può per cancellare le prime due, ma poi subisce il lungolinea di Alcaraz che impone la ritrovata parità. Non è la miglior versione del n. 1 al mondo e la riprova la si ha nel sesto gioco: si costruisce due palle break, ma se le vede cancellare entrambe dall’ottimo Hurkacz, propositivo e coraggioso.
Nel gioco successivo, il polacco si porta 15-30, forza la mano e gioca una palla corta sulla quale si avventa lo spagnolo per risalire la corrente. Pericoli non ce ne sono più: non è una gran gara, perché sono gli errori a spezzare il ritmo. Si va al tiebreak con Alcaraz subito aggressivo sulla risposta a conquistare il primo minibreak. Diventano due, quando il polacco perde il controllo del rovescio. Hurkacz sbaglia tanto, affossa anche un dritto che vale quattro setpoint allo spagnolo: basta il primo per riequilibrare i conti.
Terzo set Alcaraz costretto a vincere due volte
Dopo due game a “0”, nel terzo gioco si entra nel vivo del set. Alcaraz passa a condurre avanti di un break sfruttando qualche lieve segnale di cedimento dello spagnolo. Si porta a palla break con un lungolinea di rovescio, dopo uno scambio scandito dai “back” con i quali si prepara l’affondo. Poi è una risposta vincente su una seconda tenue di Hurkacz a valergli il 2-1. Carlos non ha nessuna intenzione di abbassare il contatore dell’energia, non ci sono black-out ma solo prime vincenti come nel caso del sesto gioco vinto a “0”. Il polacco non c’è più, è lento in uscita dal servizio e Alcaraz ne approfitta per procurarsi due palle del 5-2. La prima la annulla con uno scambio spettacolare finito con lo smash di Hurkacz dopo un doppio recupero felino di Alcaraz su due palle corte. Sulla seconda il passante dello spagnolo è stretto e vincente e vale il doppio break di vantaggio.
Applausi per Alcaraz che poi si intestardisce con la palla corta, spreca un match point e si offre a palla break. Il polacco sbaglia la risposta mostrando segni di appannamento e di oggettiva impossibilità a cercare la rimonta. Con l’ace si riporta a matchpoint, ma dopo aver cestinato anche questa opportunità, pasticcia ancora e subisce il break.
Il polacco ringrazia e sale 30-0 dopo aver recuperato uno dei due break di svantaggio. Poi sbaglia anche lui e rimette tutto nuovamente in discussione. La prima lo abbandona, mentre la sua seconda fa ingolosire Alcaraz: 5-4.
Lo spagnolo si è completamente trasformato e concede tre palle del controbreak al polacco. Smarrisce la prima di servizio, ma con le gambe non sembra muoversi benissimo. Con una risposta vincente, Hurkacz agguanta Alcaraz.
I due matchpoint sono un lontano ricordo, adesso è il n. 17 del ranking a salire avanti nel punteggio. Lo spagnolo col dritto non trova più il campo e prova a mischiare un pò le carte, ma con scarsi risultati. Il dodicesimo game si apre con la magia di Alcaraz che trova un passante di rovescio lungolinea che gli dà la carica giusta per affrontare un game delicato e sbloccarlo. Col servizio e il dritto si aiuta e si porta al tiebreak. Lo spartiacque sono due risposte sbagliate dal polacco su altrettante seconde dello spagnolo. Il n. 1 al mondo non è tale per caso e appena avverte qualche scricchiolio dall’altra parte della rete ingrana la marcia e va avanti di due minibreak prima con una difesa straordinaria e un lob che mette k.o. Hurkacz con tanto di chiusura a rete, e poi con l’errore del polacco. Paura passata, ora ci sono i quarti di finale contro Tommy Paul che ha sconfitto il connazionale Marcos Giron.