Dura solo un set il match di esordio di Novak Djokovic al Western&Southern Open 2023. Il tennista serbo ritornava in campo dopo la sconfitta patita contro Alcaraz nella finale di Wimbledon. Si è trattato di un rientro soft. Dopo poco più di quaranta minuti di gioco, infatti, Alejandro Davidovich Fokina ha chiuso la contesa per un problema alla schiena. Per Nole il prossimo test in quel di Cincinnati sarà rappresentato da Gael Monflis. Di seguito quanto discusso dal tennista serbo in conferenza stampa.
D. Non è mai divertente non giocare un match per intero. Ti riposerai invece di metterti alla prova in una battaglia. Qual è il tuo bilancio?
NOVAK DJOKOVIC: “È una serata dalle emozioni contrastanti. Alejandro è una persona che mi piace, andiamo molto d’accordo fuori dal campo e ci alleniamo spesso insieme in Spagna. La settimana scorsa per lui è stata fantastica. È arrivato sino alle semifinali. Ha giocato molte partite. Ha giocato qui un match di primo turno nella giornata di martedì. A rete, quando ci siamo salutati mi ha detto che si trattava di un problema lombare apparso martedì. Penso che la quantità di partite che ha giocato negli ultimi 10 giorni abbia messo a dura prova il suo fisico. È stato sfortunato. Spero davvero che possa riprendersi e giocare bene a New York. Per quanto mi riguarda, ovviamente giocare un set è meglio che non giocare o, addirittura, perdere. (sorridendo). Quindi avrò un’altra possibilità nella giornata di giovedì. In questo match ho avuto l’occasione di scrollarmi di dosso un po’ di ruggine. Posso ovviamente giocare meglio di così. Spero che con l’andare avanti nel torneo, cresca il livello del mio gioco.”
D. Il tennis ormai è diventato sempre più uno sport caratterizzato da match che iniziano sempre più tardi. Si gioca all’1 del mattino, alle 2 o alle 3. Sono curioso di sapere cosa fai in quelle situazioni e come ti prepari alla possibilità di giocare così tardi.
NOVAK DJOKOVIC: “Durante la mia carriera ci sono stati dei match finiti molto tardi. Non accade regolarmente, capita una volta ogni tanto. Immagino incida il fatto che più tornei rispetto al passato stanno introducendo le sessioni notturne, cosa che prima non avevano.
Penso che i tornei stiano cercando di farlo per ottenere maggiori profitti, vendendo biglietti sia per la sessione diurna sia per quella notturna. All’inizio della mia carriera non era così, si trattava quasi sempre di un’unica sessione. Al giorno d’oggi, quando finisce la sessione diurna, occorre far uscire le persone presenti allo stadio e far accedere le persone che hanno il biglietto per la sessione notturna. In particolare, per i campi principali, serve tempo. Può sembrare una cosa positiva per i giocatori, ma forse non la situazione ideale. Allo stesso tempo bisogna trovare un equilibrio nel soddisfare gli interessi degli appassionati. I tornei ovviamente cercano di creare un profitto maggiore, aumentando le entrate.
Le sessioni notturne sono normalmente quelle più divertenti, la gente le ama. I tornei del Grande Slam di solito hanno sessioni notturne e quelle dello US Open sono probabilmente le più famose del nostro sport. Capisco anche che, se costantemente finisci a giocare a notte fonda e ti ritrovi continuamente in quella situazione non va bene, perché è dura aspettare tutto il giorno. Se ti svegli presto hai diverse ore di attesa prima di scendere in campo ed è impegnativo per i giocatori. Penso che uno dei motivi principali per cui abbiamo match che finiscono a tarda notte è perché vi è un gap temporale tra la fine della sessione diurna e l’inizio di quella serale per i motivi che ho detto prima.”
D. Puoi dire quali sono le tue sensazioni nel tornare a giocare un match negli Stati Uniti dal 2021 e al Western&Southern dal 2020?
NOVAK DJOKOVIC: “Questo torneo nel 2020 si è giocato a New York, a causa della bolla; quindi, l’ultima volta che ho giocato qui a Cincinnati era il 2019. Il tempo vola. Sono passati quattro anni ma sembra ieri. È decisamente bello essere tornati. Ho dei bei ricordi di questo torneo. Vincere nel 2018 ovviamente è stato un momento clou per me, perché era l’unico Masters 1000 che ancora non avevo vinto. Penso di aver perso quattro o cinque finali soprattutto contro Roger. Ma ho giocato bene in passato e sono davvero felice di avere la possibilità di tornare negli Stati Uniti. Manco da due anni e alcuni dei tornei più importanti del nostro sport si giocano sul suolo americano. Sono solo entusiasta di poter giocare a tennis”
D. Non solo è passato molto tempo da quando hai giocato negli Stati Uniti, ma è passato molto tempo dall’ultimo match giocato sul duro. L’ultima volta dovrebbe risalire a febbraio. Qual è il tuo stato di forma? Come valuteresti il livello del tuo gioco?
NOVAK DJOKOVIC: “È difficile da valutare, un set è relativamente breve. Non ci sono stati molti scambi dalla fondo campo si è trattato di un set dominato dal servizio. Ho piazzato due break. Ci sono paio alcuni aspetti positivi, alcuni negativi. Ma alla fine me lo aspettavo, si trattava della prima partita dopo tempo. Probabilmente mi ci vorranno alcuni set per fare in modo che le cose vadano per il verso giusto. Sono rimasto molto sorpreso da quanto sia veloce e da quanto la palla vola effettivamente in aria. Le palle rimbalzano molto qui, non era così duranti gli allenamenti giornalieri. Forse la sessione notturna lo influenza in qualche modo, ma è piuttosto difficile controllare la palla sul Campo Centrale, non so come sia sugli altri campi. Probabilmente con il passare dei turni, ci si potrebbe sentire maggiormente a suo agio. Ovviamente avrò un’altra possibilità contro Gael, a cui mi sento di dire alcune belle cose. È bello vederlo giocare di nuovo ad alto livello dopo aver sofferto diversi problemi fisici negli ultimi anni. Non possiamo dimenticare che è più anziano di me, perché tutti si focalizzano sulla mia età (Risata.) Sarà un duello tra veterani, quindi sarà abbastanza interessante da vedere.”
D. Nelle ultime 24 ore, diversi ex vincitori sono stati eliminati da questo torneo. Puoi parlarci di quanto sia difficile vincere lo stesso evento in anni consecutivi? Quanto è difficile vincere tornei back-to-back?
NOVAK DJOKOVIC: “Il ruolo di campione di carica, il dover difendere 1000 punti è una grande sfida, ma può essere anche un ostacolo. A volte lo usi per darti quella motivazione in più, ma a volte può davvero logorarti e farti sentire di avere troppo peso sulle spalle. Penso a Borna, sono sicuro che lui sarebbe d’accordo con me, ossia che è più facile presentarsi in un torneo senza aver la pressione di dover difendere quanto fatto l’anno precedente. È anche un po’ un gioco mentale. Durante tutta la mia carriera, in particolare nella seconda parte della mia carriera, non ho permesso a me stesso né ai media di mettermi nella scomoda posizione di campione in carica, ma di cercare di considerarmi allo stesso punto di partenza degli altri. Ricomincio da zero ogni anno. Gioco ogni torneo come se fosse la prima volta. Immagino che dipenda davvero solo dal giocatore, ma non è una situazione facile in cui trovarsi. Normalmente per giocatori che non hanno ottenuto troppe vittorie a quel livello, è qualcosa di nuovo. È una situazione che può davvero creare quella sensazione di grande pressione sulle spalle”.