[19] G. Dimitrov b. A. Murray 6-3 6-4 6-1
Tre ore di colpi di classe, di lotta, di resa da parte dello scozzese. Grigor Dimitrov estromette dallo Slam americano Andy Murray. Il britannico esce tra gli applausi del pubblico dell’Arthur Ashle che capisce lo sforzo fatto dal n. 37 del ranking e lo apprezza per la sua straordinaria carriera. Il bulgaro, dal canto suo, è stato bravo a chiudere la porta a un avversario mai domo.
Due ore e quarantotto minuti è durato lo spettacolo tra due giocatori sempre pronti a regalare scambi d’autore. 6-3 6-4 6-1 il finale in favore della testa di serie n. 19 che ora al terzo turno attende Alexander Zverev, vincitore del derby tutto tedesco con Altmaier. Tante le chances di break a disposizione dei due giocatori, quello più abile a sfruttarle è stato Dimitrov ben 6 su 13, abile a salvare 7 delle 9 offerte al britannico. Murray è arrivato provato all’ultimo chilometro, affaticato dalla grande capacità di Dimitrov di farlo muovere e costringerlo a colpi complicati.
I primi cinque game sono un’autentica battaglia: fioccano le palle break e se Dimitrov e abile a metter la freccia e a scappare via, Murray alla terza opportunità rimette le cose a posto. Certo poi deve faticare per tenere il servizio, ma fin qui il dritto funziona, con lo slice riesce a disinnescare il bulgaro. Il break decisivo arriva nell’ottavo gioco: a “0” lo scozzese lascia passare Dimitrov che chiude al primo setpoint.
Cala con la prima di servizio il bulgaro: scende al 47% la sua efficienza con la prima di servizio scendendo dal 67% del primo parziale. Eppure il dato è superfluo da analizzare perché in risposta lo scozzese non riesce a creare grandi problemi al suo avversario. Anzi con la seconda, Dimitrov alza la percentuali di punti vinti rispetto a quelli portati a casa con la prima di servizio, 71% a 67%. E’ il primo game quello decisivo per l’andamento del set: Murray subisce il break che non riuscirà a recuperare. L’unica occasione per rimettere le cose a posto passa nell’ottavo gioco ma arriva un gratuito che non agevola la rimonta.
Cala lo scozzese dal punto di vista fisico: Dimitrov lo costringe a fare il pendolo e i suoi colpi perdono efficacia. Arriva subito il break in favore di Grigor che restituisce ben presto il favore al suo collega. Si distrae il bulgaro che sbaglia due colpi in fila in maniera abbondante e rimette in carreggiata il suo avversario. Murray trae nuove energie e si spinge sino al 30-0, poi impreca perché la prima di servizio latita e il bulgaro fa bingo sulla sua seconda (otterrà 3 punti su 14 nell’intero set). A segnare negativamente il gioco è un sanguinoso doppio fallo che porta Dimitrov nuovamente a palla break, il quale sfrutta subito l’occasione costringendo Murray a buttar in corridoio un dritto senza grandi pretese. Ma da qui in poi, in ogni game, ci saranno palle break da fronteggiare. Dimitrov sale da 15-40 e rafforza il vantaggio: quando spinge col servizio sono dolori per il suo avversario. Tanti errori in questa fase, con l’orgoglio di Murray che non basta per equilibrare il parziale. Finisce al terzo matchpoint con il bulgaro che sa bene di dover ulteriormente alzare il livello del suo tennis nel terzo turno.
J. Draper b. [17] H. Hurkacz 6-2 6-4 7-5
Nel torneo dove un anno fa un lanciatissimo Jack Draper ha dovuto fare i conti con quello che sarebbe stato il primo di una serie di infortuni, il mancino inglese torna al terzo round grazie alla vittoria all’apparenza per nulla sofferta contro un Hubert Hurkacz viceversa sofferente, spesso con le mani sulle ginocchia, incapace di tenere la palla in campo nel palleggio e di ottenere dal servizio quanto sarebbe servito per aggrapparsi alla partita in attesa di tempi migliori, che con ogni probabilità non sarebbero in ogni caso arrivati. 6-2 6-4 7-5 in 2ore e 12 minuti il risultato finale per Draper che, dal canto suo, ha offerto una prestazione solida e precisa con il rovescio e incisiva con battuta e dritto. Al 26-22 di winners/unforced inglesi, Hubert ha risposto con un 32-49, di cui ben 28 dal lato del dritto. Per lui anche l’ingresso in campo di medico e fisio, pur senza un MTO.
IL MATCH – Hurkacz subito costretto ai vantaggi in battuta, poi il dritto inside-out inglese vale il vincente, mentre lo stesso colpo polacco vola via storto. Draper consolida il vantaggio e solo il servizio salva Hubi dallo 0-3 pesante. Anche Jack tiene a bada il tentativo di rientro con la battuta, ma la differenza di resa della prima tra i due è considerevole, come lo è l’efficacia non solo del dritto ma anche del rovescio. Così stando le cose, il doppio break è inevitabile e Draper conduce il parziale in porto per 6-2.
