[8]A. Rublev b. A. Rinderknech 3-6 6-3 6-1 7-5
Nella seconda giornata di terzo turno a New York, il Grandstand si occupa del quarto spicchio di tabellone a partire dall’alto, quello che vede presente la testa di serie numero otto, Andrey Rublev.
Il suo avversario è Arthur Rinderknech, e non Matteo Berrettini. C’è amarezza per l’epilogo del torneo (della stagione?) di Matteo, ma a osservare come il francese inizia il suo match con Rublev sembra di vedere un giocatore effettivamente in grado di giocarsela con i migliori. Il primo break è proprio per lui, sul 4-2; nonostante l’immediato contro break, un altro allungo nel game successivo permette al transalpino di portarsi a casa il primo parziale.
Rublev è in difficoltà, ma come fa spesso riesce a prendere in mano la partita al momento giusto: spinge e trova il break al sesto gioco del secondo set, chiuso 6-3 nonostante un doppio fallo commesso sul primo set point. Rinderknech a questo punto prova a scuotersi con una prolungata pausa negli spogliatoi, ma al rientro il canovaccio è ormai definito: in breve, il terzo set si conclude 6-1 in favore del russo, che ha vinto in questo parziale il 91 per cento dei punti giocati con la prima.
Nel quarto e ultimo set la sensazione è che Rublev sia pronto a prendersi l’incontro da un momento all’altro, ma sia sul 4-3 (in cui sale 0-30) che sul 5-4 in suo favore (quando ottiene tre match point annullati dal servizio in stato di grazia del francese) le occasioni sfumano. Il dodicesimo gioco è quello buono: al quarto match point, Rublev chiude un match complicato ma tutto sommato ben gestito dopo due ore e 33 minuti. Continua la sua corsa a New York, dove difende i quarti di finale.
J. Draper b. [WC] M. Mmoh 6-4 6-2 3-6 6-4
Sarà Jack Draper l’avversario di Andrey Rublev. il giovane britannico è l’ unico ad avanzare del suo paese in una giornata che ha visto Dan Evans e Cam Norrie sconfitti. È il primo ottavo di finale in uno slam per Jack, che l’anno scorso si era fermato proprio al terzo turno proprio qui a New York. Michael Mmoh si è arreso in tre ore, quattro minuti e quattro set. La wildcard statunitense si era salvata al turno precedente, annullando due match point e mettendo fine alla carriera di John Isner in un logorante match di cinque set. Oggi ha sofferto molto il britannico, concedendo svariati break.
Il primo, sul 4-3, ha portato Draper a chiudere, dopo quattro set point, per sei giochi a quattro il primo parziale; dopo il secondo, in cui l’americano aveva ceduto due servizi in apertura per poi arrendersi sei giochi a due, il match sembrava avviarsi alla sua naturale conclusione. Ma, con uno dei guizzi di cui è capace, Mmoh era in grado di alzare il suo livello, trovare un break immediato nel terzo e riaprire il match con un 6-3. Nel quarto lo scambio di break iniziale prospettava un parziale equilibrato; e cosi è stato, fin quando, al termine di un game fiume, l’inglese ha trovato l’allungo decisivo che l’ha portato prima al 4-2 e poi a chiudere 6-3. Draper chiude con l’ottantasei per cento di punti vinti con la prima, e ben 52 vincenti a fronte dei 47 errori non forzati.