CANADA-SVEZIA 2-0
V. Pospisil (CAN) b. L. Borg (SWE) 7-6(5) 5-7 6-2
Saggezza batte leggerezza. È stato tra Vasek Pospisil e Leo Borg il primo singolare di Canada-Svezia della Coppa Davis 2023, nel girone dell’Italia che domani sfiderà il Cile. Il trentatreenne canadese n.187 del ranking mondiale si è aggiudicato il match con un punteggio finale di 7-6(5) 5-7 6-2 in 2h28′ di gioco a spese di una comunque ottima versione del figlio d’arte scandinavo (n.334). Con ventiquattro ace totali, il tennista nordamericano ha finito per sovrastare al gioco più acerbo dell’avversario, nonostante un calo di rendimento nel terzo set che è stato facilmente compensato dall’esperienza.
Primo set: Borg combatte ma non la spunta sul canadese
Il match si apre con il canadese al timone che, con un buon servizio (nove ace totali nel primo set) e un gioco aggressivo in apertura, non ha problemi a prevalere sullo svedese, trovando subito il break a zero nel secondo gioco. L’inizio zoppicante non intimorisce Borg, che nel terzo gioco esce dal rodaggio prolungato e ricambia velocemente il break infilando quattro punti consecutivi. Il quarto game raggiunge i vantaggi, Borg non perde l’occasione di mettersi in pari e sul quaranta pari mette in fila due facili punti. Prosegue la rincorsa nei giochi successivi, lo schema è quello di inizio partita: Pospisil che attacca e Borg che prima subisce e poi contrattacca. Si arriva velocemente a cinque pari, più lentamente a sei pari: lo svedese annulla due set point ai vantaggi e si garantisce il tie-break. Di nuovo sul filo del rasoio, uno dietro l’altro. Finché non scende in campo l’esperienza e Pospisil si rimette avanti. Dove resta, fino a sette.
Secondo set: fortuna audaces iuvat, Borg ci crede (ancora) e allunga il match
Di fronte a un primo turno di battuta giocato da Borg in modalità Ice Man (buon sangue non mente), Pospisil non si fa sorprendere e ricambia con la stessa moneta nel game successivo. Il secondo set si sviluppa sulla falsariga del primo: il canadese osa quanto basta per costringere l’avversario a risposte spesso troppo lunghe o troppo larghe. Qualche errore gratuito di troppo (anche) da parte del nordamericano non basta a smuovere la partita dalla modalità cruise-control: da uno pari a cinque pari, nessuna sorpresa. Sul 40-15 in suo favore, Pospisil ha due palle break per portarsi a servire per il match: le brucia entrambe, si va a quaranta pari. Qui la fortuna si schiera dalla parte dello svedese, che intasca vincenti millimetrici sulle linee: resta in vantaggio anche nell’undicesimo gioco. Ma, se è vero che la fortuna aiuta gli audaci, nel game successivo Borg osa il tutto per tutto e con un dritto in diagonale strappa il servizio all’avversario e il terzo set risponde alla chiamata.
Terzo set: Pospisil aumenta i giri del motore e stacca a sorpresa
Uno pari, palla al centro. Sulla soglia delle due ore di gioco, Pospisil inizia ad accusare la stanchezza ma non ha nessuna intenzione di fare regali allo svedese. Trova la strategia vincente: pochi colpi, (quasi) solo vincenti. A netta trazione canadese, dal quarto gioco in poi il parziale si risolve in poco. Sul 1-2 in suo sfavore, Pospisil realizza un filotto di tre game e si porta 5-2, strappando due volte consecutive il servizio all’avversario (escludendo il tie-break, lo aveva fatto una sola volta nel primo set). Nell’ottavo gioco è al servizio e si alza subito a 40-0. Tre match point: trova il primo, appena oltre la rete. Il Canada ringrazia.
G. Dallo (CAN) b. E. Ymer (SWE) 6-4 6-3
In sala stampa stavamo tutti a chiederci se per l’Italia fosse più vantaggiosa una vittoria del Canada o un colpo a sorpresa della Svezia. E le opinioni erano ovviamente le più svariate, ma quella che contava di più, cioè quella del diretto interessato, era molto chiara e cioè massacrare di servizi anche il numero uno svedese e non pensarci più. E così ha fatto, cominciando da subito a prendere l’iniziativa con un servizio che gli concedeva sempre, come minimo, l’opportunità di condurre il gioco, in attesa di castigare lo svedese al primo passo falso. E il 27enne svedese (n.175 ATP), il più anziano ma il meno forte dei due fratelli, poteva forse esimersi? Infatti nel terzo game concede il break con un sanguinoso doppio fallo e si condanna a una durissima gara di rincorsa. Perché regalare il servizio a un avversario come Diallo non è mai una buona idea come aveva detto ieri Musetti, affermando che contro un big server che gioca in grazia di Dio (come nel caso di Diallo) l’unica chance è arrivare a giocarsi tutto alla roulette del tie-break. Ma lo svedese il tie-break non l’ha visto nemmeno col binocolo, infatti non ha avuto una sola palla break in tutto il match. L’unico piccolo brivido Diallo l’ha corso sul 3-2 quando si è ritrovato sotto 0-30, ma un ace e due discese a rete e passa la paura.
Così in 38 minuti finisce un tranquillo primo set, e ancor più tranquillo sarà il secondo parziale in cui Ymer di break ne concede addirittura due per il 6-4 6-3 finale. Non male per uno che fino a giugno giocava solo i Challenger e che adesso può tranquillamente dichiarare: “Ieri contro Musetti ho giocato la partita perfetta…e oggi ci sono andato vicino”.