[2] N. Djokovic b. A. Davidovich Fokina 6-4 rit.
C’era grande attesa per il ritorno in campo di Novak Djokovic, che per la prima volta dalla finale di Wimbledon persa contro Carlos Alcaraz è tornato a disputare un match ufficiale. Per la verità, a Cincinnati aveva già giocato in doppio insieme all’amico Nikola Cacic, perdendo 6-4 6-2 contro gli esperti Murray/Venus. In singolare, invece, il serbo era atteso da Alejandro Davidovich Fokina, che avrebbe anche potuto creargli qualche grattacapo, ma è stato costretto ad arrendersi ad un problema alla schiena. L’ex n°1 del mondo, pur senza brillare, approda così agli ottavi di finale, dove sfiderà Gael Monfils, contro cui può vantare un rassicurante 18-0 nei precedenti.
La partita: Djokovic lontano dalla miglior condizione, ADF regge solo all’inizio
Nei primi due giochi dell’incontro praticamente non si scambia, con tanti servizi vincenti e qualche risposta sbagliata. Sull’1-1, con Nole al servizio, arrivano subito le prime chance per Davidovich Fokina, che approfitta dei tanti errori del serbo e si porta sul 15-40. Il semifinalista di Toronto, tuttavia, si fa rimontare e subisce quattro punti di fila, conservando qualche rimpianto soprattutto sulla seconda palla break, su cui non è riuscito a mettere in campo la risposta alla tenera seconda del suo rivale.
La fase centrale del set è piuttosto tranquilla e senza scossoni, pur senza lasciare troppo spazio per lo spettacolo. Sotto 3-4 lo spagnolo riceve un medical time-out fuori dal campo: tra un punto e l’altro passano quasi otto minuti, ma la sensazione è che i minuti di Ale, come lo chiama affettuosamente Djokovic ad un certo punto, siano sportivamente contati. Il n°23 del ranking non ha risolto gli evidenti problemi alla parte bassa della schiena, mostrandosi molto rigido e servendo a velocità decisamente ridotte. Davidovich Fokina non si muove bene, scuote la testa sconsolato e subisce un inevitabile break a zero senza poter opporre resistenza, che lascia presagire un imminente ritiro.
Sul 5-3 però, abbastanza clamorosamente, Djokovic commette tre gratuiti e restituisce momentaneamente il break, riprendendoselo poi poco dopo per chiudere 6-4 dopo tre quarti d’ora. “O dai tutto quello che hai e combatti o ti fermi: quel che stai facendo non serve a niente“ – aveva detto poco prima il coach dell’iberico al suo allievo. Che ci prova anche a rimanere in campo, ma dopo due soli punti del secondo set deve alzare bandiera bianca. Un movimento improvviso gli procura una forte fitta che gli impedisce di continuare: Nole lo abbraccia, prova a consolarlo e applaude la sua uscita dal campo. Servirà una versione più convincente del serbo per poter prevalere su un ritrovato Monfils.