L’attuale format della Coppa Davis sta facendo discutere – e non poco – media, opinionisti e appassionati. Ma persino gli stessi giocatori, con qualcuno, tipo Stan Wawrinka, apertamente contrario al modo in cui è stata trasformata la manifestazione per il poco appeal e la limitata affluenza di pubblico, mentre altri, come Gabriel Diallo, che invece dicono di amare – e nel caso del canadese probabilmente ha un peso nell’opinione la vittoria ottenuta contro Musetti – le nuove modalità di svolgimento del torneo per nazionali.
Anche Novak Djokovic, come evidenziato da ubitennis.net in questo articolo, ha preso posizione in merito, e la sua linea è molto più simile a quella di Stan the Man piuttosto che a quella di Diallo. Il campione serbo avrebbe infatti richiesto all’ITF un confronto aperto e diretto con i giocatori per discutere del modello attuale Coppa, dato che lui stesso nutre delle preoccupazioni sulla corrente struttura della competizione.
Dando una rapida rinfrescata alla memoria prima di entrare nel dettaglio delle parole di Djokovic, fin dal 2018 la gestione dell’evento era nelle mani di Kosmos, entità commerciale fondata dall’ex calciatore Gerard Piqué, che aveva stretto un accordo con l’ITF promettendo 3 miliardi di investimenti in 25 anni in quella che sarebbe dovuta continuare a essere la Coppa del Mondo del tennis, ma il contratto è andato in fumo all’inizio del 2023, di fatto facendo sorgere dei dubbi sul roseo futuro della manifestazione.
Djokovic si è espresso così su quanto sta avvenendo: “Il formato ha bisogno di una revisione, ovviamente, ma non essendo io dentro l’ITF non posso sapere cosa stia succedendo. Spero che consultino i giocatori per questo cambiamento, perché non veniamo mai coinvolti. Credo che i tennisti dovrebbero partecipare molto di più a questo tipo di cambiamenti, dobbiamo sederci tutti insieme e parlare del futuro. Se l’ITF non agirà bene, onestamente non so cosa succederà a questo torneo”.
A Nole è stato chiesto anche di fornire un parere sulla posizione di Piqué, valutando il grado di responsabilità dell’ex difensore del Barcellona. Ma il n° 1 del mondo gli ha tolto delle colpe per lo stato di crisi in cui versa la Davis: “Non credo che sia colpa di Piqué, quindi non ho intenzione di criticarlo”, ha detto Djokovic. “Penso che sia l’ITF a prendere l’ultima decisione, come quella che hanno preso cinque anni fa quando si è optato per modificare il format. Piqué si è unito al gruppo Kosmos perché ha visto un’opportunità di crescita, ma non vedo nessuno lamentarsi dell’ITF. Adesso il format genera diverse opinioni, alcune a favore e altre contro, ma cinque anni fa tutti scommettevano su un cambio di rotta, tutti erano d’accordo che il vecchio sistema aveva bisogno di un cambiamento. Ora è il momento di trovare un equilibrio con un formato che funzioni”.
Ad ogni modo, favorevole o contrario al format del torneo, il 24 volte vincitore di Slam scenderà in campo con la sua Nazionale per aiutarla ad arrivare alle Finali di Malaga: “Ho giocato questa competizione molte volte in carriera, quindi il mio desiderio è quello di contribuire nel miglior modo possibile, anche sapendo che avrò appena il tempo di adattarmi al cambiamento dopo gli US Open. All’inizio della stagione ho detto molto chiaramente che quest’anno i miei obiettivi principali erano il Grande Slam e difendere i colori del mio Paese, aiutandoli a essere in finale a Malaga”.