[10] F. Tiafoe b. [22] A. Mannarino 4-6 6-2 6-3 7-6(6)
L’urlo liberatorio di Francis Tiafoe è l’istantanea di questa gara. E’ l’urlo di chissà di aver scampato un grande pericolo, è l’urlo di chi l’ha fatto alzando il livello del suo tennis e di chi ha avuto tanto coraggio nei momenti finali. Nessuno si è annoiato in quasi tre ore di gara tra l’idolo di casa e Adrian Mannarino battuto 4-6 6-2 6-3 7-6(6).
“Voglio andare avanti fino in fondo, pensando gara dopo gara. Sento di essere un idolo per questa gente e una persona come me che è venuta dal nulla sente la necessità di far le cose bene per dimostrare che si può diventare qualcuno pur venendo dal mio background”, ha detto Big-Tiafoe a fine gara.
Dopo Agassi, è il primo americano a guadagnare gli ottavi di finale per il quarto anno consecutivo. Applausi anche per Adrian Mannarino che ha messo paura all’americano e ha rimesso tutto in discussione anche quando tutto sembrava scritto in favore del suo avversario. Ha inciso molto con la risposta sulla seconda dell’americano, ha pasticciato, però, quando si è trovato in posizione di vantaggio, sul 4-2 del quarto set, nel corso del tiebreak.
Primo set molto equilibrato, in cui a far la differenza sono le occasioni sprecate da Tiafoe, l’unica sfruttata al meglio dal francese. Nel primo set Mannarino passa dal 2-2 15-40 al 4-2 in suo favore: un parziale di 11-1 decisivo nell’assegnazione del primo set. Soprattutto perchè Francis fallisce altri tre appuntamenti con il controbreak. Il secondo setpoint vale al francese il vantaggio nei parziali. Poi Tiafoe cambia passo e diventa pressocchè ingiocabile nei due set centrali.
Nel secondo vince il 93% dei punti con la prima di servizio piazzando 14 vincenti e due soli errori. Infila un parziale di 17-5 e chiude 6-2 con quattro giochi consecutivi.
Nel terzo set la musica non cambia: col dritto Tiafoe fa paura e cede sempre un solo punto con la prima di servizio. Mannarino regala molto e fa segnare ben 13 gratuiti.
Da applausi per entrambi il quarto set. La testa di serie n. 10 sale immediatamente avanti di un break nel terzo gioco. La reazione di Mannarino non si fa attendere. Il 35enne francese scalda il suo di dritto, trova fiducia in campo e male all’americano che si ritrova sotto di un break all’improvviso. Il n. 35 del ranking paga lo sforzo fisico e cede il servizio nel momento in cui avrebbe dovuto spingere il piede sull’acceleratore. Il tiebreak è l’epilogo più giusto. E succede di tutto, un concentrato di emozioni.
Il primo minibreak è francese grazie alla risposta vincente di Adrian sulla seconda di Tiafoe. Poi Mannarino sbaglia due colpi banali, uno in costruzione con la pallina in rete, l’altra con un dritto in corridoio. Poi va a rete con coraggio a prendersi il punto del minibreak. Il francese non riesce a portarsi avanti nel parziale, perchè Tiafoe in campo torna aggressivo e va subito a recuperare il minibreak di svantaggio. Il primo ad arrivare a matchpoint è l’americano, ma Adrian non ha paura. Gli ultimi due punti sono da manuale con Francis all’attacco, pronto a entrare in azione con i suoi colpi solidi. Nulla da fare per Mannarino che può solo assistere all’urlo liberatorio di Tiafoe.
[14] T. Paul b. [21] Davidovich Fokina 6-1 6-0 3-6 6-3
Tanto Tommy Paul o poco Davidovich Fokina? Si opta per la via di mezzo per far tenere i piedi bassi alla testa di serie n. 14 e per non scoraggiare il giovane spagnolo che fa tutto bene tranne le fasi che anticipano la seconda settimana. Lo spagnolo porta a casa un solo gioco in due set e poi reagisce mettendo alle corde il suo avversario. Sul più bello torna la versione fantasma e tutto si fa complicato. Vince l’americano tra gli applausi del suo pubblico con il punteggio di 6-1 6-0 3-6 6-3 in due ore e 21′. Terzo turno che ora vedrà l’americano protagonista di una grande sfida con il suo connazionale Ben Shelton.
