In principio furono quattro sconfitte: quattro sconfitte su quattro per il Team World. Così era iniziata la storia della Laver Cup e dopo il 14-1 firmato dall’Europa a Boston nel 2021 (in quella che rimane l’ultima vittoria dei ‘blu’) era legittimo chiedersi se il Resto del Mondo sarebbe mai stato all’altezza e dunque in grado di creare un’alternanza nell’albo d’oro della competizione. A distanza di due anni, molto è cambiato e la situazione si è ribaltata: a Vancouver anche l’Europa ha provato il sapore della disfatta. Il trionfo del Team World non è mai stato in discussione, forse già da quando le convocazioni sono diventate definitive.
D’altro canto, però, i favori del pronostico potevano rappresentare l’insidia più grande per una squadra comunque giovane e con alcuni esordienti come Shelton e Cerundolo. Se l’anno scorso gli occhi erano puntati altrove vista la presenza contemporanea di Federer, Nadal, Djokovic e Murray e il ritiro annunciato di Roger, in questa occasione “le aspettative erano molto più alte” – come dice capitan McEnroe – ma tutti sono riusciti a gestire al meglio la pressione, dominando in lungo e in largo. E allora, nella conferenza stampa conclusiva che ha assunto in più momenti i tratti di una vera e propria festa (soprattutto grazie al contributo del sempre pimpante Tiafoe), non poteva mancare un commento più colorito degli altri – ovviamente di Johnny Mac – che non tradurremo ma che riassume bene l’andamento di questa sesta edizione della Laver Cup: “We kicked some ass, baby”.
“A nome del Team World, sono orgoglioso di questi ragazzi. Abbiamo riunito un grande gruppo di giovani e di ragazzi più esperti che erano già stati in squadra. Tutti hanno giocato bene. È stata una settimana fantastica. Stiamo già pensando all’anno prossimo, perché vincere è molto meglio che perdere. Abbiamo faticato i primi anni, ma ora abbiamo assaporato il gusto della vittoria ed è una bella sensazione. Spero di aver portato energia e passione. Credo molto in questo evento e questo spirito va coltivato”. Così ha proseguito la leggenda americana, invitata da Tiafoe a restare a lungo sulla panchina del Resto del Mondo, in sala stampa prima di lasciare la parola ai suoi giocatori.
D: Mi rivolgo al rookie [Shelton, ndr]. Puoi parlarci un po’ delle tue emozioni, visto quanto sei riuscito a fare nonostante la tua giovane età?
SHELTON: Questa settimana è stata pazzesca. Mi è piaciuto molto giocare per il Team World. Giocare per Johnny Mac è stato fantastico. Mi sono davvero goduto questo weekend, essere scelto per questa squadra è stato un sogno. Portare punti per il team è qualcosa che non avrei mai immaginato. Apprezzo molto la fiducia che i capitani hanno riposto in me, e aver contribuito alla vittoria finale è una sensazione fantastica.
D: Domanda per Felix [Aliassime, ndr]. All’inizio della settimana hai parlato molto di aspettative, di tutto ciò che hai affrontato in questa stagione con il tuo gioco e con l’infortunio. Cosa significa per te questa esperienza, nel tuo Paese e con il tuo livello di gioco che si è alzato. Quanto sei soddisfatto?
AUGER-ALIASSIME: Ogni volta che gioco per una squadra, mi sento davvero bene. Naturalmente mi sono divertito molto. Il circuito può diventare, giocando sempre in singolo, un po’ solitario a volte, e avere dei compagni di squadra e vincere di squadra è davvero speciale per me. È bello tornare un anno dopo, dopo quello che abbiamo fatto a Londra, e vincere qui a Vancouver. È quello che volevamo una settimana fa, quando siamo arrivati. Ci siamo impegnati, abbiamo affrontato la sfida e l’abbiamo realizzata. È stato un grande momento per me.
D: Francisco [Cerundolo, ndr], anche tu sei un esordiente… puoi parlarci dell’esperienza e dell’unione che si è creata con gli altri ragazzi?
