A. de Minaur b. [2] D. Medvedev 7-6(7) 7-5
Aveva vinto solo l’ultima delle cinque precedenti sfide (Bercy 2022, 7-5 al terzo) ed era dato nettamente sfavorito dai bookies. Invece, Alex de Minaur sorprende un po’ tutti ma specialmente Daniil Medvedev battendolo 7-6(7) 7-5 in due ore di gioco. Perché, in teoria, de Minaur non ha il peso di palla o padroneggia variazioni tali da impensierire l’avversario, per quanto rapidissimo e in grado di tenere vivo lo scambio; tuttavia, rimanere invischiato nel palleggio con Medvedev può non essere la migliore delle strategie e così il ventiquattrenne di Sydney ha cercato di andare avanti a prendersi i punti. L’idea, che lo ha portato a giocare 19 volée e 3 smash e messo pressione a Daniil che anche dal nulla si ritrovava un Demon a rete, si è rivelata appunto vincente. Non che siano mancati gli scambi lunghi, tutt’altro (ben 46 sopra i nove colpi, +2 per l’australiano), ma Alex ha finito per imporsi in quelli brevi con un impressionante 52-37.
Ci ha però messo parecchio del suo il numero 3 del mondo (44 unforced), che ha inutilmente servito per il primo parziale, è stato avanti 5-1 nel tie-break dove ha avuto tre set point; e nella seconda partita per due volte è stato avanti di un break. Esce così di scena quello che, confronti diretti alla mano (0-6), era l’avversario più ostico per Jannik Sinner. All’azzurro non resta che raggiungere la finale…
Primo set – Daniil serve tre volte per chiudere ma non basta
Se negli scambi brevi e in quelli lunghi i due sono in equilibrio, Medvedev comincia dominando i punti tra i 5 e i 9 colpi, mentre il n. 18 ATP quasi non vince punti sulla propria seconda. Al sesto gioco, de Minaur sbaglia a rete e cercando vanamente di sfondare, l’altro muove meglio la palla, ancora un gratuito e Daniil allunga. Il set pare ormai deciso, invece al momento di metterlo al sicuro con la battuta, un Medvedev incurante della statistica di cui sopra affretta gli scambi, commette errori e regala il contro-break con il doppio fallo finale. Arriva dunque il tie-break e Medvedev torna nei panni sé stesso, va subito avanti spingendo con il dritto, e sale 5-2 uscendo vincitore da uno scambio asfissiante da trenta colpi. Sul 5-2, nuova possibilità di finirla con il servizio e nuova fretta: 5-4. Alex però regala con il bimane ed è doppio set point che per ò sfuma (su quello al servizio, il n. 3 del mondo commette doppio fallo). Se ne va un’altra palla-set per il ventisettenne moscovita e ne spunta una per de Minaur: Daniil serve bene e comanda lo scambio, Alex difende bene e si prende il parziale sull’errore bimane dell’altro.
Secondo set – Daniil due volte avanti di un break, basterà? No…
Subito un turno di battuta complicato per de Minaur, che finisce per perderlo infilato nelle due incursioni a rete. L’altro però concede ancora qualcosa e, dopo aver visto cancellate due occasioni da sinistra dal servizio, sulla terza Alex risponde bene e rientra sul 2 pari. Prende la rete spesso, AdM, e con ottime percentuali di successo, ma è proprio una volée appena larga seguita dall’errore di dritto al ventesimo colpo a rimandare avanti Medvedev. Se l’australiano è tornato a vincere un punto ogni venti minuti sulla seconda, colpisce quel 53% di trasformazione della prima di Daniil, che manda fuori bersaglio un’altra seconda sulla palla break e si fa riagguantare sul 4 pari. Non c’è tie-break questa volta, perché sul 5-6 un doppio fallo e un errore di rovescio di Medvedev consegnano all’altro un primo match point, annullato con un’ottima seconda. Daniil viene avanti in controtempo e fallisce una volée di dritto stortissima anche per lui; sul vantaggio esterno, altro doppio fallo e de Minaur di prende la sua prima semifinale in un Masters 1000 contro Davidovich Fokina.