Non serve male nei primi due set, ma non riesce a tenere gli scambi: colpa del caldo o come al solito dell’incapacità di gestire la pressione? Per veder del tennis accettabile occorre aspettare il terzo set quando finalmente Davidovich Fokina decide di entrare in partita. Piazza il break nel quarto gioco e tiene con sicurezza i suoi turni di servizio affidandosi al suo dritto finalmente tornato a funzionare. Chiude al primo setpoint e rilancia la propria azione anche nel quarto set.
Davidovich Fokina potrebbe riaprire clamorosamente i giochi nel primo game, quando ha la palla dell’1-0. Tommy Paul è solido al servizio e nel quarto gioco approfitta degli errori dello spagnolo per dare la spallata definitiva al match. Concede la palla del possibile 4-3 nel settimo gioco, ma la ricetta è la solita: la prima di servizio! Chiude al primo matchpoint e ora si concentra alla sfida con Ben Shelton.
B. Shelton b. A. Karatsev 6-4 3-6 6-2 6-0
E pensare che dodici mesi fa aveva provato l’ebrezza di uno Slam giocato in casa, ma Nuno Borges lo aveva rispedito al mittente. Lui, forte della wild card ricevuta, aveva lottato provando ad avanzare. Nulla di fatto, ma guai a pensare che fosse la fine della favola, anzi era l’incipit.
Ben Shelton si guadagna la seconda settimana all’Us Open battendo in quattro set Aslan Karatsev. Ventisei aces contro i 15 doppi falli: potrebbe riassumersi in queste cifre statistiche il match tra due giocatori che fanno o, sponsa russa, facevano del servizio la propria arma. Karatsev pasticcia, Shelton è un rullo compressore trascinato dal pubblico di casa che lo ha adottato non soltanto per la sua provenienza geografica stampata sulla carta d’identità: è anche l’età anagrafica che ne rende empatica la spinta del pubblico. Faccia da bravo ragazzo, sorriso solare e il finale che lo spinge verso il derby con Tommy Paul.
Ben Shelton ha vinto la sua terza partita all’US Open con il punteggio di 6-4 3-6 6-2 6-0 in 2ore e 19′. Il n. 47 del ranking concede tre soli punti sul suo servizio all’avversario, ma poi si distrae nel secondo set e incappa nel “magic moment” del russo che riequilibra il computo dei set. C’è partita sino al 2-2 del terzo: da quel momento in poi arriva un parziale di 10-0 di giochi vinti da Shelton: dieci i doppi falli commessi da Karatsev che con la seconda porta a casa appena l’8% dei punti, troppo poco per poter sperare negli ottavi di uno Slam. Avanza Ben e il suo “braccio armato” che al servizio dimostra di essere davvero impressionante.
[9] T. Fritz b. [Q] J. Mensik 6-1 6-2 6-0
Gara totalmente a senso unico nella sessione serale del Louis Armstrong tra il n. 1 americano Fritz e la rivelazione ceca Jakub Mensik, arrivata al terzo turno dalle qualificazioni (dove aveva iniziato sconfiggendo Fognini) e scesa in campo proprio il giorno del suo diciottesimo compleanno.
In poco più di un’ora e mezzo di gioco Mensik ha racimolato la miseria di tre game, riuscendo a vincere solamente 12 punti sul servizio dell’avversario. Fritz ha chiuso la partita con una sequenza di 10 giochi consecutivi, trasformando in totale il 92% di prime palle.
“Ormai è un po’ di tempo che tutti noi stiamo migliorando – ha detto Fritz dopo l’incontro commentando sui risultati dei suoi connazionali – perchè quando qualcuno ottiene un buon risultato tutti gli altri vogliono imitarlo, è molto motivante”.
Il suo prossimo avversario negli ottavi sarà la sorpresa svizzera Dominic Stricker contro cui non ha mai giocato.