CERUNDOLO: Sono davvero felice di essere stato parte della squadra e di aver portato un punto. Voglio ringraziare John, Patrick e tutti i ragazzi, perché sono l’unico non nordamericano ma mi hanno fatto sentire uno di loro fin dal primo giorno. È stata un’esperienza davvero positiva per me e mi sono divertito molto. Spero che i ragazzi abbiano apprezzato me e l’Argentina!
D: Visto che tutti vi state divertendo molto, qualcuno può condividere una storia da dietro le quinte di questa settimana che riassuma il grande senso di spirito di squadra che avete sviluppato tra di voi?
EUBANKS: Direi che il legame che si crea nello spogliatoio è probabilmente una delle cose più belle. Dopo che i ragazzi fanno il riscaldamento, entrano nello spogliatoio e Frances si mette in modalità DJ. Altri giocatori fanno richieste specifiche. Ben e Fritz ascoltano Central Cee prima di entrare in campo e in generale credo che condividere quei momenti sia un’esperienza che unisce. Gli spogliatoi sono piuttosto piccoli e siamo tanti ragazzi che stanno in compagnia e che cercano di viverla a pieno: che si tratti di caricarci a vicenda prima di scendere in campo, di dare tutta la fiducia di cui ha bisogno chi sta per giocare, di chiedere se hai bisogno che prenda la tua racchetta dall’incordatore, se hai bisogno di asciugamani, tutte queste piccole cose. Penso che questi momenti saranno probabilmente quelli che ricorderò di più, proprio perché si è tutti così vicini e si riesce davvero a vedere la personalità dell’altro e a godersi l’un l’altro.
D: Taylor [Fritz, ndr], parlaci un po’ della pressione che si prova a giocare in questo ambiente. Si ha l’impressione che ci sia molto sostegno da parte dei compagni di squadra, è divertente, ma dicci quanto sia effettivamente stressante in campo.
FRITZ: Beh, è diverso giocare con la sensazione di essere i favoriti rispetto a quanto è avvenuto negli anni precedenti, quando affrontavamo tutti i migliori giocatori del mondo come l’anno scorso. C’è più pressione. Abbiamo fatto molto bene nella prima e nella seconda giornata ma con questo format basta poco perché la situazione si ribalti nell’ultima giornata, se si perdono un paio di partite. Ma il livello di tutti i membri della squadra durante la settimana è stato incredibile. Tutti si sono presentati e hanno giocato al meglio delle loro possibilità. È diverso rispetto a quando vinci un torneo nel circuito. In questo caso si vince e si può festeggiare con altri ragazzi, con i tuoi amici più stretto. Ci si può divertire molto di più. Questo è l’aspetto più importante di questi eventi di squadra: bisogna goderseli al massimo perché non ci sono molte situazioni come questa in cui si può festeggiare in gruppo.
D: Congratulazioni. John [McEnroe, ndr], tornando alla vittoria dell’anno scorso, penso che ti venga in mente il volto di Felix per il modo in cui ha giocato e per come ha chiuso i conti. Ben [Shelton, ndr] ha coniato l’espressione “Laver Cup Felix” ieri sera. E quest’anno? Quali momenti iconici ricorderete? Quale volto ti verrà in mente per questa edizione?
MCENROE: Tutti i giocatori che avevamo, riserve comprese, hanno fatto al massimo quello che dovevano e hanno creato un bellissimo mix. È stato un vero lavoro di gruppo. Sapevamo di avere una grande possibilità e ovviamente eravamo più convinti dopo la vittoria dell’anno scorso. Ci aspettavamo davvero di vincere questa volta. Gli altri anni non eravamo così sicuri. Quindi è una sensazione bellissima. Tutti meritano il titolo di MVP. Vincere non stanca mai, ovviamente. L’anno scorso è stato incredibile con il ritiro di Roger e la presenza anche di Rafa, Nole e Andy, e siamo riusciti a superare una sfida complicatissima. Quest’anno le nostre aspettative erano molto più alte e credo che i giocatori stessi mi abbiano aiutato a vincere. Io ho fatto molto poco. Ma è stato fantastico essere là fuori e tutti noi abbiamo portato intensità, divertimento ed energia.