A. Davidovich Fokina b. M. McDonald 6-4 6-2 (di Pellegrino dell’Anno)
Il primo quarto di finale del National Bank Open presented by Rogers premia il giocatore con il ranking più alto, e con un minimo di esperienza in più prima della partita. Alejandro Davidovich Fokina raggiunge la prima semifinale della stagione, seconda 1000 della carriera dopo quella vinta a Montecarlo nel 2022 (unica sulle 4 giocate in carriera), oltre al nuovo best ranking, che sarà almeno di n.23 al mondo. Gioca una partita matura, calma, senza strafare, gestendo la tensione e tenendo l’equilibrio lungo tutto il corso dell’incontro. Rimane l’amaro per Mackenzie McDonald, le cui occasioni non sfruttate nel primo set, specie sul 4-3, ne hanno indirizzato tutto l’incontro, evidenziandone la tensione e impedendogli di esprimere il miglior tennis.
Il match – inizio che ben manifesta la tensione di Davidovich Fokina: nervoso, poco deciso, un po’ fumoso nelle decisioni. Carte che vanno ad accoppiarsi con un McDonald sul pezzo, che inizialmente tiene da fondo e legge bene le intenzioni avversarie, andando così a prendersi il break già nel secondo gioco. Ma l’importanza della posta in palio pesa anche sull’americano, che immola quattro gratuiti di dritto, frutto della fretta e di un braccio non proprio sciolto, per permettere subitaneo rientro. Bravo poi ad annullare un’altra palla break Davidovich, con il copione del match che via via emerge: McDonald gioca senza forzare, tatticamente preciso, in attesa dell’errore di Alejandro, che dovrà cercare qualcosa di più dal cilindro. Arriva un’altra palla break nell’ottavo game per il n.59 al mondo, più continuo nella sua partita “a scacchi”, ma annullata dall’esplosività dell’ex finalista di Montecarlo, più da “incontro di boxe”, potente e sempre pronto al colpo imprevisto, pur rischiando meno del solito. E viene premiato per la (inconsueta) pazienza: due doppi falli di fila nel gioco successivo da parte di Mackenzie, in chiara emergenza da braccino corto, regalano il break. Subito dopo, in un game liscio, in cui non lascia spazio all’emozione, Davidovich Fokina chiude con l’ace un primo set maturo, in cui dimostra capacità di controllo e gestione che spesso lo hanno frenato ben più delle lacune di gioco, quasi sempre di livello altissimo.
Secondo parziale che vede proseguire la scia positiva per lo spagnolo, capace di prendersi il break nel game di apertura, recuperando da 40-15. Complice un McDonald decisamente in confusione, ma bravo Alejandro a osare con il lob, arma di fino che gli sta portando parecchi frutti. Il terzo gioco, il sesto consecutivo vinto dallo spagnolo, sa tanto di resa. L’americano sbaglia comode volée, soffre sul rovescio, e non riesce a scuotersi né con la battuta né in risposta, permettendo all’avversario di giocare a braccio sciolto, variare, chiamarlo a rete e sfidarlo all’errore…quasi sempre con successo, per conquistare il doppio break. Mackenzie abbozza un piccolo tentativo di rientrare, e riesce, a fatica, a recuperare uno dei due servizi smarriti, disegnando il campo come si deve e finalmente trovando qualche buona risposta e anche responsi di qualità a rete. Ma è una gioia alquanto effimera, controbilanciata da un quinto gioco da eliminare, in cui quattro gratuiti, manifesto della tensione e dello smarrimento del californiano, ridanno il vantaggio pesante a Davidovich. Chiude poco dopo 6-2, in un game in cui si rivedono scampoli del McDonald di inizio a partita, che torna a ribattere e fare le scelte giuste, annullando anche due match point. Sono però solo un piccolo flutto nel corso dell’avanzare dello spagnolo, che chiuderà al terzo.