Alla fine ce l’hanno fatta: la sede delle WTA Finals 2023 sarà Cancun, la nota meta turistica situata nella penisola dello Yucatan, dal 29 ottobre al 5 novembre. Non che un qualche esito positivo non fosse scontato ma, quando a sette settimane dall’inizio la WTA non sa dove si terrà il suo torneo più importante, la situazione non è esattamente quella auspicabile. Una situazione di incertezza da cui tutti gli interessati, CEO e presidente del Board Steve Simon in inevitabile testa, credevano di essersi messi al riparo con l’accordo decennale che voleva la manifestazione di fine anno a Shenzhen a partire dal 2019.
Com’era successo, peraltro riscuotendo grande… successo, nel 2021, è dunque il Messico a salvare la baracca. Cancellata l’edizione 2020, infatti, due anni fa le Finals si sono disputate a Guadalajara. Meno (molto meno) bene la passata edizione a Fort Worth in Texas, che ha scontato alcune circostanze oggettivamente problematiche, tra cui l’assegnazione tardiva che non ha certo facilitato la promozione dell’evento. La WTA avrebbe probabilmente voluto imparare dai propri errori, ma neanche quest’anno è riuscita a concludere un accordo in tempi ragionevoli (anzi, tra annuncio e data di inizio, ci sono tre giorni in meno rispetto al 2022). Un accordo valido per quest’anno, specifichiamo, perché dal 2024 al 2026 si disputeranno a Riad. Quasi sicuramente.
Cancun, dicevamo all’inizio, dopo che si era parlato di Arabia Saudita già da questa edizione e di Repubblica Ceca. Al momento non è chiaro il destino (forse il cestino) dell’accordo con Shenzhen. In seguito a quella prima edizione con montepremi record, ci sono state la pandemia e il caso Peng Shuai e da allora le Finals non sono più tornate in Cina, come del resto nessun altro torneo. Con la riapertura – intesa sia come frontiere, sia come “linea” di Steve Simon – sono intanto apparsi in calendario diversi eventi tra la fine di settembre e quella di ottobre nel Paese asiatico, compreso il masterino di Zhuhai.
Responsabile delle Finals di Cancun sarà il GS Sports Management, già organizzatore dell’edizione di Guadalajara e tuttora impegnato nel WTA 1000 poi lì assegnato, oltre che in altri eventi messicani come il 250 di Mérida e il 125 di San Luis. Nel comunicato stampa, Steve Simon ringrazia GS Sport, parla di “esperienza fantastica per i fan” e assicura che questa edizione “ci permetterà di continuare a costruire un futuro forte per il tennis delle donne”.
Viene anche spiegato che la WTA “ha valutato diverse offerte competitive attraverso un accurato processo, a stretto contatto con il Consiglio delle Giocatrici”. Vengono in mente a tal proposito le parole di Iga Swiatek di neanche due settimane fa: “In quanto giocatrici, non siamo coinvolte nella discussione”.
La scelta, spiega ancora il comunicato, è stata fatta sulla base di diversi parametri, tra i quali la logistica delle giocatrici, la facilità nel raggiungere la destinazione, la capienza dell’impianto e l’impegno nel sostenere e mettere in mostra il tennis femminile.
Segue poi il link alla Race, la classifica “stagionale” usata dal Tour WTA per determinare le otto che disputeranno il torneo, dove posizioni e punti sono quelli pre-US Open e senza alcuna spunta che identifichi eventuali tenniste già qualificate (per esempio le prime tre: Sabalenka, Swiatek e Rybakina).
Senza per questo insinuare alcunché, auspichiamo che nel caso di fusione tra WTA e ATP il nuovo organo sia il risultato del meglio offerto da ciascuna delle due associazioni.