[1] C. Alcaraz b. [2] D. Evans 6-2 6-3 4-6 6-3

Terzo set. Settimo game. È appena scattata la seconda ora di gioco, e Daniel Evans si trova inaspettatamente con due palle break a seguito di due grandi risposte sul turno di battuta di Alcaraz. Quello che avviene adesso è spettacolare, il britannico è costretto a muoversi come un tergicristallo sotto i colpi di Alcaraz che con una magia riesce a eliminare la prima palla game. Evans butta la racchetta a terra e si inginocchia come a dire: “Cosa posso farci?”. Carlos Alcaraz, stanco, guarda il pubblico e alza la racchetta appena appena in alto. È vero che Evans riuscirà a trasformare il rimanente break che segnerà la vittoria del game. È vero anche che Daniel vincerà quel set, riaprendo momentaneamente la partita. Ma a ben guardare, non c’è stato altro momento che descriva altrettanto bene l’andamento dell’incontro: un Evans che fa tutto, quasi più di tutto quello che avrebbe potuto fare. E’ un Alcaraz un po’ stanco a momenti, un po’ disorientato in altri, ma capace di colpi impensabili che non possono che far propendere l’inerzia dell’incontro nella sua direzione. Punteggio finale: 6-2, 6-3, 4-6, 6-3 per lo spagnolo.
1° SET
Se nel match precedente Alcaraz sembrava esercitare lo stile e la potenza, quello entrato in campo in questa partita e nel 1° set è sembrato un Carlos Alcaraz più ordinato e preciso. Capace di prendere decisioni migliori senza sacrificare la bellezza estetica e anzi esaltandola nella sua essenzialità. Risultato: subito break al primo game, con un Evans che mal tollera dall’inizio le eccellenti risposte di Alcaraz e mostra una prima di servizio non ottimale, che non può essere sempre sorretta da una seppur coraggiosa seconda. E quando la pressione sale arriva il doppio fallo dove non dovrebbe, su vantaggio di Alcaraz. Set in discesa per lo spagnolo, con un Evans che comincia subito comunque a cercare le contromisure. Primo grattacapo la risposta e in particolare il distanziamento dalla linea di fondocampo, con una sensazione che diventa sempre più una certezza: allontanarsi troppo dal campo, o anche solo di qualche centimetro, equivale a un suicidio sportivo. Maglio essere aggressivi, ma da lì a capire tempi e modi ce ne passa. Alcaraz vince facilmente il secondo game e riesce a fare un ulteriore break al terzo, con Carlitos che comincia a sperimentare la soluzione lob, che solo in questo e in pochi altri casi non lo premierà, un Evans poi che continua a litigare con la prima e a fare meglio con la seconda. Non basta: 3-0 Alcaraz.
Carlos vincerà facilmente anche il quarto game tenendo la battuta a 0. Così primi 18 minuti, che erano serviti solamente a litigarsi i primi due game nel secondo round dello US Open, questa volta in meno di venti minuti confezionano il 4-0 in favore dello spagnolo. Delineando solo in apparenza un turno più difficile del precedente. Se infatti il primo set va facilmente a Alcaraz, gli ultimi due game del primo parziale vedono un miglioramento di Evans che comincia a leggere bene varie situazioni di gioco e a perfezionare le discese a rete che cominciamo ad essere anche foriere di qualche punticino per il britannico. Da registrarsi anche i primi scambi lunghi ai vantaggi vinti da Evans, che comunque non gli evitano di subire il parziale di 2-6 a sfavore.
2° SET
Sono le prove tecniche di qualcosa di meglio che sta arrivando. Nei primi due game del secondo set, Evans tiene bene la propria battuta e poi alla quarta palla break ottenuta con un passante lungolinea finalmente ottiene il primo strappo e il due a zero. Grande opportunità per Daniel Evans di servire per un possibile 3-0 che forse avrebbe potuto cambiare il destino dell’incontro. Ma sul 30-30 forse la più grande macchie per Daniel: due doppi falli consecutivi generano lo sconforto del numero 26 in classifica che subisce il contro-break in favore di Alcaraz.
Un Carlos che sembra discontinuo ma che è comunque capace di giocare in leggerezza e delicatezza i punti più importanti. Come quello del quarto game, dove in battuta sul 40-40 si porta nuovamente in vantaggio con una magia delle sue. Un errore di Daniel sullo smash dopo una strenua difesa dello spagnolo poi, consentono ad Alcaraz il vantaggio trasformato alla prima occasione utile nel pari 2-2.