Nulla cambia a inizio secondo set: Jack mette subito il naso avanti, Hubi si auto annulla la palla del contro-break, la grafica non ci sorprende rivelando un 10-2 per quel che riguarda gli unforced di dritto dei due e ci si siede sul 2-1 Gran Bretagna dopo il provvidenziale ace anti-trezero. Il ventunenne di Sutton non sa più dove giocare perché, ovunque metta la palla, l’altro sbaglia, ma è bravo a rimanere comunque concentrato consolidando l’allungo sul 5-1. C’è una deviazione rispetto al copione del primo parziale dovuta in parte alla timida reazione polacca e in parte alla distrazione brit, a cui si aggiunge un po’ di braccino quando serve una seconda volta per andare avanti di due set e a rete non chiude due palle facili e affossa la terza sul 30-15. Hubi fa quello che andrebbe assolutamente evitato in quella situazione (sbaglia subito), Draper si rianima e chiude 6-4.
Hurkacz preoccupa per la scarsa reattività a rete che va ad aggiungersi alla montagnola di errori da fondocampo. Nonostante ciò e il 15-40 conseguente, tiene finalmente la battuta in apertura di set e sul 2-1 parlotta con medico e fisioterapista. Non c’è trattamento e, con un’espressione tra il rassegnato e il nauseato, torna a giocare. Intanto, si è fatto un po’ più regolare e il punteggio segue ordinato l’ordine di battuta, anche se la tds n. 17 deve salvare il 30-40 al nono game comandando con insolita sicurezza lo scambio con il dritto. Ecco però che dopo un paio di giochi il colpo (oggi particolarmente) più ballerino di Hurkacz torna ad abbandonarlo e Draper può servire per il match, compito che porta a termine senza alcun intoppo. Prossimo turno contro Isner o Mmoh.
[12] A. Zverev b. D. Altmaier 7-6(1) 3-6 6-4 6-3
Mentre sul Louis Armstrong va in scena la sfida azzurra tra Sinner e Sonego, sul campo 17 il derby è tedesco.
IL MATCH – Un primo parziale senza logica con troppi break (saranno sei in tutto), in cui Zverev non riesce a scrollarsi di dosso Altmaier, il quale probabilmente ha lo stesso identico pensiero. Poche prime per Sascha, trasformazione irrisoria sulla seconda per Daniel (un punto ogni 25 minuti) e il n. 12 del mondo arriva servire per il set, perdendo però il game a zero: non ottiene punti diretti con la battuta, l’altro gli forza due errori, lo passa e viene premiato dal doppio fallo finale. Si va al tie-break, che tiene fede al proprio nome rompendo l’equilibrio ma dalle fasi iniziali: il dritto di Altmaier sparisce ed è 7-1 Zverev dopo un’ora e un quarto o, ricorrendo a un’altra unità di misura, in due set di Draper-Hurkacz. MTO per Daniel che si fa trattare l’eminenza tenar (in italiano, la parte cicciottella alla base del pollice).
Sascha sembra poter indirizzare il match già al secondo game, ma l’altro risale da 0-40 e salva anche il vantaggio esterno. È invece Germania 1 a capitolare: sul 2 pari, regali da dritto e servizio danno fiducia al n. 53 ATP che si prende un punto a rete e chiude con un lob fin troppo preciso per essere del tutto volontario. Altmaier tiene due turni e Zverev gli evita pure il peso di andare a servire sul 5-4 con quattro errori (è arrivato a quota 33, intanto). 6-3 per il ventiquattrenne di Kempen che ci crede. Sascha, dopo il 3-11 sulle palle break della prima partita, mette a referto uno 0-4.
Il terzo set arriva senza particolari sussulti fino al 3 pari ma nel settimo game la sagra delle palle break mancate da Zverev ricomincia: prima due consecutive sul 15-40 poi altre due mancate ai vantaggi. Altmaier riesce miracolosamente a tenere il servizio ma è chiaro che ormai è sul cornicione. Sul 4 pari torna a servire e stavolta capitola non prima di aver salvato l’ennesima palla break. Zverev chiude 6-4 nonostante un bilancio complessivo di 4/21 sui break point
Farà meglio nel quarto set rimanendo pur sempre sotto il 50% (2/5): saranno due i break nel parziale, il primo nel terzo gioco pur facendosi recuperare di nuovo da 0-40. Un break che come una liberazione sblocca definitivamente Sascha e spegne il suo connazionale che cede con onore 6-3 dopo oltre 3h45 di gioco.
Nel prossimo turno contro Dimitrov servirà una versione più cinica del finalista 2020