Al 5° game è Evans a commettere qualche imprecisione di troppo, con un Alcaraz che sta giocando ancora non ai suoi livelli migliori che va avanti subito 30-0. Daniel aggressivo reagisce e si riporta in parità, solo per commettere un altro gratuito che porta Alcaraz sul 40-30. Dopo una risposta sbagliata di Alcaraz e un altro regalo di Evans però lo spagnolo approfitta della cortesia, e ottiene un break che fissa il risultato sul 3-2. Sarà il break decisivo con Alcaraz ed Evans che manterranno i propri turni di battuta fino al 9° game. Serve il britannico. Alcaraz alza il livello dei propri colpi, con risposte difficilissime da contenere, lo spagnolo fa esplodere i suoi dritti impegnando in soluzioni pressoché impossibili Evans che alla fine si arrende al secondo vantaggio dello spagnolo. 6-4 il secondo set.
3° SET
Il terzo set è differente. Primi 3 game su 4 che si chiudono a 0 con i giocatori che manterranno agevolmente i propri turni di battuta inizialmente Il quinto set è di Alcaraz che sente una certa pressione che sfoga nel classico autoincitamento: “Vamos!” Al game successivo arriva una buona risposta, anzi una super risposta di Alcaraz, ma troppo tardi sul 40-0. Game Evans.
Settimo game. Siamo ritornati alla scena iniziale Il break che fissa il risultato 4-3 in favore di Daniel comincia a impensierire Carlos Alcaraz. Spagnolo che cerca in tutti i modi di pareggiare il conto del set alla prima occasione sul servizio del britannico. Ottiene 2 palle break. Sembra un film già scritto. Ma Evans è coraggioso e pieno di risorse. Recupera entrambe le palle break. Sul 40-40 Alcaraz sbaglia una risposta troppo poco profonda. Vantaggio Evans. Cerca di rispondere più forte: esagera. Game Evans 5-3, servirà per il set. Giusto il tempo per un turno di battuta in cui Alcaraz commette un doppio fallo ininfluente e poi il game decisivo. Ora la partita è proprio bella. Schemi di Evans interessanti, grandi dritti di Alcraz, volee e prima esterna Evans. Set point. Alcaraz che alza la voce e il ritmo, macina un punto e 40-40. Non ci sta a prolungare l’incontro. Ma Evans è un osso duro. Serve and volley, lob tirato fuori dal cilindro. Altro vantaggio, e altra risposta vincente Alcaraz. Che si fa nuovamente rimontare e alla fine, all’ennesimo vantaggio di Evans, sbaglia l’attacco di rovescio. Sarà quarto set.
4° SET
Carlos Alcaraz è un po’ infastidito. Ma tiene facilmente il primo game. Così Evans nel suo turno di battuta. Il britannico continua a variare il gioco e inizia a cimentarsi in passanti vincenti. 3° game Alcaraz. Nel 4° game lo spagnolo si porta in vantaggio sul servizio di Daniel 30-15, ma 4 punti consecutivi in favore di Evans riportano il risultato in parità. Fino a che, d’improvviso Alcaraz, non decide di fare… l’ Alcaraz. Nel 5° game tiene il turno a 0 tra punti bellissimi, ace e un vincente dei suoi. E nel 6° game arriva il break per lo spagnolo che alza il livello mettendo alle corde Evans: 2-4 per lo spagnolo.
Daniel ce la mette ora tutta per recuperare. Esulta a ogni punto, rincorre ogni palla, butta qualche racchetta per terra con fare incredulo quando Alcaraz si inventa qualche giocata che sembrano rubare dei punti onestamente guadagnati. Tutto con il sorriso. Ma è tutto inutile. Carlos Alcaraz che vince il 7° game consolidando il vantaggio. Dopo il game vinto al servizio di Daniel all’8° game Alcaraz tiene il suo ultimo turno di battuta a 0, trasformando il primo match point disponibile con un vincente dei suoi, dopo un ace di seconda, un ace e uno splendido pallonetto, si intende
E’ stata una partita molto divertente, con un Evans che ha fatto tutto ciò che avrebbe potuto e un Alcaraz che forse ha fatto di meno, in alcuni casi. Ma lo spagnolo è così un po’ lottatore, un po’ artista, un po’ genio e un po’ (mica troppo) sregolatezza. Ha solo venti anni poi. Complimenti a Evans allora, perché ci ha creduto in ogni momento, perché è stato sportivo e ha onorato un impegno non dato perso, nè in partenza né all’approssimarsi dell’epilogo. E complimenti ad Alcaraz quindi, perché affermare che nonostante il suo livello possa migliorare ancora, è in realtà uno dei riconoscimenti più grandi che si possa ad oggi fare allo spagnolo.